La Rai vieta un bacio gay sul palco del concerto del Primo Maggio


Nel 2015 sembrerebbe impossibile che qualcuno possa scandalizzarsi dinnanzi ad un bacio gay, eppure è proprio quanto accaduto in occasione del concerto del Primo Maggio.
«Sei coppie, due formate da gay, due da lesbiche e due da eterosessuali, avrebbero dovuto salire sul palco del concerto del Primo Maggio assieme agli Stato sociale e baciarsi ma la Rai lo ha impedito». È questa la denuncia lanciata da Flavio Romani, presidente nazionale di Arcigay.
«Le coppie -prosegue Romani- erano già nel retropalco e avevano già firmato le liberatorie di rito quando l'organizzazione ha comunicato loro che la Rai non intendeva mandare in onda quel contenuto essendo la trasmissione ancora in fascia protetta [...] Una censura insensata, che tratta l'omosessualità come una cosa oscena, impresentabile. Un atteggiamento inaccettabile, che nella tv pubblica, quella pagati anche con le tasse delle persone gay e lesbiche, rende invisibile un pezzo di Paese, proprio sul palco del Primo Maggio dove la parola diritti dovrebbe avere un significato particolare. Chiediamo ai vertici delle sigle sindacali, che organizzano la manifestazione, di prendere le distanze pubblicamente dall'atto discriminatorio della Rai».

Curiosa è anche la giustificazione addotta dal servizio pubblico. L'organizzatore Massimo Bonelli ha dichiarato: «È un evento in diretta, tutto deve essere organizzato in maniera minuziosa, l'autore non può approvare una coreografia che è stata annunciata dieci minuti prima».
Lo Stato Sociale dichiara di aveva comunicato la scelta due giorni prima dell'esibizione ed altrettanto incoerente è come le coppie abbiano firmato una documentazione che evidentemente è stata preparata in più di dieci minuti. Al solito, dunque, le versioni non coincidono e appare sempre più evidente l'ombra di un Paese pronto a negare il diritto stesso all'esistenza a chi risulta poco gradito al mondo dell'integralismo religioso. Perché anche in fascia protetta, non è certo un bacio a dover essere censurato.
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