Una video-inchiesta documenta cosa avviene nei capi di rieducazione gestiti da Luca Di Tolve


L'integralismo cattolico è attualmente coalizzato nella promozione della fantomatiche "terapie riparative" dell'omosessualità. Se l'unico effetto tangibile che potranno ottenere è quello di contribuire alla distruzione di numerose giovani vite (se non addirittura anche a qualche suicidio), l'impressione è che il loro obiettivo sia solo quello di far credere ai loro seguaci che i gay scelgano di essere gay e che quindi non ci sia nulla di male nel giudicarli e perseguitarli. Ed è per avvalorare tale tesi che negli ultimi mesi alcuni personaggi come Toni Brandi, Gianfranco Amato, Mario Adinolfi e Riccardo Cascioli sono tutti ricorsi alla figura di Luca Di Tolve per sostenere che lui sia la prova di come i gay possano "decidere" di diventare eterosessuali attraverso la preghiera e la conversione all'integralismo religioso.
Ovviamente loro non intravedono alcun problema di conflitto di interessi nel fatto che Di Tolve faccia soldi venendo le screditate teorie di Nicolosi nel suo centro di rieducazione di gay, ma ci sarebbe da domandarsi se si siano quantomeno documentati su cosa contenga quel pacchetto che stanno venendo ai loro seguaci. Perché il voler promuove di Tolve significa approvare tutto ciò che avviene nei suoi campi di rieducazione, peraltro rivolti a gay che hanno difficoltà nell'accettarsi, e tutto ciò che è stato documentato in una interessante video-inchiesta realizzata nel 2011 da Saverio Tommasi ed Ornella De Zordo dal titolo "Guarire si deve: chiesa e omosessualità".

Il video parte con l'analizzare le frasi contenute nei vari gruppi di sedicenti cristiani che vogliono "curare" i gay. Ad esempio il sito del Nath preponeva frasi come: «La verità è che non si è omosessuali, ma eterosessuali latenti. Far uscire la nostra vera identità maschile è possibile: noi ci siamo riusciti siamo qui per tenderti una mano». Peccato che già da tale frasi sia evidente che quella gente non sa di che cosa sta parlando, dato che tra virilità e omosessualità non ci sono legami, così come è pura ignoranza il sostenere che un gay sarebbe un uomo che si sente o che si comporta come una donna.
Ma ad aver suscitato l'interesse di Tommasi è stato soprattutto il corso di quattro giorni e tre notti organizzato proprio dal gruppo guidato da Di Tolve. Già nel modulo di iscrizione viene proposto un vero e proprio terzo grado in cui si chiedono informazioni sulla propria fede cristiana e proponendo quesiti in cui l'omosessualità veniva bollata come «il problema». Una volta iscrittosi, Tommasi ha ricevuto un volantino in cui era riportata la solita frase del Levitico: «Non avrai con maschio relazioni come si hanno con donna: è abominio». Giustamente il video ricorda come quella frase faccia parte di un testo più lungo dove ad essere bollati come «abomini» è anche il farsi tatuaggi, il mangiare crostacei o il radersi.
Si passa così ad analizzare come nella bibliografia ufficiale del corso di Di Tolve i gay vengano definiti con parole come «depravato», «pervertito», «inaccettabile», «sesso disordinato», «comportamenti sessuali illeciti», «bambini sessualmente non conformi». E poi, ancora, ci sono frasi come «i genitori devono imparare a trasmettere ai figli l'idea che la sua effeminatezza è inaccettabile» o «il nostro corpo non ci dice forse qualcosa di profondo riguardo al progetto della sessualità umana? Sarebbe normale decidere di bere da una cannuccia infilata, ad esempio, in una narice?».

Tommasi parte così per il suo viaggio e si ritrova a dormire in stanze piccolissime dotate di crocefisso, letto water... ma non il copriwater per costringere gli ospiti «a pisciare in piedi, perché pisciare da seduti è da femmine». Nella solita bibliografia del corso viene spiegato che bisogna fare attenzione che i bambini non siano «affetti» da quella che loro chiamano «Gender Identity Disorder» ed invitano a fare molta attenzione al fatto che i loro figli facciano pipì in piedi se maschietti e sedute se femminucce. In caso contrario dicono che si è dinnanzi a bambini «preomosessuali».
Interessante è anche la visione maschilista e misogina propinata da quei testi, nei quali si afferma che «l'uomo viene creato per primo e la donna per seconda [...] in paradiso un ordine del genere preclude la necessità di ruoli sessuali in sé. L'uomo e la donna se ne stavano entrambi di fronte a Dio, liberi di trarre profitto con Dio e reciprocamente, senza prescrizione di potere. Ma nella caduta, la donna viene ingannata per prima e conduce l'uomo all'inganno, un atto che inverte l'ordine dei sessi stabilito alla creazione. Questo porta alla dura conseguenza di Genesi 3,16, che stabilisce la leadership maschile e la sottomissione femminile». Ed ancora: «Dio disse ad Adamo di "dominare" la donna come conseguenza della sua disobbedienza (Genesi 3,16)».
Non mancano neppure esercizi pratici. Secondo i volumi del corso, i genitori dovrebbero imporre stereotipi di genere in maniera esplicita. Si legge: «C'è una frase molto semplice che può diventare uno strumento assai utile per i genitori di bambini preomosessuali: "[nome del bambino], ma quello è un comportamento [o un'attività o un gesto] da femmine, e tu sei maschio"». Ed ancora, dicono che «il primo compito di un uomo è quello di non essere una donna».

