New Jersey. Citati a giudizio gli scout che cacciarono un bambino di 8 anni per la sua identità di genere


La famiglia di un bambino di soli otto anni ha denunciato il Consiglio dei New Jersey Boy Scouts dopo che loro figlio è stato espulso a causa della sua identità di genere. L'ipotesi è che la decisione abbia violato le leggi statali contro la discriminazione.
Il bambino era stato accettato all'interno del gruppo lo scorso ottobre, salvo essere poi espulso un mese dopo perché alcuni genitori si sarebbero lamentati del suo presunto status di transessuale. La madre del piccolo aveva ricevuto una telefonata in cui il Consiglio le chiese di dimostrare che suo figlio era un ragazzo ed era munito di un pene. Da li a breve, arrivò anche la comunicazione in cui si informava che il bambino non era il benvenuto.
Dal canto loro i vertici degli scout negano di aver compiuto una qualche discriminazione, sostenendo che loro esigono semplicemente di conoscere l'identità sessuali dei ragazzi per destinarli a gruppi ghetto. Interessante è anche il sostenere che l'ammissione al gruppo dovrebbe prevedere una qualche verifica della purezza della razza sulla scia dei metodi adottato durante il nazismo.
Se poi si pensa a come quel gruppo dovrebbe avere il compito di "educare" i ragazzi, difficile è comprendere come possano sperare di farlo se si insegna ai ragazzi che qualunque diversità deve essere allontanata senza curatasi dei sentimenti o delle spettatevi delle vittime di discriminazione.
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