Enzo Pennetta, tra bugie ed anatemi


«Il sito Gayburg vede come unica soluzione al dissenso la morte degli avversari, un messaggio che ricorda l’inizio degli anni di piombo. Adesso siamo davvero a rischio di cattofobia, un rischio più vicino e non meno intollerante del fondamentalismo islamico». È quanto afferma Enzo Pennetta dalle pagine del suo blog, in quel clima di odio in cui pare che l'integralismo cattolico non sappia far altro che cercare di vomitare menzogne contro chiunque osi contrastare la loro propaganda di morte.
Il signor Pennetta è noto per il suo attivismo all'interno dell'integralismo cattolico, così come per il suo affiancare "donne sottomesse" in convegni di propaganda d'odio. Più opinabile è come l'uomo si presenti come un insegnante, anche se la sua ideologia del disprezzo pare rappresentare una reale minaccia per tutti gli studenti gay che rischiano di entrare in contatto con cui e con il suo bagaglio di pregiudizio. E questo senza osservare come pare difficile che un uomo che ostenta gravi difficoltà nella comprensione di semplici testi possa insegnare qualcosa a chicchessia...
Le gravissime accuse accuse che il signor Pennetta rivolge a Gayburg risultano ovviamente false, denigratorie e basate su una evidente malafede. E questo non solo perché nel testo a cui lui fa riferimento non c'è scritto nulla di ciò che lui assrisce, ma soprattutto perché è evidente che nessuna vittima vorrebbe vedere il proprio carnefice morto senza che sia stata riconosciuta la sua colpa. L'auspicio di tutti è che Adinolfi, Amato, Brandi e pennetta possano essere chiamati dinnanzi ad un giudice e che possano rendere conto dell'odio creato attraverso false teorie, non certo che possano scamparsela dopo aver distrutto la vita di centinaia di giovani per il loro sadico piacere. E si spera possano vivere abbastanza a lungo per posano osservare che il mondo va avanti anche se loro non vogliono, così come ci si auspica possano constatare con mano che l'amore vince sempre sull'odio.
Ma il mondo dell'integralismo non funziona secondo ragione dato che la propaganda deve essere costantemente nutrita. E dato che ad inventari quelle finte minacce di morte è stato Mario Adinolfi, sono le regole della menzogna ad imporre agli altri integralisti di fare quadrato in quel clima in cui si deve mentire se si vuole che la gente possa avere paura dell'altro. Altrimenti perché questa gente va in giro a dire che "difendono" qualcosa o che i diritti siano "una minaccia" verso famiglie che non verrebbero neppure toccate da quei provvedimenti? È la paura a dargli il potere, così come è l'isteria a permettergli un guadagno personale attraverso la vendita del pregiudizio in un ottica di convenienza politica. Una convenienza immorale, violenta, sanguinaria e spesso lesiva dei diritti umani più basilari.

Tra le altre falsificazioni di Pennatta troviamo il suo asserire che «L’unica soluzione al pensiero contrario al gender è per il sito Gayburg la morte degli oppositori, per il momento una morte naturale ma il messaggio è partito e il passo verso una posizione di odio mortale, è un film già visto durante gli anno di piombo». Peccato che in quell'articolo si stesse parlando di adolescenti che vengono spinto al suicidio dall'odio degli integralisti e quindi non si capisce se con il fantomatico termine «gender» lui intenda i parlare dei ragazzi ancora perseguitati o quelli che la sua ideologia ha già provveduto ad ammazzare.

E se Pennatta "argomenta" i suoi anatemi su false interpretazioni basate su un testo che non ha mai minacciato di morte nessuno, immediatamente si lancia nel sire che quel bravo ragazzo di padre Livio Fanzaga è stato ingiustamente accusato di aver augurato la morte a Monica Cirinnà. Complimentandoci con Pennetta per la sua capacità nel mischiare temi non inerenti, ne dovremmo dedurre che il dire che Adinolfi romperà le scatole ancora per molti anni sia da intendersi come una minaccia di morte, mentre il fatto di evocare il funerale della Cirinnà non lo sia. Come sempre due pesi e due misure a fronte di integralisti che hanno bisogno di creare sempre una contrapposizione al fine di tenere in vita una "battaglia" contro il prossimo che possa portargli vantaggio.
Ed è in quella continua generalizzazione di qualunque tema che pennetta passa a sostenere che il vaticanista Marco Tosatti sia vittima di odio perché qualcuno ha osato contestare il suo aver pubblicato statistiche false, insulti e mistificazioni atte a creare odio contro la comunità gay. Scrive Pennetta: «Tosatti è finito nel mirino, è proprio il caso di dirlo, per una serie di articoli in cui ha affrontato le tematiche LGBTQ e gender in modo non conforme al politically correct e finendo quindi etichettato come “omofobo” secondo le regole del gioco attualmente in vigore. Contro di lui è stata scatenata una violenta campagna su Twitter con l’hashtag #boycottlastampa , una campagna d’odio che chiunque può verificare».

