Il bullismo "cattolico" che miete vittime nel silenzio complice delle istituzioni


Basta osservare l'azione dell'integralismo cattolico per avere un esempio lampante di che cosa sia il bullismo. Ogni singolo giorno un gay è costretto a subire la loro aggressione, attraverso insulti gratuiti e violenti che vengono diffusi con satanica costanza.
Incessantemente e continuamente, basta collegarsi ad internet per trovare un qualche "cristiano" pronto a dire che i gay sono invertiti, deviati, satanici, malati, un'offesa a Dio, una minaccia per i bambini, un peccato gravissimo. Sono nazisti, una lobby, una gaystapo, il male assoluto. Li si di definisce qualcosa di oggettivamente disordinato, una minaccia per la famiglia, un qualcosa che non deve essere ritenuto famiglia, uno scherzo della natura. Li si definisce esserei contro natura, una dittatura, gente che vuole essere ritenuta normale anche se normale non è. Sono apostrofati come luridi sodomiti, sporchi froci, pervertiti deviati, pedofili, checche isteriche, rottoinculo, culi sfondati. Potremmo riempire pagine e pagine con gli insulti che ogni singolo minuto di ogni singolo giorno l'integralismo cattolico riserva ai gay, in quell'ideologia malata che porta le loro vittime ad essere aggredite solo perché l'integralismo condanna l'amore.
Oltre agli insulti, questa gente ha scheggiato il dizionario ed ha rubato parole che un tempo rappresentavano un qualcosa di bello. Oggi, però, parole come "famiglia" o "verità" sono state contagiate dalla loro ideologia e sono state tramutate in un qualcosa di orribile.
Se un comune dovesse annunciare che i ragazzini gay non saranno più protetti dalle discriminazioni, state pur certo che ProVita parlerà di «una vittoria della famiglia» attraverso quei nuovi significato con cui le loro parole sono state tramutate in offese verso la vita e la dignità umana. In quel caso non ha certo vinto la famiglia, dato che la violenza contro i figli è ciò che solo un mostro potrebbe auspicare. Eppure quelle definizioni non sono apparse una o due volte, ma praticamente ogni singolo giorno dell'anno in una costante violenza quotidiana.

E cosa si può fare dinnanzi a questa aggressione? Probabilmente i gay le hanno già provate tutte: se si chiede l'assistenza delle istituzioni si otterrà solo silenzio. Se i post omofobi vengono segnalati a Facebook, si subirà l'onta di sentirsi dire che quegli insulti non violano le norme della loro community. Se si segnalano i fatti all'Unar, non si otterrà nulla. Stessa sorte spetterà alle segnalazioni inviate alla polizia postale. Infine, chiuqnue abbia contattato l'Unione Europea, probabilmente si sarà visto recapitare una folta documentazione che spiega come atti siano contro i principi comunitari, ma poi diranno di rivolgersi all'Unar o di intentare una costosa causa legale volta a denunciare l'Italia per inadempienza dinnanzi alla Corte Europea dei diritti dell'uomo (cosa non certo semplice da mettere in atto).
Alla fine ci si renderà che si è soli dinnanzi ad un'aggressione incessante e violenta e ci si renderà anche contro che le istituzioni non muoveranno un solo dito per aiutarci. Non è Davide contro Golia, si è dinnanzi ad una pulce che rischia di essere travolta da un dinosauro finanziato dalle potentissime lobby internazionali di estrema destra.

Qual è l'unica soluzione? Provate a pensarci e vi accorgerete che l'unica parola che passa nella vostra mentre sarà "morte".
Se Brandi è vecchio e si può presumere che la sua vita non durerà ancora a lungo, Mario Adinolfi è del del 1971 e c'è il rischio che possa insultarci per altri quarantanni. Magari nel suo caso potremmo anche ipotizzare che la sua ingordigia possa portarlo a spegnersi anzitempo, ma poi ci sarà sempre l'azione di Pillon o di Amato. Insomma, la natura non ci libererà facilmente da questa gente e sarebbe inutile sperare che la loro fine possa finalmente concedere alle loro vittime la possibilità di poter vivere in santa pace la loro vita.

