Mirko De Carli: «Dio non ha dato alcun talento ai gay. I credenti lgbt sono massoni che minacciano la Chiesa»


Mirko De Carli è uno dei redattori di Mario Afdinolfi, nonché il candidato sindaco che l'integralista ha proposto a Bologna alle scorse elezioni amministrative. Respinto dalla popolazione con un misero 1,19% di voti, De Carli ha ora spostato su Internet e sui social network la sua attività di promozione della discriminazione.
In un articolo dal titolo "Pride e Vangelo: così a Firenze la propaganda più temibile", l'uomo si scaglia contro i gay che osano essere cristiani anche a fronte di un cristianesimo che lui concepisce solo come un qualcosa che sia di sua esclusiva proprietà, utile solo a creare discriminazione e a negare pari dignità in un'ottica di guadagno politico. Ed è così che scrive:

"Far fruttificare i propri talenti" è il titolo del raduno nazionale dei Cristiani Lgbt che si terrà a Firenze dal 28 al 30 ottobre. Un vero e proprio raduno sostenuto e promosso in primis dalla associazione "Cammini di Speranza", un’organizzazione impegnata attivamente nella ricerca di un cambiamento all’interno della Chiesa teso a superare gli ostacoli ancora presenti (a detta loro) per una piena accoglienza e riconoscimento dei cosiddetti ‘Cristiani arcobaleno’.
Queste iniziative si rifanno ad esperienze già messe in atto nei mesi scorsi, come ad esempio il Forum dei "Cristiani lgbt". Partecipano a questi meeting giovani con un’età che varia dai diciotto ai quarant’anni e che sono spinti ad incontrarsi e a ragionare sulla loro presunta identità ‘fluida’ attraverso le sollecitazione che arrivano anche (incredibile a dirsi) da sacerdoti e famiglie.
Molti di questi ragazzi, animati dal desiderio di capire sempre più la loro natura umana, sono arrivati a costituire il "Progetto Giovani Cristiani Lgbt": soggetto promotore del festival di Firenze di fine ottobre.

Denigrati i gay cristiani, De Carli passa a usare una vergognosa ironia volta a sbeffeggiare chiunque osi vivere la propria religiosità in un'ottica diversa da quella del fondamentalismo cattolico:

Ma perché un giovane dovrebbe partecipare. Se lo domandano anche gli organizzatori stessi e provano a rispondere in questi termini: "sarà ovviamente un luogo in cui incontrarsi in serenità, conoscersi e capirsi. Ma sarà anche molto altro: partendo dalle esigenze emerse durante il workshop giovani del Forum dello scorso aprile e grazie ad un sondaggio degli scorsi mesi lo scopo del ritiro è quello di comprendere insieme quale possa essere un progetto concreto e comune per far sì che noi giovani omosessuali, bisessuali, transessuali siamo concretamente attivi nelle nostre realtà parrocchiali e possiamo essere latori di una nuova pastorale".
Concretamente attivi nelle nostre realtà parrocchiali? Latori di una nuova pastorale? L’obiettivo è molto chiaro e nitido: accerchiare i sacerdoti, già molto fragili nel contrastare i venti arcobaleno nelle diocesi italiane, per sensibilizzarli al tema della necessità di conciliare il cristianesimo con l’ideologia arcobaleno. Un eresia bella e buona. Qui non si riflette sull’abbraccio a una persona e al suo percorso personalissimo di rapporto con Dio (il famoso ‘chi sono io per giudicare’ di Papa Francesco): si lancia una campagna tesa ad indebolire la pastorale cristiana, cattolica, attraverso infarinature figlie di una mondanità relativista davvero pericolosa.

