Gianfranco Amato: «Ringraziamo Dio per esserci liberati di Obama. Satana ha lasciato la Casa Bianca»


L'integralista Gianfranco Amato pare nutrire un profondo odio verso il creato, un'immenso amore per sé stesso e una scarsa etica nell'utilizzare la figura del Papa a proprio vantaggio. Impegnato a trarre profitto dal commercio di pregiudizi contro interi gruppi sociali (arrivando a farsi fotografare tronfio a fianco di manifesti abusivi ed offensivi creati dalla sua propaganda), è attraverso un articolo intitolato "Casa Bianca: Il fumo di Satana esce con Obama" che racconta ai propri proseliti:

Obama ha incarnato il volto peggiore dell’imperialismo ideologico americano. Il suo tentativo di esportare i falsi valori del politically correct è stato persino denunciato dallo stesso Papa Francesco che, facendosi interprete delle lagnanze dei vescovi africani, ha espressamente parlato di «colonizzazione ideologica». Obama, infatti, ha tentato di utilizzare l’arma degli aiuti economici come ricatto per imporre ai Paesi del Terzo Mondo aborto e “diritti” LGBT.

In altre parole, il cristianissimo Amato non tollera che ai paesi africani non venga permesso di impiccare, imprigionare o organizzare stupri collettivi a danno dei gay. Ma l'abuso della credulità religiosa a fini politici pare toccare livelli inimmaginabili quando Amato si spinge a tirare di mezzo persino satana pur di vomitare odio contro Obama. Scrive:

Ma non c’è molto da meravigliarsi se si considera che Barack Obama e Hillary Clinton hanno entrambi condiviso un cattivo maestro: il luciferino Saul Alinsky. Il guru della Chicago «neolib», un profeta per i due giovani Barack e Hillary. La Clinton gli ha persino dedicato la tesi di laurea, mentre il futuro primo presidente nero degli U.S.A. ha dichiarato di essere stato affascinato dalle idee rivoluzionarie di Alinsky, e di aver frequentato a Los Angeles, durante gli anni universitari, un corso nazionale di training sui suoi metodi organizzativi per la conquista del potere.

Saul Alinsky è stato un attivista e scrittore statunitense che cercò di usare le sue capacità organizzative per migliorare migliorare le condizioni di vita delle comunità in condizione di povertà nel nord America. Negli anni '50, cominciò a rivolgere la sua attenzione al miglioramento delle condizioni nei ghetti afroamericani, a cominciare da quelli di Chicago e più tardi raggiungendo altri ghetti in California, Michigan, New York City e una dozzina di altri "trouble spots". Le sue idee vennero adottate negli anni '60 da alcuni universitari americani e da altri giovani appartenenti alla Controcultura americana di quegli anni, che le usarono come parte delle loro strategie di organizzazione nel campus e fuori di esso.

Ma Amato non pare apprezzare quell'impegno politico a sostegno della povera gente, convinto che il mondo debba basarsi su un'oligarchia ben definita. Non a caso gli piace giocare a fare il cavaliere e va in giro a dire che la Madonna in persona l'avrebbe nominato "generale" del suo esercito perché più meritevole di ogni altro essere umano.
Sarà forse quello il motivo che ha spinto Amato a definire Alinsky come «un teorico della rivoluzione radicale di massa finalizzata alla distruzione dei valori tradizionali della società occidentale». E forse è per cercare di infangare la sua figura dinnanzi ai suoi bigotti lettori che sottolinea come abbia rilasciato un'intevista a Playboy e abbia fatto delle battuta sull'aldilà. Ma è su quelle basi che Amato aggiunge:

Non sappiamo se nell’aldilà Alinsky abbia poi realizzato il desiderio di incontrare Satana, il suo Signore. Speriamo vivamente di no, per la sua anima. Quel che è certo è che tra le pene che dovrà scontare ci sarà anche quella per aver inflitto al mondo anche la presenza di due terribili seguaci. Uno dei quali è persino diventato Presidente degli Stati Uniti d’America. Ringraziamo Dio per essercene liberati.

Curioso è come Amato ami citare il Papa solo quando ciò è utile ai suoi sogni di potere, dimenticando che quel medesimo papa ha lanciato duri moniti contro il populismo di Trump, ossia di quel politico che viene costantemente esaltato e promosso proprio da Amato.
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