Secondo ProVita, l'assenza di discriminazioni verso i gay diffonde l'omosessualità


L'associazione ProVita appare incessantemente impegnata nel cercare di diffondere l'idea che tutta la scienza sia in errore e che l'omosessualità debba essere considerata anormale. Per farlo, l'unico modo è creare allarmismo e diffondere false teorie volte a far percepire l'altro come un pericolo (esattamente come fecero i nazisti nei confronti degli ebrei).

Ed è così che sulle loro pagine ci si imbatte in articoli in cui si può leggere:

Intrattenere rapporti omosessuali è normale. E’ questo il succo di quanto le potenti lobby LGBT vanno affermando oramai da molti anni, a ogni livello della società e ad ogni latitudine. L’importante, sostengono, è che ci si voglia bene: “Love is love“, tutto il resto non conta. Buonsenso e dati di realtà inclusi.

Vien da sé che i termini «buonsenso» e «dato di realtà» vengano qui utilizzati in maniera del tutto ideologico dato che l'unica realtà è che le famiglie gay esistevano prima che Brandi nascesse e continueranno ad esistere quando la sua presenza verrà a mancare. L'unica variante è il livello di accettazione che deriva dalla società, un tempo intrisa di uno stigma social che costringeva numerosi gay e lesbiche a nascondersi se non a sposarsi in un'unione di facciata priva di amore.

Incuranti di questa semplice evidenza, l'associazione preferisce sostenere che:

Può anche essere, in effetti, che la continua pressione delle lobby omosessuali – ancora più insidiosa in quanto subdola, nascosta sotto i gioiosi veli arcobaleno e dietro la bufala della ‘lotta alle discriminazioni’ – abbia naturalmente una ricaduta a livello sociale. Con il passare del tempo si crea infatti una determinata mentalità e quanto, fino a poco tempo prima, veniva considerato inaccettabile, tende piano piano a diventare normale (sempre secondo le famose ‘finestre di Overton’).
Una recente ricerca sugli USA pubblicata sull’Archives of Sexual Behavior è, in tal senso, assai esplicativa: dagli anni Novanta è raddoppiata la percentuale di persone adulte americane che ha avuto rapporti omosessuali.

Insomma, il maggior benessere delle persone lgbt è da ritenersi un crimine mentre la persecuzione e lo stigma sociale che portano le persone a nascondersi sarebbero un bene. Il tutto per giungere a sostenere che:

Gli atti e i rapporti omosessuali sono dunque sempre più diffusi, in quanto considerati ‘normali’. E chi osa avanzare un’opinione che si discosti da questo diktat delle lobby LGBT viene subito zittito e appellato come ‘omofobo’. Ed è così che la disponibilità al sacrificio e al dono di sé, base dell’amore sincero e fedele, ha lasciato il passo al godimento effimero e fugace. La moralità in campo sessuale e il pudore sono stati soppiantanti dal “Prohibido proibir” e dalla corsa al libertinaggio più estremo. Questi i dati di fatto, posti ora anche sotto la lente d’ingrandimento della ricerca statistica. Ma, tutto questo, se è vero, è progresso di civiltà oppure è una corsa –sempre più veloce e difficile da fermare– verso il baratro?

Interessante è notare come si suggerisca che l'amore gay non sia vero dato che il vero sentimento giungerebbe dalla compresenza di un pene e di una vagina. Peccato che quest agente dovrebbe fare molta attenzione a parlare di amore, dato che ogni parola che esce dalla loro bocca pare testimoniare come non ne conoscano neppure il significato. Chi vive di odio e chi dedica la propria vita al tentativo di cercare di impedire l'amore altrui attraverso stigmi e dogmi di dubbia moralità non appare certo la persona più idonea a parlare di ciò che non conosce.
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