Esattamente come avveniva sotto il fascismo, De Carli sostiene che il suo Dio non sia un padre che ama tutti i suoi figli, ma un Dio malvagio che ha creato l'omosessualità solo per dare a lui e al suo partito la possibilità di odiare e disprezzare il prossimo dall'alto di quello che lui sostiene sia un presunto diritto di nascita basato sull'orientamento sessuale.
Ed incessante è anche il suo tentativo di sfruttare Dio come arma di morte, in quella continua aggressione in cui l'esponente del partito di Adinolfi non manca mai di sostenere che i gay siano una minaccia e che debbano essere privati del loro diritto alla libertà religiosa perché sgraditi al fondamentalismo cattolico. Critiche vengono volte anche a quei genitori che accettano i figli gay anziché discriminarli e spingerli verso il suicidio quale conseguenza di quelle fantomatiche "terapie riparative" promosse da Adinolfi, vere e proprie torture prive di qualunque valore scientifico in cui sedicenti "terapisti" cattolici cercano di incutere sensi di colpa alla loro vittime.

Proseguendo nella sua crociata anti-gay, De Carli aggiunge:

Andiamo a vedere i relatori di questo meeting. ‘I nostri ospiti’ dichiarano gli organizzatori ‘saranno psicologi per aiutare a capire se stessi, sacerdoti e suore testimoni di una nuova pastorale inclusiva già iniziata presso alcune comunità, membri di associazioni cristiane lgbt per raccontarci le loro esperienze nell’attivismo sia all’interno della società italiana sia all’interno della Chiesa’.
Perfetto: psicologi, sacerdoti e testimoni cristiani lgbt. Sono davvero curioso di conoscere quali saranno questi preti che stanno praticando questa nuova pastorale ‘arcobaleno’ e su quali ‘sacri testi’ poggia la loro iniziativa.
Conferma della significatività dell’iniziativa l’abbiamo dalla location dell’evento: una foresteria di suore. I numeri, vista la capienza della foresteria indicata per gli alloggi (trenta posti), dicono anche dell’ inesistenza di un vero seguito ad iniziative del genere. Grazie a Dio.
Tutto questo trova sintesi nel titolo della kermesse: "Far fruttificare i propri doni". Quali doni? E quali frutti? Divorando l’umanesimo di cui e imperniata la Chiesa cattolica e il cristianesimo tutto è possibile davvero "fruttificare i propri doni"? Non credo. Amare l’uomo significa amare la sua natura prima di tutto. Il fatto che Dio ci ha creato maschio e femmina, uomo e donna. Ma non per un credo di fede, ma per un’evidenza di fatto riscontrabile attraverso la natura stessa delle cose.

Non pago di aver sostenuto che i gay non abbiano doni né talenti e che siano una minaccia per chi non tollera la loro esistenza, l'adinolfiano conclude:

Operazioni di questo genere, che odorano tanto di massoneria, sono l’ennesimo tentativo di far passare l’ideologia del ‘volemose bene’ contro la retrograda difesa della vera antropologia dell’umano. Dobbiamo alzare il velo su questi attacchi continui alla Chiesa e a noi cristiani che emergono da iniziative come quella che si svolgerà a fine ottobre a Firenze. Ne va del nostro destino e di quello dei nostri figli. Nella speranza che i sacerdoti ‘veri’ alzino gli scudi contro queste pericolose eresie in atto nel nostro paese.

