Unioni civili: arriva la scandenza ma non il decreto ponte


Non c'è traccia del decreto ponte che sarebbe dovuto arrivare entro il 5 luglio, ossia a trenta giorni dall'emanazione della legge Cirinnà. Non solo. Nessuno ne parla, nessuno spiega perché non sia arrivato, nessuno dice se mai arriverà.
Si tratta di un atto che avrebbe dovuto comunicare ai Comuni come procedere nella costituzione delle unioni, fornendo procedure e moduli atti a garantire il rispetto della legge (il tutto in attesa dei decreti attuativi definitivi che tassativamente dovranno arrivare entro sei mesi).
A dovere emanare il decreto ponte è il presidente del Consiglio su del ministero dell’Interno, ossia di quello stesso Angelino Alfano che ha fatto il diavolo a quattro per cercare di svuotare ed affossare la legge. E se la scadenza di trenta giorni non era perentoria, facile è temere che si sia dinnanzi ad una mancanza dettata da una volontà ideologica di un uomo che pare stia approfittando della sua carica per danneggiare quei cittadini che non gli sono mai andati a genio.
la situazione che si verrà a creare è paradossale. Da domani i singoli sindaci potranno procedere alla costituzione delle unioni, ma ognuno farà a modo suo ed è altro il rischio che dei vizi formali possano condurre all'annullamento da parte del prefetto. Appare ovvio anche che sarà facile commettere dei vizi formali dato che non esista alcuna procedura definita.
Inutile a dirsi, dopo decenni di attesa pare che si subirà l'ennesima umiliazione attraverso ritardi ingiustificati e al limite del ridicolo. il tutto in quell'inaccettabile clima in cui chi sta impedendo i diritti costituzionali di migliaia di cittadini non si sente neppure in dovere a spiegare mai si ritenga che quelle persone siano immeritevoli del suo tempo anche se poi si pretende di percepire un lauto stipendio grazie alle loro tasse.
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