Dalle frequenze di Radio Padania, Toni Brandi lancia nuove intimidazioni: «Denunceremo Gayburg»


«Il buon senso e la ragione naturale, che insegnano cosa è il matrimonio vero. Anche se tutte le leggi del mondo dicessero che due persone dello stesso sesso si possono unire in matrimonio, la cosa resterebbe nella verità una ridicola mascherata, uno pseudo-matrimonio». È quanto affama l'associazione ProVita in uno dei suoi innumerevoli proclami discriminatori contro la dignità stessa di gay e lesbiche.
Ormai siamo dinnanzi ad una colonizzazione ideologica continua, in quel clima intimidatorio in cui pare evidente che Toni Brandi ci voglia far capire che in Italia un gay non potrà mai essere felice perché lui non lo permetterà.
Ovviamente non si sta parlando solo dei continui insulti che è il suo sito è solito riservare a gay e lesbiche, ma anche di quei progetti lobbistici volti a muovere alcuni politici come marionette o alle sue continue aggressioni alla pari dignità di intere famiglie. Il tutto condito dalla promozione delle violente "terapie riparative" a cui spera che i genitori bigotti possano condannare i loro figli gay.

Nel totalitarismo omofobo a cui Brandi pare aspirare, il dissenso non è tollerato al pari di come avveniva durante il fascismo. Ed è così che ciclicamente lo troviamo pronto a tentare di zittire chiunque osi denunciare le sue menzogne, i suoi intrighi politici o la sua azione contraria alla vita altrui. E per farlo non si astiene neppure dall'inventarsi false minacce di morte dinnanzi ad articoli in sui ci si era limitati a notare come le vittime di l'oppressione generata da una continua aggressione non potranno sperare che il problema si risolva da sé, dato che neppure l'eventuale morte naturale dei loro aguzzini avrebbe estinto quella quotidiana violenza.

Sulla base del nulla, il sito integralista afferma:

Il presidente di ProVita Toni Brandi è stato minacciato per l'ennesima volta dal sito Gayburg. Ne abbiamo già parlato, facendo riferimento anche a quanto riportato dal giornalista de La Stampa Marco Tosatti.Sullo stesso tema Brandi ha rilasciato oggi un’intervista a Radio Padania, che riportiamo in fondo.
Di fronte a chi augura la morte, il nostro presidente ribadisce la linea di tutta ProVita: noi non siamo affatto contro le persone omosessuali. A differenza di alcuni di loro, non ci sogneremmo mai, neppure lontanamente, di sperare nel loro decesso. Le accuse di
Gayburg sono assolutamente false, e alle menzogne rispondiamo con la pacatezze e con la compassione. Però anche ricorrendo alle vie legali, perché questo clima di odio verso chiunque osi non sottomettersi all’ideologia della lobby LGBT (questa sì, la combattiamo, perché pericolosa, specie quando la si vuole imporre ai bambini) è preoccupante. E ricorda, come viene detto nell’intervista, quegli anni Settanta che credevamo di aver lasciato alle spalle, con tutto il loro carico di sangue.

Insomma, si parte dal sostenere che ci siano state «minacce di morte» per poi declassarle ad «auguri di morte» quasi come se si fosse dinnanzi a dei sinonimi. Si cerca di fare terrorismo promettendo denunce verso chiunque osi contrastare il loro pensiero unico, nonostante ci sia da domandarsi su quale base intenderebbero procedere dato che pare inutile ribadire come nell'articolo da loro citato non ci fossero né minacce né auguri. Allo stesso modo c'è da ritenere che Brandi non possa avere alcun titolo per dire come le sue continua aggressioni possano essere percepite da altri.
Anzi, forse c'è da domandarsi se Brandi abbia letto quelle righe dato che non è umanamente possibile sostenere l'esistenza di «false accuse» dinnanzi ad un testo in cui si parlava di un percepito (che per sua stessa definizione è soggettivo, ponendo Brandi nella situazione di chi vuole dire che cosa debbano poter pensare gli altri).

