Un altro sindaco sfida la politica dell'illegalità delle Lega e celebra un'unione civile


Le minacce di Salvini non hanno sortito gli effetti dediderati ed un altro sindaco ha deciso di preferire il rispetto della legge ai diktat di partito. Si tratta di Silvia Susanna, sindaco leghista di Musile di Piave, che ancor prima del sindaco leghista di Oderzo aveva unito civilmente due donne. In quel caso non si alzò alcun polverone, politico o mediatico.
La donna ha infatti commentato: «Sono stupita del clamore suscitato dal caso di Oderzo, a me nessuno ha detto niente».
Ma questa volta Salvini non potrà dare cosi facilmente sfogo alla sua ira: Susanna è legata all’ex sindaco di Musile, Gianluca Forcolin, attuale vice Zaia in Regione. Ed infatti da quest'ultimo è giunta una pronta difesa: «Non c’è alcuna circolare che dica che chi celebra le unioni civili è fuori dal partito -afferma- si tratta di obiezione di coscienza e come tale la si può esercitare o meno. Non è un ordine perentorio, chi non lo fa non va crocifisso. Silvia Susanna ha la mia piena fiducia».
In realtà non esiste alcuna "obiezione di coscienza" anche se i leghisti ne parlano in continuazione, ma resta il fatto che pare evidente la breccia nel fronte omofobo che Salvini avrebbe voluto presentare a Mosca come prova dei suoi progressi nel realizzare l'agenda politica di Putin.
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