Il corso proponeva gli interventi di Luca Di Tolve (che si definisce «un omosessuale guarito»), di sua moglie Terry, don Maurizio (che poi non è venuto) e padre Massimo (un esorcista che veniva legato all'omosessualità attraverso il sostenere che i gay fossero il progetto del diavolo sulla terra).
Durante la messa, l'esorcista spiegava che «devo riappropriarmi delle armi di Cristo e ricominciare, non posso accettare che il demonio assuma autorità su di me». Ed ancora, durante i colloqui privati, il lavaggio del cervello proseguiva nel sostenere che «mancano dei pezzetti dentro i quali il demonio apre, apre a questa via, no? Quando questo diventa tra virgolette satanico, diventa, diventa tra virgolette satanica, ciò contro Dio, diventa satanica cioè contro il concetto di Dio quando la pulsione sessuale, l'atto, diventa contro Dio, perché il progetto di Dio non è quello. Perché poi questa roba qui apre le porte a tutta una perversione di ciò che è la genitalità. L'omosessualità è una disfunzione cognitiva della percezione di sé».
Frasi sconnesse che ripropongono le stesse cose dichiarate anche nei loro libri, dove è possibile imbattersi in frasi come: «Gesù chiede alla persona vulnerabile rispetto all'omosessualità: "Intendi seguire me o le forze mondane e demoniache in competizione per la tua anima?"».
All'interno del seminario di Di Tolve non mancano momenti dedicati al cinema, dove venivano mostrate scene dei maggiori film di Pedro Almodovar, ovviamente al solo fine di condannarle. Si parlava anche di Pier Paolo Pasolini per sostenere che sia morto per colpa dei suoi peccati sessuali. Di Tolve diceva che «a furia di andare con questi ragazzi, con tutto quello che ingenerava, apriva un mondo che non era del tutto sano. Il male genera il male, e alla fine ha aperto comunque, capito? Un qualcosa che non... che non va bene!». Dinnanzi alla domanda diretta in cui si chiedeva se Pasolini fosse morto «a causa dei peccati sessuali che ha commesso», Di Tolve rispondeva lapidario: «E certo!».

Riguardo alle screditate terapie di Nicolosi, i manuali del gruppo affermavano che «è nostra convinzione che l'umanità debba vivere in conformità con l'ordine naturale. Noi crediamo che la complementarietà sessuale e l'eterosessualità siano il fondamento di questo ordine naturale». «Io parto dalla premessa che tutti gli esseri umani, per loro natura, siano eterosessuali e che alcuni individui hanno un problema omosessuale. Per la precisione, uso il termine omosessuale come abbreviazione di "persona eterosessuale con un problema omosessuale"».
Ma è poi durante il corso che padre Massimo spiegava la sue curiose teorie su come i bambini "diventerebbero" omosessuali: «Il bambino non ha ancora una genitalità, una relazione di tipo genitale, ok? Ma è confinato nella sua identità, perché Perché mamma continua a dirgli che papà è stato un bastardo, hai visto che papà è veramente un po' bastardo perché ti dice: sabato alle cinque vengo a prenderti e arriva alle otto. nel momento in cui io mi accorgo che sono un maschietto mi chiedo che colpa ho. Mamma potrebbe prendere il bambino e consolidarlo, potrebbe prendere il bambino e dirgli: adesso smetti e vai fuori a giocare con i bambini, non voglio più vederti in casa. È un esercizio educativo fondamentale per salvare il bambino, se non lo fa aiuta il bambino ad andare giù. Perché mamma sostanzialmente ha in mente il gruppo delle bambine lì insieme a ricamare. mamma ha in mente questo, poiché mamma ha assunto questo alla sua età, proietta su di te ciò che lei ha vissuto, ma mamma dimentica che lei (...) e che tu non ti chiami Maria, ti chiami Marco, chiaro? Mamma questo lo dimentica! Questo vuoto che mamma mi crea è gravissimo per me!».


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