Silvana De Mari accusa le femministe di aver trasformati i maschi in «eunuchi» incapaci di sterminare mussulmani e neri


È in un articolo dal titolo "Le femministe hanno snaturato il maschio occidentale e consegnano la loro sessualità a un esercito di conquistatori islamici" che Silvana De Mari, collaboratrice di Adinolfi e scrittrice per bambini, spiega il ruolo che reputa debba essere riservato alle donne. Afferma:

Il mio corpo è mio, hanno starnazzato le isteriche galline del movimento di liberazione femminile, senza capire che millenni di regole sulla sessualità servivano proprio a evitare la tentazione dell’uomo a non spaccarsi la schiena per proteggere e sfamare la sua donna e i suoi bambini.

E la donna pare non gradire nemmeno il movimento di liberazione femminile, sostenendo che:

Il movimento di liberazione è stato un movimento basato sull’odio, sull’odio isterico per i maschi, per la vita, per la maternità, la civiltà ebraico-cristiana, il mondo occidentale e soprattutto per se stesse. Con un pensiero analogico, basato cioè non sulla logica ma sull’analogia, sull’assonanza, sulla somiglianza, l’Occidente è equiparato alla forza e quindi al maschio prevaricatore e ha torto sempre e a prescindere, e tutto quello che non è Occidente –Africa, Asia, indiani d’America, eschimesi, indios – è debole e quindi equiparato alla femmina sfruttata e in quanto debole automaticamente al di sopra delle critiche.

Ed è sentenziando i suoi soliti giudizi contro chiunque la pensi diversamente da lei che la De Mari aggiunge:

L’odio del movimento di liberazione femminile per l’ebraismo e il cristianesimo è assoluto. Tutte le altre religioni sono al di sopra di qualsiasi giudizio e chi se ne permette uno viene tacciato non solo di razzismo, ma di fallocrazia. Le appartenenti al movimento di liberazione femminile hanno portato i loro deretani inguainati in mutande di cotone rigidamente senza pizzetto a scodinzolare davanti a Khomeini, in quanto leader che si opponeva alla fallocrazia borghese occidentale. Chiunque sia andato in piazza a bruciare il reggiseno era una persona con una gravissima dismorfofobia e alterazione dell’io corporeo, quasi sempre anche con disturbi alimentari; individui che, cito testualmente, hanno ritrovato il senso del loro esistere dialogando con la loro vagina.
Dopo mezzo secolo di dialogo ora difendono a spada tratta il diritto della donna islamica a portare il burqa a essere lapidata. Nessuna contraddizione: la base di tutto questo è l’odio di sé. Distratti a fare idiozie invece che a essere un uomo e una donna, cioè un padre e una madre, abbiamo permesso il crollo della natalità, una crisi demografica ben più grave di quella della peste del ’300. Grazie all’immigrazione e alla maggiore natalità islamica rischiamo la libanizzazione, cioè di diventare una minoranza in una maggioranza islamica nel giro di mezzo secolo.

E se pare assurdo che la donna possa anche solo scrivere che qualcuno difenderebbe la lapidazione delle donne, facile è comprendere come le piaccia buttare fumo negli occhi pur di sostenere l'insostenibile. Ancor più se vuole imporre il pizzo alle mutande altrui o se incoraggia l'aggressività sulle donne. È infatti nel proseguo che aggiunge:

Inoltre la mancanza di aggressività maschile porta alla mancanza di difesa del territorio: il territorio fisico, il suolo dell’Europa, e quello ideologico, la Dichiarazione dei diritti dell’Uomo, che, per universale ammissione dall’ONU e della Comunità europea, non può essere considerata superiore alla shari’a. Le periferie in fiamme, gli atti di terrorismo di Londra e Madrid, l’assassinio di Theo van Gogh, l’atroce attentato di Tolosa, tutti episodi di cui sono protagonisti musulmani in Europa da due o tre generazioni, dimostrano come questi maschi eunuchi privi dell’istinto della difesa del territorio abbiano permesso l’ingresso di una minoranza non integrabile, storicamente nemica, che grazie alla maggiore natalità sarà maggioranza entro breve.

Per farla breve, tutto è per lei riconducibile al suo odio per l'Islam. Un odio cieco e violento che inneggia a uomo che pare voglia vadano in giro per le strade a sterminare chiunque non si professi cristiano. E non manca neppure un po' di razzismo con il suo affermare:

Davanti alle periferie in fiamme, ai quartieri dove i «bianchi» non entrano se non a loro rischio e pericolo, il momento è venuto di discutere su questa Europa ubriaca di idiozie che sostiene che una nazione accuratamente divisa in ringhiose minoranze, ognuna rinchiusa in un vittimismo pari solo all'aggressività, possa portare da qualsiasi parte che non sia una guerra civile permanente e assoluta.

Ed ancora, tornando a fomentare mero razzismo, aggiunge:

Nessuna terra può sopravvivere a un’immigrazione massiccia di persone che non ne condividono i valori, ma che li odiano. Questi maschi amputati dell’aggressività dal movimento di liberazione femminile, i figli del '68, hanno fatto alle loro donne il più atroce dei doni, la più terrificante delle violenze. Hanno rubato loro il futuro. Gli uomini sono più aggressivi: questa realtà dal ’68 in poi è negata. Per la terza volta nel giro di cento anni, l’uomo corregge Dio, o madre natura, o l’evoluzione, che ha sbagliato. Il nazismo aveva corretto l'ingiustizia che non fossero tutti biondi, il comunismo che non fossero tutti poveri, e il '68 che non siano tutti perdenti, creando questo uomo eunuco, sfigato e perdente, che dimostra il suo valore nelle pubblicità solo nell’uso dei detersivi.

È c'è da aver paura alla sola idea che i libri scritti da questa donna possano finire nelle mani dei nostri bambini, al punto che c'è da domandarsi quale recondite ideologie d'odio possa aver nascosto tra le pieghe dei suoi romanzi.
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