E dato che l'odio non può generare che odio, nei commenti lasciati dai suoi seguaci si percepisce la volontà discriminatoria che è alla base stessa del "partito" fondato da Adinolfi.
Tra loro c'è chi scrive: «La prima e più grande bugia è affermare che l'omosessualità sia "un talento". Essa è invece un disordine del comportamento per una mancata maturazione sessuale. Farlo, poi, salire in cattedra diventa surreale». Al atro aggiunge: «Scusate,ma questi "preti e suore" che partecipano andrebbero scomunicati?».
Evocata una punizione da chiunque osi dissentire dal pensiero unico integralista, c'è chi si lancia nel discquisire che, dato che lui reputa l'omosessualità un peccato, allora ai gay deve essere negato di poter essere cristiani perché il ladrone salvato da Gesù sulla croce avrebbe ammesso che la morte «era la giusta condanna per gli errori fatti».
A quel punto è lo stesso Mirko De Carli a sostenere che la fede dei gay è sbagliata e che qualunque pensiero che accetti la natura umana in tutte le diversità sia da ritenersi un «corso di fede cattolica rivista e corretta dall'ideologia Lgbt». Il tutto in quella chiave in cui questa gente dice che la natura è una «ideologia» se non può essere usata per sostenere che loro siano migliori degli altri per diritto di nascita.
Un tizio dice: «Proprio nella nostra Firenze vengono a promuovere abomini. Purtroppo la Toscana ha le istituzioni sinistrizzate. Anche a me da fastidio». Ed ancora: «Purtroppo a volte sono proprio i pastori che sbagliano. Qualche giorno fa un ragazzo omosessuale ha scritto che in confessionale il prete gli ha detto che se c'è amore non è peccato.. è evidente che c'è qualcosa che non va».
Si parte così cone le solite invettive: «Troppa confusione e col pretesto della Misericordia». «Occorre ridestare le nostre coscienze di cristiani e testimoniare la Verità», «Protestiamo davanti San Pietro agiamo». «È un attacco da non sottovalutare». «Credo che dobbiamo lavorare Uniti con la preghiera per quei cristiani formali che non perdono occasione per essere farisei».
Immancabile è anche chi sostiene che il prode sia il più grande nemico, in quell'ottica in cui i gay vanno bene solo se non osano chiedere diritti e accettano di vivere nell'ombra di chi crea odio contro di loro: «Secondo me qualcuno non sa leggere gli articoli , è importante accogliere ma soprattutto è una testimonianza di come si può vivere una diversità distaccata dal gay pride e altre regressioni». O, ancora, chi afferma: «Senza piu remore umane. Tra un po pretenderanno anche il matrimonio religioso. I sacerdoti abbiano un rigurgito di sana dottrina nella loro missione di ministri di Dio».
Un tizio non perde occasione per prendersela conquioi gli scout cattolici e la loro presa di posizione a favore dell'amore sezna pregiudizi, motivo per cui afferma: «Mi sembra un remake della Carta del coraggio. Secondo la moda del vivere come ci si sente, se un perverso si sente sano, non è peccatore, quindi non ha bisogno di chiedere aiuto a Cristo Gesù, inviato da Dio Padre per i malati». Ovviamente «i malati» sarebbero i gay e chi usa Dio per creare morte sarebbero « i buoni».
Conclude la lista di offese un tale che afferma: «É quindi chiaro l'obiettivo: distruggere la Chiesa equiparando le pecore alle capre, in modo tale che non ci sia più distinzione tra chi agisce verso Dio e chi agisce contro Dio». Cosa tutto ciò abbia a che fare ucon un partito politico non è chiaro, sempre ammesso non si stia mirando a creare una sorta di Isis cattolico che imponga una sorte di sharia basata sulle pruriginose convinzioni di gente che usa Dio come mezzo per giustificare ogni loro più perverso pregiudizio.

E dopo tutto quest'uso del cristianesimo come scusa per alimentare discriminazione, De Carli si lancia poi a rivangare il Vangelo stesso nel sostenere che ogni buon cristiano deve impedire l'accoglienza di schi scappa da morte e guerre. Strumentalizzando persino l'11 settembre, il leader adinolfiniano afferma sia necessario «esigenza di costruire un nuovo modello di accoglienza nei confronti delle popolazioni migranti che premono ai nostri confini» perché a suo dire «non si può accogliere indiscriminatamente chi non è in grado di apprezzare i fondamenti della nostra civiltà». In quel quadro in cui tutto deve essere messo in contrapposizione, afferma sia «necessario sviluppare un nuovo modello di accoglienza, che sappia operare distinzioni tra le provenienze dei migranti per ragioni economiche, perché risiede sempre più nella capacità di distinguere, diciamo pure discriminare tra culture non compatibili tra loro, la possibilità di trovare una soluzione al problema ed evitare di finire per esserne tutti quanti travolti».
Per la serie: i gay non vanno bene e devono essere discriminati. I migranti non vanno bene e devono essere discriminati. Il Papa va bene quando parla contro i gay e non quando chiede accoglienza. E chi glielo dirà che alcuni dei rifugiati che loro non vogliono è pure cristiano?
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