Corrispondenza Romana: «Il Papa è un eretico. Vogliamo poter sacrificare la vita altrui nel nome della nostra ortodissia»


È dalle pagine di Corrispondenza Romana che Roberto de Mattei si è lanciato in un duro attacco a Papa Francesco, sostenendo che il pontefice non debba poter osare mettere becco negli affari delle congregazioni che operano a suo nome. Afferma:

Le dimissioni del Gran Maestro dell’Ordine di Malta Matthew Festing, imposte il 23 gennaio da Francesco, rischiano di essere per quest’ultimo una vittoria di Pirro. Papa Bergoglio ha infatti ottenuto ciò che voleva, ma ha dovuto usare la forza, facendo violenza sia al diritto che al buon senso. E ciò è destinato ad avere pesanti conseguenze non solo all’interno dell’Ordine di Malta, ma tra i cattolici del mondo intero, sempre più perplessi e disorientati per il modo in cui Francesco governa la Chiesa.

Sostenendo poi che la vita altrui debba valere meno dei propri dogmi (e che quindi non si potesse tollerare la distribuzione di preservativi in una terra martoriata dall'Aids come l'Africa), aggiunge:

Il Papa sapeva di non avere nessun titolo giuridico per intervenire nella vita interna di un Ordine sovrano e tanto meno di esigere le dimissioni del suo Gran Maestro. Sapeva anche che lo stesso Gran Maestro non avrebbe potuto resistere alla pressione morale di una richiesta di dimissioni, per quanto illegittima.

Ed ancora, sostenendo che l'uso del preservativo debba essere considerato come un aborto e pretendendo che si debbano fare figli per poi farli morire di fame, incalza:

Ma, ciò che è più grave, l’intervento è avvenuto per “punire” la corrente che nell’Ordine è più fedele al Magistero immutabile della Chiesa e per sostenere invece l’ala secolarista, che vorrebbe trasformare i Cavalieri di Malta in una ONG umanitaria, distributrice “a fin di bene”, di profilattici e abortivi. La prossima vittima designata appare il cardinale patrono Raymond Leo Burke, che ha la duplice colpa di avere difeso l’ortodossia cattolica all’interno dell’Ordine e di essere uno dei quattro cardinali che hanno criticato gli errori teologici e morali della Esortazione bergogliana Amoris laetitia.

Si torna cosi ad un attacco al Papa, ferocemente criticato per il mancato appoggio alle frange più estremiste dell'integralismo cattolico:

Nel suo incontro con il Gran Maestro, papa Francesco gli ha annunziato la sua intenzione di “riformare” l’Ordine, cioè della volontà di snaturarne il carattere religioso, anche se è proprio in nome della autorità pontificia che egli vuole avviarne l’emancipazione dalle norme religiose e morali. Si tratta di un progetto di distruzione dell’Ordine che, naturalmente, potrà avvenire solo grazie alla resa dei Cavalieri, i quali purtroppo sembrano aver perso lo spirito militante che li distinse sui campi delle Crociate e nelle acque di Rodi, di Cipro e di Lepanto. Così facendo, però, Papa Bergoglio ha perso molta della sua credibilità agli occhi non solo degli stessi Cavalieri, ma di un numero sempre maggiore di fedeli che rilevano la contraddizione tra il suo modo di parlare, accattivante e mellifluo, e quello di agire, intollerante e minaccioso.

Lodando chi pretende uno scisma che porti ad una totale chiusura verso il prossimo, De Mattei sostiene la necessità di non seguire il Papa (ovviamente asserendo pure che "tanti" la penserebbero come lui). Parlando di un sacerdote sollevato dal suo incarico, dice:

Don Uribe dunque è stato accusato di essere eretico e scismatico per avere rifiutato quelle indicazioni pastorali di papa Bergoglio che, agli occhi di tanti cardinali, vescovi e teologi, sono in odore di eresia, proprio perché sembrano allontanarsi dalla fede cattolica. Il che significa che il sacerdote che rifiuta di amministrare la comunione ai divorziati risposati o agli omosessuali praticanti viene sospeso a divinis o scomunicato, mentre chi rifiuta il Concilio di Trento e la Familiaris consortio viene promosso vescovo, e magari nominato cardinale, come attende probabilmente mons. Charles Scicluna, arcivescovo di Malta, uno dei due vescovi maltesi che autorizzano la comunione ai divorziati risposati che vivono more uxorio. Il nome della piccola isola del Mediterraneo sembra comunque avere uno strano legame con il futuro di papa Bergoglio, meno tranquillo di quanto si possa immaginare.

La guerra per il potere politico all'interno della Chiesa è dunque iniziato, con sedicenti giornali "cristiani" che ambiscono a promuovere l'ortodossia russa attraverso la promessa di discriminazioni e giudizi morali contro chiunque non si assoggetti al loro pensiero unico.
2 commenti