Il teologo Alberto Maggi: «I gay sono perseguitati per il solo fatto di amare e di volersi bene»


«Chiedere perdono ai gay? Credo che sia un atto sensato, giusto, doveroso e persino tardivo, è arrivato con ritardo rispetto alla tabella di marcia, visto che i gay hanno subito e subiscono persecuzioni legate alla loro condizione». È quanto afferma il teologo padre Alberto Maggi, direttore di Studi Biblici Vannucci e membro dell'Ordine dei Servi di Maria.
A stupire è anche come tale opinione sia stata pubblicata sulle pagine del sito integralista La Fede Quotidiana, forse colta alla sprovvista da un'intervista inaspettata. Ancor più dopo che il teologo ha precisato che «gli omosessuali e le lesbiche sono stati perseguitati e in parte ancora lo sono, solo per la “colpa”, chiamiamola così, di voler bene. Il vero male, al contrario, è odiarsi, detestarsi con la violenza, mai l’amore di qualunque orientamento sessuale sia. In pratica i gay sono perseguitati per il solo fatto di amare e di volersi bene, una cosa illogica».
A quel punto l'intervistatore prova ad obiettare: «Ma la dottrina della Chiesa cattolica e il catechismo sono chiari, vanno in senso contrario». Un tentativo che finisce nell'acqua, dato che Maggi replica pacatamente: «L'orientamento sessuale al fine delle Beatitudini della vita, non conta. Quello che rileva è la quantità e la qualità di amore che si danno e pertanto che senso ha giudicare in base al sesso o alle inclinazioni? La dottrina, inoltre, non è un monolite o un fossile, può cambiare, si evolve con i tempi e poi, angelo alla mano, di omosessualità non si parla, trovatemi un passo del Vangelo, dico uno. Il problema omosessualità non si trova e certamente il Vangelo non vi ha prestato attenzione, perché a suo tempo non era al centro dei dibattiti come oggi. Non ho mai letto nel Vangelo un versetto che discrimini i gay»
Forse sperando di trovare un po' di omofobia almeno in quel punto, viene chiesta la sua opinione sull'adozione. Ma anche qui non è stata trovata la chiusura auspicata: «È una faccenda molto delicata che richiede conoscenza e ponderazione -afferma- Io non sono un esperto e non so dare risposte precise o competenti. Dico che dopo la Grande Guerra tante donne hanno allevato da sole o con altre donne i bambini causa della morte dei mariti durante i combattimenti e non sono cresciuti degli anormali».

Tali posizioni hanno inevitabilmente scatenato le ire dei lettori che, tra i commenti, hanno dato libero sfogo ai loro pregiudizi nel consueto stile violento che contraddistingue l'integralismo. E c'è chi scrive: «Questo pseudo teologo è scandaloso. Non è la prima volta che spara errori dottrinali. Ed è pure ambiguo… Se è vero che Gesù nei Vangeli non parla di omosessualità (per il semplice fatto che non era minimamente concepibile nella società ebraica), San Paolo ne parla abbondantemente, specie quando entra in contatto con quelle civiltà che avevano introdotto delle perversioni sessuali…».
Si tratta di un commento interessante perché mostra come questa gente preferisca sostituire Gesù con testi più strumentalizzabili, costruendo una propria realtà alternativa che possa giustificare il proprio odio verso il creato e l'opera di Dio. Il solo sostenere che l'omosessualità fosse inconcepibile nella cultura di Gesù significa negare l'evidenza di una quotidianità in cui l'essere gay era all'ordine del giorno. Eppure si ignora la realtà storica, si archivia Gesù e si sostiene che le lettere di Paolo legittimino l'odio contro i propri fratelli. E magari questa gente pensa pure di essere "cristiana"...
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