Si potrebbe così sperare che sia la loro ideologia a morire. Ciò avverrà, non c'è dubbio. Ma quando? Tra trenta o quarant'anni? Anche per chi è solo un adolescente, ciò significherebbe dover rinunciare alla propria vita per anni per poi ritrovarsi ad avere il rimpianto di ciò che si sarebbe potuto fare se solo questa gente non lo avesse impedito nel nome della loro ideologia. Come ogni persona, anche i gay vogliono essere felici oggi, non certo quando i loro carnefici avranno deciso di trovare qualcun altro da odiare e tormentare.
Si passa così alla terza ipotesi, ossia quella in cui ci si toglie la vita per sottrarsi alla violenza. Dinnanzi ad un'aggressione continua che pare non avere alcuna via di fuga o alcuna speranza di poter essere risolta, purtroppo c'è anche chi valuta questa opzione. Il bullismo funziona così, ed è per quello che spesso si sottolinea spesso come una persecuzione simile possa condurre anche alla morte.

Ovviamente questo articolo non vuole suggerire a nessuno di compiere un gesto estremo, vuole semplicemente sottolineare in che modo l'azione violenta dell'integralismo cattolico rappresenti un reale rischio, soprattutto per qui giovani che subiscono simili violenze anche all'interno di una famiglia indottrinata dai soliti personaggi noti. Peraltro gli stessi che poi negano l'esistenza stessa dell'omofobia quando qualcuno perde la vita, anche se l'unico reale dato che abbiamo in mano è la consapevolezza di come le notizie che giungono sui giornali non siano altro che la punta di un iceberg dinnanzi ad un fenomeno che presumibilmente ha dimensioni inimmaginabili.
Persone come Leelah Alcorns hanno scritto nero su bianco come la colpa della loro morte dovesse essere attribuita all'integralismo religioso di genitori che non la accettavano per ciò che era, ma quanto altri ragazzini o ragazzine non hanno lasciato traccia delle loro emozioni dinnanzi ad una vita vissuta nella paura che i loro genitori potessero scoprire la loro omosessualità e potessero fare loro del male? Quanti di loro saranno stati oppressi dalla paura sino a non trovare la forza di chiedere aiuto o anche solo di poterne parlare con qualcuno? Per l'integralismo cattolico quelle morti non contano, ma non è così per chi oggi non c'è più.

A questo punto del discorso appare doverosa è una parentesi volta a sottolineare che chiunque dovesse provare quel senso di oppressione che quella non è una soluzione: tante associazioni lgbt possono offrire assistenza, così come chiunque può rivolgersi ad insegnanti o presidi qualora subisca violenze domestiche dettate dall'orientamento sessuale. E, a rischio di sembrare impopolare, non dimenticatevi che esiste sempre la possibilità di poter abbandonare l'Italia e di cercare asilo in uno stato in cui la laicità esista realmente e in cui sarà lo stato a proteggervi dalla violenza dei "cattolici". Quindi non permettete all'Adinolfi di turno di poter fare una tacca sulla sua cinta grazie al vostro abbandono: resistere o anche scappare sono soluzioni più che dignitose dinnanzi ad una simile pressione psicologica. L'unica cosa importante è non mollare e non permettere a nessuno di impedirvi di vivere solo perché si reputano migliori di voi, anche perché spesso lo dicono in virtù di vite fallimentari in cui l'unica cosa di cui possono vantarsi è l'uso che fanno del loro pene (e questo la dice lunga sull'inutilità delle loro vite)

Detto ciò, va detto con chiarezza che il silenzio delle istituzioni è un silenzio complice ed inaccettabile. Decine di studi evidenziano come il bullismo dei gruppi integralisti comporti un evidente abbassamento dell'aspettativa di vita di chi è esposto alla loro continua violenza psicologia. E se un gay rischia di vivere qualche anno di meno solo perché Adinolfi si diverte ai aizzare la gente contro di lui, si è dinnanzi ad un fatto gravissimo. I dizionari definiscono "omicidio" quel reato che consiste nel cagionare la morte di un uomo. E siamo proprio certo che non ciò che l'integralismo cattolico stia facendo nella più totale impunità e senza che alle loro vittime sia offerta un qualsiasi via di fuga che non sia l'espatrio in un Paese civile?
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