13enne si suicida dopo ripetuti episodi di bullismo omofobico subiti a scuola


Tristan Allan Seehus aveva solo 13 anni quando di è tolto la vita a causa del bullismo omofobico che era costretto a subire dai suoi compagni. Suo padre ha ora citato in giudizio la scuola, sostenendo che non abbia fatto abbastanza per proteggere suo figlio da quel bullismo che lo ha spinto al suicidio.
Tristan non si identificava come gay, ma era percepito come tale da altri bambini della scuola. Lo chiamavano «frocio pervertito», lo chiudevano negli armadietti, lo apostrofavano con nomignoli violenti o gli portavano via i libri dallo zaino.
In una dichiarazione, i funzionari del distretto scolastico hanno dichiarato: «Anche se non possiamo commentare la particolare controversia, è importante sapere che le nostre scuole si sforzano di creare un ambiente in cui tutti gli studenti siano trattati con rispetto e per garantire a tutti gli studenti un ambiente sicuro e accogliente». Eppure qualcosa pare non aver funzionato se un 13enne si è tolto la vita perché non intravedeva alcuna via di fuga dinnanzi ad una persecuzione costante e quotidiana.
L' avvocato dei Seehus, Lori Peterson, ha commentato: «Queste cose non dovrebbero mai accadere, tanto meno per i bambini che ogni giorno sono costretti a interagire con i loro aguzzini a scuola ogni giorno. Speriamo che si possa fare la differenza per gli altri ragazzi attraverso questo ricorso».
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