La falsificazione della realtà prosegue con i soliti slogan integralisti, accompagnate da quelle decontestualizzazioni che paiono buttate lì solo per evitare di dover motivare le proprie accuse:

Ormai basta sostenere che 2+2 fa 4 per essere bollati come omofobi. L’omofobia è divenuto il peggior crimine di cui una persona si può macchiare. Eppure –afferma il nostro presidente– l’Italia non è affatto omofoba. E a dirlo non è ProVita, ma i dati dell’Ocse, dell’Ilga e dell’Unar, ovvero enti al di sopra di ogni sospetto.
I veri omofobi sono quei pochi esponenti della lobby LGBT che pretendono di parlare in nome di tutti gli omosessuali. La loro battaglia non è per i gay, ma solo per se stessi, per conservare ed accrescere il proprio potere. L’unico scopo è puntellare e diffondere l’ideologia arcobaleno che, in quanto ideologia, non è connessa alla realtà.

Se non fossimo dinnanzi ad un individuo così feroce e violento, ci sarebbe quasi da provare pietà per un vecchietto col papillon che va in giro ad inventarsi false minacce al solo fine di ottenere visibilità.

Gravissimo è poi come Radio Padania abbia ritenuto di dover sostenere che quella false minacce fossero reali, giungendo a sostenere «siamo stanchi di vedere che in Italia chi porta avanti certi valori può essere minacciato, può essere insultato in maniera impunita». Ecco, era proprio ciò che diceva l'articolo nel commentare le continue minacce e insulti che quotidianamente vengono sferrate dall'integralismo.

Durante la lunga intervista, volta a lanciare accuse gravissime senza alcun contraddittorio, Brandi si lancia in una serie di affermazioni da pelle d'oca. Ignorando che se le sue denunce sono state archiviate dai magistrati è probabilmente a causa delle loro infondatezza, attacca: «Purtroppo le nostre denunce vengono archiviate o restano sul tavolo dei magistrati. Adesso denunceremo Gayburg perché su un articolo ci minacciano di morte».
Afferma poi che «noi non attacchiamo i gay, non li insultiamo» per poi aggiungere che «gli omosessuali non devono chiedere matrimoni o adozioni. Devono farsi gli affari loro come si sono fatti per duemila anni». Citando frasi mai scritte nell'articolo che accusano (è assurdo tirare in ballo la Corte Europea quando nell'articolo si parlava di precise lettere inviate alla Commissione Europea, ossia ad un altro ente, ndr), Brandi torna a lagnarsi che «le nostre denunce non hanno seguito mentre quando loro denunciano noi, entro due mesi io sono chiamato dai carabinieri». Una persona sarebbe spinta a ritenere che forse il problema èc che le loro accuse sono false mentre quelle di istigazione all'odio hanno appigli diversi, ma lui preferisce sentenziare: «C'è una persecuzione nei nostri confronti».
Immancabile è anche il chiamare in causa il solito vaticanista anti-gay, sostenendo che sia lui a certificare e sue bugie riguardo a quelle fantomatiche minacce: «Marco Tosattti, che ha scritto un articolo su queste denunce di morte a me e Adinolfi, ha ricordato gli attacchi al commissario Calabresi che poi venne ucciso».
A quel punto è il conduttore a parlare contro i gay, sostenendo che «Da quella parte lì qualche fanatico, qualche esaltato, qualche testa calda purtroppo vi sia».
Sempre parlando di Gayburg, il conduttore afferma che: «Un altro trucco usato da questi signori sono quelli di porgersi come vittime. Sono lupi con la pelle d'agnello». Ed è in risposta a tale affermazione che Brandi si lancia nel sostenere che l'omofobia non esista.
E dato che Brandi si dice «perseguitato» dagli articolo di Gayburg, non sarebbe forse il caso di fargli notare che non c'è un solo articolo che non sia una risposta ad un un loro testo? E se di persecuzione si tratta, non sarà che a compierla sia lui e non chi si limita a confutare e commentare le sue affermazioni?

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