Unioni civili. Dopo la pagliacciata del sindaco di Rovigo, Bergamnini invita la coppia gay a «farsi curare»


Pare non conoscere limite la pagliacciata messa in atto dal sindaco leghista di Rovigo per cercare di danneggiare la prima coppia gay che ha chiesto di unirsi civilmente. Dopo aver paragonato la loro unione a quella tra un uomo e un cavallo (una citazione di Gianfranco Amato, per chi non lo sapesse) e dopo aver cercato di rifiutarsi di rispettare la legge, il sindaco Massimo Bergamin ha sferrato l'ultimo colpo nel negare loro una celebrazione dignitosa ufficializzata dalla persona da loro indicata.
Il primo cittadino ha infatti deciso di affidarli ad un'impiegato dell'anagrafe dopo aver tirato in ballo sarebbero «dubbi nelle modalità di carattere formale e istituzionale da osservare all'atto del ricevimento della dichiarazione di costituzione dell’unione civile» per i quale avrebbe richiesto «un parere sia al ministero dell’Interno che all'Anci». Nella storia di Rovigo, a nessuna coppia eterosessuale è mai stata negata la possibilità di veder ufficiare la propria cerimonia dalla persona da loro indicata.
Se Dio vorrà, forse la coppia riuscirà ad unirsi il prossimo 17 settembre. Non lo farà con le modalità desiderate e non avverrà nella dignità che sarebbe loro dovuta. Poi lasceranno Rovigo, intenzionati a farsi una vita altrove. Chissà, magari in un luogo dove l'esercitazione dei propri diritti non viene trasformato in un teatrino mediatico da un leghista alla ricerca di visibilità.

Il presidente di Arcigay Politropia, Nicola Pizzamiglio, ha annunciato che scriverà al prefetto di Rovigo per denunciare la situazione, lamentando anche gli insulti omofobi che la coppia ha ricevuto su Facebook da Ennio Boschetti (ex membro di Forza Nuova e candidato alle elezioni politiche del 2011 al fianco di Fabio Baroni). L'uomo ha scritto: «Che schifezza invece di vergognarsi e farsi curare si fanno pubblicità».
Un insulto che a detta dello stesso Boschetti lo avrebbe portato a raccogliere «numerose richieste d'amicizia ricevute» da parte di quelli che lui chiama «camerata». Ed anche qui gli insulti non mancano. Dinnanzi a chi gli dice che quella dei gay è «una vita insulsa», l'esponente di estrema destra risponde:

Di sicuro siamo passati da un'epoca SBAGLIATA in cui gli omosessuali, una volta scoperti, veniva derisi e offesi, ad un mondo di mezzo che è stato concesso loro di 'denunciarsi' in pubblico ed essere tollerati, ad un nuovo mondo composito di gay pride ed altre carnevalate per finire, ormai prossimamente, all'adozione dei bimbi. Troppo è stato concesso, a mio avviso, e quando leggo tutta sta pubblicità per questo 'matrimonio', mi sento offeso io. Ma a me, e, spero tanti altri di offesi, nessuno ci tutela. Mi sono sposato due volte io, e a parte le pubblicazioni obbligatorie sulla bacheca comunale, nessuno sapeva niente. Perchè questo batage mediatico che 'confonde' i nostri figli cresciuti in una famiglia e una educazione naturale?

Poi, lamentando che la Chiesa sbaglia a non accettare il uso divorzio (ma farebbe bene a negare una famiglia i gay), aggiunge: «Beh! L'importante è credere in Dio, non nella Chiesa modernista».

Dinnanzi a tanta ostentata ignoranza e a tanto odio, la replica del presidente di Arcigay Politropia è arrivata dalle pagine di Rovigo Oggi: «Su Facebook si trova di tutto, anche le perle di Ennio Boschetti che ha, come si dice, perso un’occasione per stare zitto. Un commento del genere fa intendere che Boschetti sia a favore di quelle pratiche riparative condannate da ogni comunità scientifica e che tanti danni hanno creato e creano ancora, che hanno ucciso e rovinato la vita di molte persone, spesso giovani, Lgbt. Affermazione molto grave e da cui è importante che tutti prendano le distanze, isolandolo nel suo odio e nella vera malattia, l’omofobia. Se ha così paura delle cose che definisce 'contro natura' è meglio che si tolga dalla politica e dai social network e se ne torni nelle caverne, dove probabilmente sarà a proprio agio. Ci sentiamo in dovere di ribadire ancora nel 2016 che l‘omosessualità non è una malattia e non è nemmeno una scelta, è una caratteristica di una persona, è una variante della sessualità, come sono variati della sessualità l’eterosessualità e la bisessualità. Parliamo a tutti quelli che ne hanno bisogno: non ascoltate la follia di odio di persone come Boschetti, non sono loro il futuro, loro vivono nel passato e vorrebbero trascinarsi tutti dietro, l’ignoranza così grottesca non può vincere».
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