Gianfranco Amato: «Don Camillo sarebbe fiero del parroco che ha suonato a morto le campane della sua chiesa contro le unioni civili»


Il cristianesimo è odio e offesa al prossimo. È quanto pare sostenere il solito Gianfranco Amato, segretario del partito di Adinolfi adepto di una ideologia che vedrebbe in Dio la giustificazione all'omofobia. L'impressione è che la sua opera sia finalizzata a cercare convincere la gente che la mancanza di rispetto e l'offesa gratuita verso gay e lesbiche sia un dogma di fede, in quell'ottica in cui il buon cristiano è colui che nega i diritti civili al prossimo e usa Dio come arma di offesa. Questo, perlomeno, è quanto si desume dalla sua presa di posizione a favore del parroco che ha suonato le campane a morto contro l'approvazione delle unioni civili. Scrive Amato:

Sono rinato quando ho appreso la notizia che esiste un don Camillo in Molise. Per la precisione a Carovilli, e si chiama don Mario Fangio. Don Mario è assurto all’onore delle cronache nazionali per aver compiuto un gesto degno del suo confratello guareschiano. Il giorno dell’approvazione dell’infame legge sulle unioni civili, infatti, don Mario ha fatto suonare a morto le campane della chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta. La spiegazione ai fedeli stupisti è stata la seguente: «Oggi è morta un’istituzione secolare». Requiem per la famiglia. Le campane a morto, don Mario, le ha fatte suonare per tutta la giornata, ad intervalli regolari. Non ha fatto mancare neppure un manifesto pubblico, su cui era scritto: «Annuncio funebre, sono morti il matrimonio e la famiglia. Una prece per chi ne è stata la causa». Non c’è niente da dire, don Camillo sarebbe stato davvero fiero di questo suo clone del XXI secolo.

Si passa così all'offesa di chiunque non condivida il suo estremismo e il suo pensiero unico, additato come un nemico della fede a causa di quell'assurdo rispetto che viene manifestato anche alla gente a cui lui vorrebbe negare il diritto alla dignità:

Come a Brescello, anche Carovilli, però, ha il suo Peppone. Si tratta dell’ex sindaco Mimmo Cinocca che in un volantino di risposta così ha replicato all’iniziativa di don Mario: «Per i diritti di tutti. Sono rimasto letteralmente sbalordito nel leggere la reazione, a dir poco scomposta, di don Mario Fangio. Si può condividere o meno una legge dello Stato ma essa va rispettata. Non si può, poi offendere una comunità facendo suonare le campane a morto e lasciando intendere che tutta quella comunità sia omofoba. Don Mario sa che il suono delle campane ha sempre rappresentato lo stato d’animo e il sentimento di tutti, non di un singolo, anche se parroco».

Quasi auspicando uno scontro tra stato e integralismo, Amato si premura di offendere quanti parteciperanno alla manifestazione a sostegno dei diritti civili, invitando il parroco ad imporre con violenza la sua ideologia:

Municipio contro chiesa, proprio come ai bei tempi di Guareschi. Quando la melassa del politicamente corretto non aveva ancora intorpidito i cervelli e inaridito i cuori di parroci e sindaci.
Siamo sicurissimi, comunque, che don Mario non si farà intimidire dalla mobilitazione di piazza invocata dal sindaco. Salirà sul campanile e da lì guarderà i quattro gatti –se ci saranno– mentre festeggiano gridando “Love is love”. Lancerà a voce alta qualche improperio in molisano stretto, e poi scenderà in chiesa, dove, davanti al Santissimo, pregherà per quei poveri manifestanti in questo modo: «Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno!».
Grazie davvero, don Mario, per questa generosa testimonianza di fede. Una vera boccata d’ossigeno nell’aria tossica che siamo costretti a respirare, ammorbata subdolamente dal Potere attraverso quel gas inodore, incolore, insapore ma letale, che è il pensiero unico.

Buffo che Amato parli di pensiero unico dopo aver auspicato violenze gravi contro chiunque osi avere un'opinione diversa dalla sua, al punto da auspicare atti violenti e un abuso della preghiera utilizzata come strumento di offesa.
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