Il fine è sempre lo stesso: dire ai propri seguaci che sia una libertà di opinione accettabile il sostenere che alcune persone non debbano esistere, dicendosi poi discriminati perché non si può discriminare a proprio piacimento il prossimo. Dice l'integralista: «Ma quale che sia il caso specifico la soluzione è la stessa: mettere a tacere Tosatti e Fanzaga. Questa è la libertà che viene concessa a chi la pensa diversamente, questi sono i sedicenti progressisti che propongono metodi alla Erdogan. L’intolleranza dell’estremismo religioso islamico di un Erdogan si incontra con gli stessi metodi usati dall’attivismo laicisteggiante del gender. Mettere a tacere è la parola d’ordine. E se non basta si dovrà mettere in carcere, e se ancora non basta c’è sempre la morte. Al massimo poi si potrà poi dire che si è trattato di “compagni che sbagliano”».
Ed è tra le righe che emerga ancora una volta come tutto l'odio omofobico abbia sempre solo scopo politico da parte di personaggi che direbbero qualunque cosa pur di osannare l'estrema destra. in quel continuo uso della religione che gli serve a sostenere che l'odio debba poter essere espresso a danno degli altri (ovviamente sostenendo che chiunque contesti loro debba essere censurato. minacciato o punito in virtù del loro ritenersi "superiori" per diritto di nascita).

Tra i commenti, Pennetta si lancia in altre affermazioni, forse ancor più gravi e ben più indicative della sua ideologia rispetto alle false accuse pro-adinolfiniane. Ad esempio scrive:

Per quanto possa apparire incredibile ai nostri occhi c’è chi ha come obiettivo la dissoluzione della famiglia come premessa alla dissoluzione dell’identità sessuale e nazionale–culturale. Quello che unisce queste tre cose è il fatto che costituiscono corpi solidi che fanno resistenza al capitalismo terminale dove tutto deve essere ridotto alla forma-merce. La fluidificazione del corpo solido costituito dal corpo sessuato viene attuata tramite l’imposizione del gender e la reificazione dell’essere umano fatta passare con la compravendita di bambini conseguente all’utero in affitto.
L’immigrazione incontrollata porta in una società senza identità come la nostra l’impossibilità di recuperarne una e spinge quindi verso una condizione amorfa, direi ad alta entropia, come appunto nei corpi fluidi.

Più in là dice anche che non esistono lobby che non siano gay-friendly, anche se forse basterebbe guardare anche solo alla Chiesa cattolica o alle varie lobby integraliste cristiane (di cui lui fa parte e che quindi dovrebbe ben conoscere) per confutare la sua tesi. Eppure è sempre in quel clima di promozione dell'odio che l'uomo scrive:

Sto cercando da mezz’ora una lobby potente non gay friendly ma non ho trovato niente. Adesso prendo una pausa caffè poi ricomincio…

Buffo è come dinnanzi a tutto ciò l'uomo si defnisca un libero pensatore,a nche se è nelle sue stesse parole che lo si percepisce come uno schiavo del pregiudizio e del sistema. la mancanza di argomentazioni lo costringono a dover assecondare curiose teorie inventate dai suoi padroni, mentre l'astio verso il mondo e verso la natura pare emergere dai toni sempre acidi e sempre furiosi che contraddistinguono la sua dialettica. Ma forse non potrebbe essere diversamente, dato che chi è felice con sé stesso difficilmente avrà motivi per dedicare la sua vita all'odio e al disprezzo verso la natura umana.
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