Rai Due si scusa per la censura omofoba, ma la giustifica parlando di «eccesso di pudore»


Non accennano a scemare le proteste per l'imbarazzante censura che Rai Due ha riservato alla serie "How to get away with murder", ancor più alimentate dalle labili scuse che la rete ha diffuso dopo le proteste dei telespettatori. Attraverso i suoi canali social, la rete ha infatti scritto: «Un eccesso di pudore ci ha fatto sbagliare e ci scusiamo. Domani sera la versione originale di #htgawn alle 21.05 su RaiDue».
Peccato che quel "pudore" non ci sia stato nei confronti delle scene id sesso eterosessuali contenute nella prima puntata e che tale "pudore" non esista neppure nel mandare in onda le interviste ai figli dei boss mafiosi o a inquadrare in prima serata la farfallina di Belen. Insomma, se il "pudore" pare esistere solo quando è contro i gay, allora si ha l'impressione di essere dinnanzi a quelle stesse persone che parlano di "libertà di espressione" dinnanzi ai crimini omofobi.
Non solo. Pare difficile dimenticare come la Rai censurò un bacio gay durante il concerto del primo maggio, come bloccò lo spot anti-omofobia perché conteneva parlava apertamente di omosessualità o come censurò "per errore" la messa in onda di Brokeback Mountain ripetendo quello stesso "errore" per ben tre volte in quattro anni. Potranno anche continuare a dire che si stanno sbagliando, ma quando lo stesso errore viene commesso ogni santa volta, l'impressione è che dietro ci sia del dolo. Anche nel caso di Brokeback Mountain ci furono le scuse e una seconda programmazione integrale, peccato che l'errore sia stato nuovamente ripetuto.
per ottenere giustizia è stata necessaria una protesta da parte del pubblico, unita anche ad una figuraccia internazionale (contro la censura si è mosso anche il cast del film, notando come l'Italia sia stato l'unico paese ad avere problemi con una scena che si limitava a raccontare la vita reale di migliaia di persone). ma, cosa ancor più grave, il reale rischio è che il prossimo nazista che picchierà a sangue un gay potrà sentirsi legittimato dire che non l'ha massacrato per odio, ma solo per un «eccesso di pudore».
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