Il Vaticano critica Radio Maria? Per Coscioli ovviamente è tutta colpa dei gay


Pare inarrestabile la ferocia disarmante della promozione dell'odio contro gay e lesbiche messa in atto da Riccardo Cascioli, direttore de La Nuova Bussola Quotidiana e de Il Timone. Quasi non bastassero i suoi insulti quotidiani e le sue conferenze di promozione dell'odio in cui invita indirettamente i genitori a spingere al suicidio i propri figli attraverso le pericolosissime e screditatissime "terapie riparatevi" dell'omosessualità, è sempre sulla pelle dei gay che l'ultra-integralista sta combattano la sua guerra contro il Vaticano, presumibilmente in un'ottica di promozione del patriarcato russo quale esternazione di una "religiosità" decisamente più conforme alla sua visione del cristianesimo come mezzo politico per spargere morte ed ottenere potere attraverso l'uso di Dio.
È dalle pagine del suo sito integralista (immediatamente ripreso anche dall'associazione Famiglia Domani) che Cascioli firma un agghiacciante articolo dal titolo "Il caso Radio Maria? Un’operazione della lobby gay".

Con i soliti toni isterici e ricolmi di rabbia che caratterizzano la sua comunicazione, l'ultra integralista ricostruisce a modo suo la vicenda della predica in cui un sacerdote di Radio Maria si lanciò nel sostenere che il terremoto che ha colpito il Centro Italia fosse una punizione di Dio per l'approvazione delle unioni civili. Un'affermazione che tutti possono tranquillamente ascoltare, ma che lui preferisce attribuire ad una testata specifica per mere finalità politiche in quella sua ossessiva promozione di tutto ciò che volge verso estrema destra. Scrive:

Diciamo la verità: della condizione e del sentimento delle popolazioni vittime del terremoto in Italia centrale non importa a nessuno. Almeno a nessuno di quelli che si sono gettati nell’arena per massacrare padre Cavalcoli e, a ruota, Radio Maria. Più i giorni passano, infatti, e più appare evidente che siamo davanti a una vera e propria operazione di cecchinaggio che ha in un certo mondo Lgbt la regia, a cui volentieri una parte di ecclesiastici sta facendo da sponda.
Come abbiamo già scritto tutto nasce dal resoconto scandalizzato de L’Espresso in merito a un intervento di padre Giovanni Cavalcoli in una trasmissione di Radio Maria, in cui avrebbe affermato che il terremoto dell’Italia centrale «è colpa delle unioni civili». In realtà il caso nasce un po’ prima, perché padre Cavalcoli – che stava facendo una catechesi sul Battesimo - risponde alla domanda di un ascoltatore, tale Costantino di Cesena, che - lunga e articolata - sembra proprio voler mettere in bocca a padre Cavalcoli la risposta di cui sopra.

Da manuale, la prima regola è negare tutto senza portare alcuna prova a sostegno della propria tesi. È così perché lo dice lui e chiunque abbia tratto le proprie conclusione ascoltando la registrazione della diretta radiofonica è da ritenersi un perfetto idiota perché non ha compreso nulla. Ed ovviamente tale giudizio pare venga riservato a quel Vaticano che lui reputa indegno di aver espresso la propria condanna verso quelle inaccettabili posizioni.
Immancabile appare anche il ricorso alla solita solita macchina del fango con cui Cascioli ama tentare di screditare le tesi altrui. In questo caso, scrive:

Guarda caso, l’autore dell’articolo è un giovane giornalista, Simone Alliva, militante Lgbt. Non solo, a sentire un suo intervento a un convegno Lgbt, si direbbe che tiene costantemente sotto controllo alcuni conduttori di Radio Maria che parlano di omosessualità e dintorni.

Insomma, sia mai che qualcuno osi occuparsi di ciò che viene pronunciato per creare odio contro una minoranza, dato che l'importante non è occuparsi di ciò che viene detto ma del fatto che qualcuno non dovrebbe dovuto ascoltare.
E se i giornalisti non devono assolutamente poter vigilare sull'operato dell'integralismo, ben presto si giunge ad un attacco frontale ad un Vaticano che lui sostiene riservi troppa gentilezza nei confronti di quei gay che lui proprio non tollera. Scrive:

Ovviamente l’articolo viene ripreso immediatamente da Repubblica (stesso gruppo editoriale), ma anche da altri giornali. Eppure avrebbe fatto la fine di altri articoli al veleno contro Radio Maria – dopo due giorni non l’avrebbe ricordato nessuno - se non fosse per l’intervento inusuale e a dir poco sproporzionato del numero 2 della segreteria di Stato, monsignor Angelo Becciu.
Proprio il soggetto che interviene fa capire che l’intervento è più politico che dottrinale (la segreteria di Stato corrisponde al ministero degli Esteri), e il motivo è duplice: anzitutto il problema non è la sensibilità per le vittime del terremoto ma il riferimento alle unioni civili e perciò all’omosessualità. Non a caso a ruota di monsignor Becciu sono arrivati con i loro sgradevoli commenti il segretario della Cei, monsignor Nunzio Galantino, e alcuni vescovi particolarmente sensibili al tema omosessualità.

E dopo la solita doccia di odio e di disprezzo contro chiunque osi contrastare il suo integralismo, si arriva ad una parentesi che appare quasi comica nella sua assurdità:

Se padre Cavalcoli avesse detto che la causa del terremoto a Norcia è stata la ribellione di Madre Natura per il mancato rispetto da parte dell’Italia degli accordi per ridurre le emissioni di anidride carbonica, nessuno avrebbe avuto nulla da ridire. Di più, dal Vaticano sarebbero arrivati ampi consensi per il richiamo alla “conversione ecologica”, consensi come al tempo in cui lo stesso Cavalcoli si dichiarò favorevole alla comunione per i divorziati risposati (dall’altare alla polvere in pochi mesi). Del resto anche il direttore di Radio Maria, padre Livio Fanzaga, per tutto il tempo della discussione sulla legge Cirinnà non è stato affatto tenero con quanti l’hanno apertamente sostenuta o comunque favorita. E per questo deve pagare, anche nel senso letterale del termine.

