Qualcosa non torna...


È in una lettera inviata ai «fratelli cristiani del Medio Oriente» che Papa Francesco dice di sapere che «per molti di voi alle note dei canti natalizi si mescoleranno le lacrime e i sospiri». Afferma anche che le loro sofferenze «si sono aggravate negli ultimi mesi a causa dei conflitti che tormentano la Regione, ma soprattutto per l’operato di una più recente e preoccupante organizzazione terrorista, di dimensioni prima inimmaginabili, che commette ogni sorta di abusi e pratiche indegne dell’uomo, colpendo in modo particolare alcuni di voi che sono stati cacciati via in maniera brutale dalle proprie terre, dove i cristiani sono presenti fin dall’epoca apostolica».
Il pontefice aggiunge: «Seguo quotidianamente le notizie dell’enorme sofferenza di molte persone nel Medio Oriente. Penso specialmente ai bambini, alle mamme, agli anziani, agli sfollati e ai rifugiati, a quanti patiscono la fame, a chi deve affrontare la durezza dell’inverno senza un tetto sotto il quale proteggersi. Questa sofferenza grida verso Dio e fa appello all'impegno di tutti noi, nella preghiera e in ogni tipo di iniziativa». «La maggior parte di voi vive in un ambiente a maggioranza musulmana. Potete aiutare i vostri concittadini musulmani a presentare con discernimento una più autentica immagine dell’Islam, come vogliono tanti di loro, i quali ripetono che l’Islam è una religione di pace e può accordarsi con il rispetto dei diritti umani e favorire la convivenza di tutti. Sarà un bene per loro e per l’intera società». «Carissimi, quasi tutti voi siete cittadini nativi dei vostri Paesi e avete perciò il dovere e il diritto di partecipare pienamente alla vita e alla crescita della vostra nazione».

Peccato che tutto ciò paia valere solo per i cattolici cristiani. In occasione e della Giornata internazionale contro l'omofobia, il Pontefice ha dato la sua benedizione all'integralismo e alla violenza nei confronti della popolazione lgbt. Dalle pagine dell settimanale cattolico francese La Croix, ha preteso che lo stato conceda ai funzionari cristiani un fantomatico diritto di obiezione di coscienza al riconoscimento delle famiglie formate da persone dello stesso sesso.
«Una volta che la legge è stata votata -ha dichiarato- lo Stato deve rispettare le coscienze. In ogni struttura giuridica, l'obiezione di coscienza deve essere presente perché è un diritto umano, anche per il funzionario del governo, che è una persona umana». Ed ancora, ha invitato tutti i cattolici a «difendere le proprie preoccupazioni» riguardo al riconoscimento di pari dignità alle minoranze.

Riprendendo il suo discorso, è doveroso notare come questa politica omofoba della Chiesa e come la legittimazione di atti violenti volti a negare riconoscimento sociale alle famiglie sia una vera e propria persecuzione basata sulle caratteristiche naturali delle loro vittime. Allo stesso modo è inevitabile osservare come i sedicenti "cristiani" stiano cacciando dalla loro case i gay, dato che basta superare il confine per poter vivere in pace la propria vita, veder riconosciuti propri diritti o poter offrire garanzie giuridiche ai propri figli.
Il Papa diceva che i cristiani hanno «il dovere e il diritto di partecipare pienamente alla vita e alla crescita della vostra nazione», ma la sua politica in Italia è volta a chiedere che i gay siano esclusi da qualunque riconoscimento giuridico attraverso la negazione della loro funzione sociale.
Rispettare una coscienza è un conto, permettere una persona di poter cavalcare i propri pregiudizi nel rifiutare i diritti altrui è un'altra. Pregiudizi che peraltro vengono alimentati da chi sostiene che sia giusto «difendere le proprie preoccupazioni» al posto di invitare a confrontarsi per comprendere se siano reali. Evidentemente solo i mussulmani devono fare un passo indietro per comprendere le ragioni dei cristiani, mentre i cristiani hanno il diritto di fare muro contro la vita stessa delle persone omosessuali.

È una vera e propria contraddizione, basata sulla legittimazione del pregiudizio quale giustificazione della violenza. Perché quando si prende un padre e si pretende che suo figlio non abbia tutele, si sta commettendo un crimine. Quando si prende un uomo e gli si dice che non potrà stare sereno sul futuro del marito solo perché ama un uomo e non una donna, è violenza.
Qui si parla di negare dignità, impedire il riconoscimento delle pensioni o sottrarre i loro genitori a dei bambini già nati. Si tratta di sostenere che l'odio verso l'orientamento sessuale altrui giustifichi un divieto ad offrire una casa ai tanti orfani che stanno marcendo nell'abbandono. Ma se non si è cristiani eterosessuali, allora quelli che pretendono rispetto non sono disposti a concedere altrettanto al loro prossimo.
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