Sciacallaggio delle Iene, Anddos smentisce tutte le accuse


Dopo l'ondata di odio omofobico creato da alcune illazioni lanciate dalla trasmissione televisiva "Le Iene", l'associazione Anddos ha replicato punto per punto a tutte le pesanti accuse che sono state rivolte ai suo operato attraverso un racconto unilaterale in cui si è cercato di spettacolarizzare il sesso come strumento politico per chiedere l'abolizione di qualunque contrasto alla violenza omofobica.

Anddos è l’associazione delle orge? No. Anddos è un’associazione nazionale di promozione sociale che si occupa di discriminazioni, diritti civili e benessere della persona. L’associazione nazionale è un soggetto distinto dai circoli affiliati, oltre 70 in tutta Italia. L’attività dell’associazione nazionale comprende iniziative culturali, campagne di sensibilizzazione e promozione di servizi. Grazie alla rete dei circoli, Anddos comunica direttamente con una base associativa di oltre 200.000 persone, diffondendo informazioni, promuovendo opportunità concrete per chi ha bisogno di a partire dai luoghi di aggregazione, realizzando importanti indagini che individuano problematiche e bisogni all’interno della realtà LGBTI. La nostra base associativa presenta un campione quanto più eterogeneo e trasversale del cosiddetto “mondo gay”, che comprende anche molte persone non dichiarate che non hanno ancora fatto coming out. Diversi circoli Anddos sono frequentati anche da persone eterosessuali. Anddos ritiene importante diffondere un’idea della sessualità come valore, una sessualità libera, consapevole e rispettosa dell’altro. Dove c’è rispetto, infatti, non c’è discriminazione.

I circoli Anddos sono luoghi di orge e prostituzione? No. I circoli Anddos sono circoli privati, in cui entrano solo soci e socie, in cui le persone si incontrano, socializzano e possono anche sperimentare la sessualità. Tutto questo è legale ed ha un grande valore sociale, specie considerando che nei nostri circoli, come dimostrano i nostri sondaggi, ha avuto inizio il percorso di coming out di migliaia di persone. La prostituzione, invece, pur essendo reato solo nella forma dello sfruttamento, non rientra nella nostra mission e viene pertanto contrastata, per lasciare spazio a rapporti liberi e consenzienti. Ogni giorno 2600 persone frequentano i nostri circoli, per un totale di oltre 200.000 soci e socie. Quando il personale o i volontari scoprono situazioni come quelle create ad arte dalle Iene, in cui un socio o un massaggiatore si chiudono in una stanza per fare sesso a pagamento, il circolo procede con richiami ufficiale e blocco delle tessere. Prova ne è, che Europa Multiclub, uno dei circoli incriminati, nei suoi 20 anni di storia, ha bloccato senza indugi ben 16 tessere per questa ragione. L’associazione nazionale ha emesso nell’ultimo anno provvedimenti specifici nei confronti dei circoli atti a fornire tutti gli strumenti per affrontare questi casi. Anche per questo, il massaggiatore che compare nel video de “Le Iene” è stato già individuato e allontanato.

Nei circoli si paga l’ingresso, quindi c’è evasione fiscale? No. I circoli non sono attività commerciali ma associazioni di promozione sociale non a scopo di lucro ai sensi della legge 383 del 2000. Nei circoli si può entrare solo essendo soci Anddos. Ogni socio paga quindi la quota associativa della tessera, 17 euro l’anno, e una quota ingresso variabile all’ingresso del circolo. Queste cifre servono a sostenere le spese del circolo stesso (utenze, affitto, personale, tassa rifiuti, condominio, materiali di consumo, iniziative per i soci, manutenzione). I nostri circoli, le saune in particolare, presentano dei costi per il socio, in termini di quote associative, per nulla paragonabili a quelli di strutture simili aperte al pubblico (l’ingresso medio in una sauna affiliata è tra i 10 e i 15 euro – senza limiti di tempo e con il materiale – mentre in una SPA aperta al pubblico si paga dai 50 ai 100 euro). A seconda delle spese che sostengono, alcuni circoli hanno ingresso gratuito. La principale differenza con un locale pubblico è che ogni servizio, compreso il bar, è riservato ai soli soci. Inoltre, Inoltre, possono essere erogati servizi e realizzate attività sociali, come le consulenze mediche gratuite, i test rapidi HIV e Sifilide (4000 solo nel 2016) e altre iniziative. Tutti i circoli hanno diversi spazi di aggregazione e socializzazione, diversamente da quanto è stato mostrato nel servizio de le Iene, in cui si pone attenzione solo all’aspetto sessuale. Le aree dedite a pratiche sessuali di gruppo sono ben segnalate e circoscritte ed equivalgono a quanto accade in diversi locali frequentati da eterosessuali, anch’essi privati.

Perché solo maschi? Anddos annovera 192.601 soci e 11.469 socie (dati al 31-12-2016). La maggior parte dei nostri circoli sceglie di essere aperta solo agli uomini perché, storicamente, si tratta di circoli nati per favorire l’incontro tra uomini omosessuali, in cui le donne non hanno mai avuto interesse ad entrare. Non c’è quindi alcun intento discriminatorio, né avrebbe senso porre la questione, poiché si tratta di una differenza di abitudini tra uomini e donne che prescinde dall’omosessualità. Anddos sostiene inoltre in maniera concreta le battaglie delle donne, non solo con l’adesione a campagne e manifestazioni, ma anche con attività sperimentali e uniche in Italia quali la distribuzione del condom femminile, appena avviata nei nostri info point a Roma. Vogliamo che la nostra idea di sessualità possa essere un valore anche per le persone eterosessuali.