Praticamente siamo alla supercarcere, dove si dice tutto e il contrario di tutto in modo da disorientare il lettore. Eppure, possiamo rassicurare Cascioli sul fatto che l'affermazione sarebbe stata grave qualunque scusa si fosse utilizzata. Ed è buffo come Cacioli appia colto l'occasione anche per tirare in ballo le sue teorie sul riscaldamento globale, in quella sua visione in cui la natura non debba essere rispettata e l'inquinamento non debba essere ritenuta un problema dato che lui non ha voglia di fare fatica ad occuparsene (per chi fosse interessato, qui trovate le sue teorie sul clima).
In una frenesia che lo porta ad attaccare tutto e tutti, Cascioli cambia di nuovo tema e passa a sbraitare contro chi ha osato occuparsi di come Radio Maria venisse finanziata con soldi pubblici:

Passa infatti un solo giorno, ed ecco che Repubblica lancia, già pronto, un altro siluro: Radio Maria prende dei soldi dallo Stato – 2milioni e 90mila euro nel triennio 2011-2013 – a mero titolo di sostegno, denuncia. «Quegli anatemi di Radio Maria pagati con i soldi pubblici», titola sobriamente Repubblica. I terremotati non c’entrano niente: ma come, si chiedono a Repubblica, accusano lo Stato «di avere scatenato il castigo di Dio» (il problema è sempre la legge sulle unioni civili) e poi dallo stesso Stato pretendono denaro senza neanche vergognarsi?
E davanti a questo sdegno espresso da un giornale come Repubblica il governo non può certo rimanere insensibile. E infatti passano solo poche ore e il Ministero dello Sviluppo economico invia al giornale romano un comunicato in cui annuncia che a partire dall’esercizio 2016 il contributo a Radio Maria è sospeso. Più veloci della luce, a dimostrazione che il problema della lentezza in Italia non è nella Costituzione. «È un'ottima notizia, esattamente quella che speravamo di apprendere», chiosa Repubblica, soddisfatta per l'ordine eseguito.

Difficile è comprendere perché Cascioli strilli tanto dato che pare abbastanza evidente che si stia limitando a lagnarsi di chi ha raccontato la verità dei fatti al posto di insabbiarla. Ma è proseguendo sulla linea di un ingiustificato vittimismo che lo troviamo capace di aggiungere:

Giustizia è fatta allora? Non ancora, perché nel frattempo il povero padre Cavalcoli – sospeso da Radio Maria e costretto al silenzio dal provinciale dei domenicani – si becca anche una querela per diffamazione da parte di alcuni rappresentanti del movimento gay: «La legge contro l’omo-transfobia che giace in Senato dal 2013 – dice un comunicato dell’Associazione nazionale contro le discriminazioni da orientamento sessuale (Anddos) - è purtroppo vecchia e superata nella sua impostazione, poichè giustifica l’omofobia delle organizzazioni religiose di carattere integralista: l’episodio di Padre Cavalcoli dimostra, infatti, la necessità di aprire una nuova fase culturale di sensibilizzazione sulle discriminazioni omo-transfobiche, un processo che dovrà culminare in una proposta di legge che equipari finalmente l’omo-transfobia al razzismo».

Eccoci qua. Ora non si può più sporgere denuncia e le persone che Cascioli è solito perseguitare dovrebbero a suo dire incassare in silenzio qualunque offesa. In una assurda teoria in cui lui pretende di poter incolpare qualcuno degli eventi naturali, ecco che pretende pure che la persona accusata non debba avere alcun diritto di difendersi. Ma è sempre spacciando la sua teoria come una verità rivelata che Cascioli va avanti con il suo piagnisteo e torna ad attaccare l'operato del Vatiocano:

Qualcuno in Vaticano si è accorto del trappolone e ha pensato di fare retromarcia, quantomeno di frenare questa caccia alle “streghe” Cavalcoli e Radio Maria? Al contrario, ieri ci ha pensato Alberto Melloni a regolare definitivamente i conti in nome del nuovo corso della Chiesa, sempre dalle colonne di Repubblica che oltre che giornale-partito è ormai diventato anche un giornale-chiesa.

Ed è dopo un'altra serie di anatemi che Cascioli finisce il suo discorso con una qualche incomprensibile affermazioni che volge ancora una volta a sostenere che si sia in guerra e che lui è contro tutto e tutti a meno che non si stia vomitando odio contro le persone a cui lui vorrebbe negare il diritto stesso alla vita:

Appare chiaro che per Melloni – e i suoi sodali in Vaticano - la soluzione sia spazzare via questa galassia senza pietà, perché rischia di ritardare la pacificazione con il mondo che la Santa Sede sta perseguendo. Vale a dire: la partita non è ancora finita, la triangolazione Repubblica-Governo-Vaticano (almeno alcuni settori) andrà avanti e il messaggio inviato attraverso Melloni è chiaro: non si fanno prigionieri.

Ma dopo tutto questo discorso e tornando al titolo da lui scelto, c'è da domandarsi chi sia quella fantomatica "lobby gay" a cui lui attribuisce la "colpa" di aver criticato Radio Maria. Visti i pesi degli attacchi e le urla contro il clero, parrebbe quasi che ci stia dicendo che la fantomatica "Lobby gay" non sarebbe altro che il Vaticano...
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