Silvana De Mari: «L'omosessualità non esiste, i gay sono persone biologicamente perdenti»


«L'omosessualità non esiste [...] C'è una sola sessualità e persone biologicamente perdenti che la rifiutano». È quanto dichiara la psicoterapeuta ultracattolica Silvana De Mari in aperto contrasto con APA e Ordine nazionale degli psicologi.
Santificata dai neofascusti e legata ai soliti nomi noti dell'omofobia organizzata, la donna sostiene che ogni singolo medico debba poter autonomamente decidere che cosa sia una malattia sulla base della sue "etica" e non in base a criteri razionali verificati. Sempre dal suo sito internet, asserisce:

I vizi sono mancanze, questa è l'etimologia. Oggi le definiscono dipendenze i monsignori dell'APA. Chi accidenti sono i monsignori dell'APA? La maggioranza delle persone non li ha mai sentiti nominare, ed è un errore, perché l'APA domina le nostre vite. Tra le mie doti, lo giuro, ho l'assoluta mancanza di tratti paranoici e teorie complottistiche, ma quello che sto dicendo è la verità. L'APA , associazione psichiatri americani regna sul mondo mediante un manuale diagnostico statistico senza il quale non è possibile fare una diagnosi ufficiale o una perizia. Il DSM (diagnostic statistico manuale) costa una valangata di soldi ed ha lo stesso valore etico e scientifico che avevano i vari manifesti sulla razza. Mediante il DSM da 60 l'APA, mediante votazione, decide cosa è salute mentale e cosa non lo è , non è mai successo in tutta la storia dell'umanità ci si sia tutti appiattiti sulle teorie di qualche centinaio di medici politicizzati e mediocri, che hanno annientato il concetto di libero arbitrio. Se mi ubriaco, non ho una dipendenza da alcool, non ho una malattia: è una colpa. Che è una colpa vuol dire che posso smettere, che ho la libertà, il libero arbitrio. Io voglio.

Ne dovremmo dunque dedurre che se lei decidesse di non considerare i tumori come una malattia, i suoi pazienti dovrebbero essere pronti a morire pur di rispettare il suo «libero arbitrio». E se lei decide che i gay non esistono, allora sono loro a dover smettere di esistere per non infastidire il suo pregiudizio.
A questo punto, però, pare lecito un semplice dubbio: se qualche medico dovesse ritenerla meritevole di un TSO, lei sarebbe pronta ad essere rinchiusa in un manicomio per rispettare il «libero arbitrio» di quel medico o pretenderebbe accuse basate su tesi verificate dall'APA? Perché se una teoria dovesse valere solo quando sono gli altri a dovere subire le conseguenza, l'evidenza è che la teoria non esiste ma esiste solo la volontà di cercare presunte scuse ad una palese violenza.
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