Nei circoli non si fa cultura e si fa solo sesso? No. I circoli sono associazioni di promozione sociale. Oltre all’attività ricreativa, costituiscono lo strumento attraverso il quale Anddos raggiunge la comunità con i propri servizi. L’attività sociale, infatti, è una forma di cultura, in particolare la diffusione di informazioni sulla prevenzione dell’HIV e delle altre infezioni sessualmente trasmesse, di indicazioni su dove realizzare i test, di oltre 1 milione di preservativi ogni anno. Alcuni circoli, inoltre, svolgono anche attività culturali in senso tradizionale, come dibattiti, seminari per i giornalisti, mostre e presentazioni di libri. Nei circoli, inoltre, anche grazie alla televisione a circuito chiuso One TV e a Deegay Radio, vengono pubblicizzati i servizi dell’associazione come il portale di assistenza diretta su sesso, salute e diritti, One Question e i Centri Ascolto e Antiviolenza Anddos, attraverso i quali riusciamo a indirizzare le persone che necessitano di assistenza sanitaria nelle strutture competenti indicate dal servizio del’Istituto Superiore di Sanità Uniti contro l’AIDS.
Nel servizio de “Le Iene” vengono mandate solo le interviste ad alcuni soci che non possono ovviamente essere rappresentativi di chi frequenta i nostri circoli (200.000 persone). In uno dei circoli ripresi, inoltre, si spaccia un terzo piano con un bar e una sala apposita per il sesso di gruppo come fosse un’attività tipica dell’intero circolo o di tutti i circoli affiliati.

I Circoli prendono soldi pubblici? I circoli affiliati ad Anddos sono soggetti indipendenti, non a scopo di lucro e distinti da Anddos. Così come Anddos, non prendono alcun finanziamento pubblico e si sostengono grazie al tesseramento. Di ogni tessera, 11 euro vanno a sostenere il circolo che l’ha emessa e 6 euro all’associazione nazionale, che ha il compito di garantire la privacy e l’efficienza del sistema del tesseramento, promuovere cultura, servizi e azioni utili contro le discriminazioni, agevolare le attività associative attraverso servizi come il sito e l’app One Pass.
Tra l’associazione e i circoli non c’è scambio di denaro nei termini in cui è stato purtroppo insinuato, cioè di attività di carattere commerciale, proprio perché i circoli, da statuto, non possono produrre utili, pena severe multe da parte delle attività competenti.
Anddos, infine, è iscritta dal 2014 nel registro delle associazioni dell’UNAR, un ente pubblico che non finanzia le associazioni nelle loro attività ordinarie ma solamente progetti specifici.

Sesso con i soldi pubblici dell’Unar? No. Il finanziamento approvato da UNAR nell’ambito del bando Apad premia il progetto “Accompagniamoci”, potenziamento dei Centri di Ascolto e Antiviolenza Anddos, che rispondono al numero verde 800864630 e alla linea whatsapp 329 5868690. Si tratta di strutture gratuite ascolto e aiuto già presenti in cinque sedi in tutta Italia dedicate all’inclusione di tutte le identità sessuali e al contrasto delle discriminazioni multiple. Nel 2016 sono state ricevute oltre 1000 chiamate e sono stati seguiti 50 casi con assistenza psicologica, medica e legale gratuita. Il progetto è finalizzato a realizzare uno standard interdisciplinare di formazione per la prima accoglienza e l’intervento, riconosciuto dagli ordini professionali coinvolti, aumentare la recettività e l’utenza del servizio su scala nazionale e locale, migliorare la capacità di offrire un servizio gratuito alle persone discriminate attraverso le consulenze professionali e grazie all’attivazione di gruppi pilota di auto-mutuo-aiuto regionali.
L’iniziativa si avvale dell’importante partenariato con il Dipartimento di Psicologia della Sapienza Università di Roma, che mette a disposizioni la propria competenza e gli spazi, e della collaborazione con l’associazione Wequal, network di comunicazione nato dalla campagna social OmofobiaStop.

Il finanziamento Unar è stato revocato? Anddos agirà legalmente? E’ in atto la procedura di annullamento, ma Anddos ha fatto sapere che presenterà la documentazione richiesta per opporsi alla revoca dei fondi. Anddos ha inoltre deciso di adire le vie legali per diffamazione contro la trasmissione “Le Iene”.

Alcuni centri ascolto sono dentro le saune quindi sono solo una copertura. No. I centri antiviolenza in questione nascono dall’esperienza di alcuni circoli che avevano al proprio interno uno spazio dedicato a consulenza mediche gratuite. L’idea di avere un luogo di accoglienza, inoltre, a contatto diretto con la base associativa, ha permesso a moltissime persone di potersi confidare serenamente senza il timore di essere giudicate. Solo nei circoli di Roma che sono anche sede di due Centri Antiviolenza, sono state realizzate negli ultimi 4 anni oltre 3058 consulenze medici gratuite, in cui il 62% dei soci hanno richiesto informazioni riguardanti le infezioni sessualmente trasmesse, mentre e l’91% di loro si sono sottoposti a visita medica per dirimere se i sintomi che venivano riferiti fossero da I.S.T.

Come sono arrivati certi dati personali a “Le Iene”? Il nostro database è perfettamente in linea con tutti i protocolli previsti dalla gestione dei dati personali. Per quanto riguarda la trasmissione “Le Iene”, probabilmente è stato effettuato un uso improprio, e non una violazione dall’esterno. Stiamo verificando la possibilità che si tratti di un operatore
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