Adinolfi insulta pure i preti che osano dissentire dal suo pensiero unico


Smascherato da uno misero 0,6% di consensi, Mario Adinolfi le sta provando tutte pur di far parlare di sé. Ed è forse per cercare di far parlare di sé che il leader integralista scrisse su Twitter: «Avrei voluto essere il ribelle di una società bigotta, ma in una società di troie e rottinculo l'unica ribellione possibile è essere bigotti».
Oltre a suscitare l'indignazione della società civile, anche don Dino Pirri ha ritenuto di dover rispondere a simili offese lanciate da un tizio che si auto-promuove auto-dichiarandosi "cristiano" praticamente ogni due frasi. E don Pirri non è l'ultimo arrivato: nel mondo cattolico è conosciuto per la conduzione di un programma trasmesso da TV2000, l'emittente dei vescovi. In risposta alle frasi di Adinolfi, ha scritto: «chi non è bigotto vede una società di persone da Amare. E sa che c'è sempre la possibilità ‘nuova’ del vangelo».
Data la risaputa incapacità di Adinolfi nell'accettare le critiche, nella sua risposta non ha saputo trattenersi dal nominare il nome di Dio invano ed ha scritto: «perché lei, padre, vuole piacere al mondo. Ha questa ansia conformista di non dire mai che il male è male. Gesù ci giudicherà».
E se questa asserzione appare più una minaccia verso il divorziato Adinolfi che va in giro a giudicare il mondo nonostante Gesù sia stato molto chiaro nel condannare un simile atteggiamento, qualcun altro di domandato «chi decide quale comportamento è il male e chi decide se una donna è poco di buono o un uomo è deviato?». Ma Adinolfi non aspettava altro per strumentalizzare le parole del sacerdote nell'asserire: «Secondo don Dino nessuno decide niente, va tutto bene, il peccato non esiste. Il cristianesimo come piace a te».
Forse incapace di parlare senza citare i suoi slogan, il divorziato Adinolfi si lancia anche nel sostenere che le unioni civili sarebbero una legge «che porta alla compravendita dei bimbi» o nell'attaccare don Pirri perché non lo appoggia nel giudicare i gay a vantaggio del suo "partito" politico. Ed è parlando del peccato che scrive: «non citandolo mai per paura di "giudicare" se ne nega di fatto l'esistenza. A lei piace criticare me. Mai vista criticare altri».
A quel punto il sacerdote gli fa notare di non averlo mai offeso e di aver soltanto espresso un'opinione «da cristiano non bigotto» ma dato che Adinolfi non tollera alcuna opinione contraria alla sua, ecco che sbotta: «e allora esprima qualche opinione in più, da cristiano e non tema di essere giudicato "bigotto". Gesù non voleva piacere a tutti». Pronta è stata la risposta del sacerdote: «io non voglio essere bigotto perché è contro il Vangelo. Non voglio dire a nessuno "troia e rottoinculo", perché è peccato».
Immancabile è la chiusura del sedicente divorziato che gioca a poker e che pare voler giocare anche con la vita altrui al solo fine di "vincere" una mano: «oh, almeno abbiamo ottenuto la parola "peccato". La riutilizzi in altre occasioni, le tornerà utile. Buona giornata padre».
Ma anche il sacerdote non se ne sta zitto dinnanzi a potante arroganza, ed aggiunge: «nelle omelie, nelle catechesi, quando parlo ai cristiani. in contesti diversi uso analogie per creare basi di dialogo. Ciao».
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