Provita sostiene che la famiglia sia roba loro e chi crede alla famiglia debba necessariamente aderire alla loro ideologia


L'associazione Provita è una realtà integralista piccola ma molto pericolosa. Ha collegamenti diretti con le destre statunitensi e con i fondamentalisti russi, ha appoggi politici da parte dei partiti finanziati da quelle realtà, ha legami con le lobby di Comunione e liberazione così come con la destra neofascista e con i lefebvriani: solo questa evidenza ci permette di capire come sia possibile che un'ideologia così minoritaria e anacronistica come la loro possa influenzare e danneggiare un intero paese.
È infatti a causa della loro gente che ai nostri giovani viene negata una sana educazione sessuale, è colpa loro se lo stato nega tutela legale a quei bambini che hanno due genitori ma risultano orfani per la legge, è colpa loro se le scuole non stanno facendo il loro dovere nel contrastare omofobia e sessismo. Insomma, è colpa loro se l'Italia è un posto peggiore in cui crescere i propri figli al punto che non stupisce come nelle le regioni a loro più vicine (si pensi anche solo alla Lombardia tenuta in ostaggio dal legista Maroni) si registrino i più alti tassi di emigrazione verso nazioni più civili e moderne.
Ma se tutto ciò rischia di danneggiare l'Italia a lungo termine, è nel quotidiano che pare non conoscere sosta la persecuzione di gay e lesbiche. In alcuni casi capita anche che sfiorino il ridicolo, usando termini e frasi che all'interno del loro mondo hanno significati diversi da quelli che noi comuni mortali conosciamo.

In un articolo firmato da Teresa Mori, l'associazione scrive:

I nostri ragazzi hanno voglia di investire nella famiglia, intesa quale ambito in cui costruire relazioni positive e nel quale trovare le sicurezze necessarie per lanciarsi nella vita, e nei valori. A dircelo i risultati del progetto di ricerca Teen’s Voice: miti e valori dei giovani tra scuola, società e lavoro, realizzato «dal 2015 il Salone dello Studente in collaborazione con La Sapienza – Università di Roma, […] con l’obiettivo di realizzare un sondaggio annuale sugli studenti che partecipano ai saloni Campus Orienta», frequentanti la quarta e la quinta superiore.

Ma è attraverso un collegamento inesistente che la Moro prova a sostenere che l'educazione al rispetto danneggerebbe in un qualche modo la famiglia, come se il fatto che un marito non massacri di botte la moglie faccia venir meno un elemento fondante della loro idea di famiglia. E tutto ciò sulla base del nulla. Presumibilmente in evidente malafede o in assoluta ignoranza, la donna scrive:

Un valore, quello della famiglia, che va di pari passo con i valori della giustizia, della democrazia, della solidarietà, dell’impegno personale… in un mix che a tratti paga lo scotto di un’impostazione politically correct e del maistreaming (per esempio quando si parla di “rispetto delle differenze”, non meglio specificate, o quando si utilizza il termine “genere” per evidenziare le differenze tra ragazze e ragazzi).

Ma il peggio si raggiunge quando la Moro prova ad auto-attribuirsi il favore di chi crede nella famiglia, sostenenco che sicuramente quel termine non sia stato utilizzato secondo il significato comune ma sulla base dei loro distinguo fascisti. Ed è dunque sostenendo che il credere nella famiglia legittimi a strappare le famiglie alle coppie di fatto, alle coppie gay o che ciò legittimerebbe una punizione da imporre ai single che non hanno generato secondo i dogmi di Toni Brandi. Ed è così che in quelle pagine troviamo scritto:

I giovani hanno voglia di famiglia. Hanno voglia di vivere l’esperienza dell’accoglienza e della donazione, due atteggiamenti che hanno insiti in sé la gratuità e il “per sempre”: cose che forse loro stessi non hanno sperimentato, ma che continuano a rimanere – e non a caso – nell’elenco dei “desiderata”. Perché, in fondo, generare (fisicamente e spiritualmente) significa mettere a frutto la propria vita e dunque essere felici.
Il tutto alla faccia dell’OMS e delle sue trovate pro-singletudine (e pro adozioni gay e utero in affitto), alla faccia dei dati allarmanti dell’Istat rispetto a matrimoni, separazioni, divorzi e denatalità (che 800 euro di “premio nascita” non risolveranno) e alla faccia dei No Kid con le loro feste “per la vasectomia” e degli animalisti.

Cosa c'entrano le conclusioni con la premessa. Nulla. Ma qui non siamo dinnanzi ad una fonte di informazione ma solo dinnanzi ad una fonte di propaganda contro la società e contro l'uomo. Siamo dinnanzi a gente che non si vergogna nel chiedere pareri medici e psichiatri ad un professore di religione (peraltro incline a ripetere a pappagallo ciò che l'integralismo gli ha detto) o che si è inventato un fantomatico «gender» quale parola che è stata provata del suo significato per essere sfruttato come termine da usare ogni qualvolta si voglia attaccare un nemico politico di Brandi, si tratti del governo, dell'Europa o dell'Onu. In fondo questa gente lo dice chiaramente: loro esigono di imporre per legge la loro visione del mondo e chi è animato da una simile smania di totalitarismo non è certo un qualcuno da cui si possa attendere etica e buonsenso, soprattutto quando ostentano la loro volontà di usare Dio e le religioni come arma di morte e si propaganda del disprezzo.
Ed è così che se i giovani credono nella famiglia, loro manipolano quel dato per sostenere che solo i giovani eterosessuali la meritino e che tutti concordino con loro sulla necessità di togliere dignità a diritti a quelle famiglie che non rientrano nella loro teorizzazione sulla nuova "famiglia ariana" che pare da loro teorizzata sulla base di una ostentata eterosessualità. Peccato che non è questo che è stato chiesto ai ragazzi ed è un vero e proprio attacco al proprio diritto alla felicità quello di chiedere che ad alcune persone sia tolto il diritto di poter avere un futuro solo perché sgradito ai gruppi che loro rappresentano.
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