L'integralismo vuole mettere il bavaglio a suor Jeannine


L'integralismo cattolico appare un disco rotto nel suo sostenere che l'odio debba essere inteso come una lecita "liberta di parola". Eppure quelle stesse persone sono poi in prima fila nel chiedere la censura di qualunque opinione osi sfidare il loro pensiero unico. Questa volta a suscitare le ire di Riscossa Cristiana (poi ripresa anche dal sito di estrema destra "Radio Spada") è l'opinione di suor Jeannine Gramick.

La religiosa è finita nel loro mirino per aver osato prendere parte ad alcuni dibattiti organizzati in Polonia da alcune comunità di cristiani gay (che ovviamente loro definiscono «cosiddetti cristiani» giusto per sottolineare come loro intendano il cristianesimo come un gruppo d'odio servato ai soli eterosessuali). Lamentano come la suora sia «impegnata per la giustizia e la tutela dei diritti delle persone gay e lesbiche nella Chiesa e nella società» e come abbia osato lanciare il messaggio che «Dio ama incondizionatamente le persone LGBT ed è compito della Chiesa rendere reale questo amore lavorando per la giustizia e l’uguaglianza». Sia Mai!
I paladini del "no alla legge contro l'omofobia, difendiamo il diritto di opinione" si sono affrettati a ricorrere non solo alla solita macchina del fango, ma anche all'affermare:

L’operato della signora in questione, che più volte si è schierata anche a favore dell’aborto “nei casi limite”, come li chiama lei, in passato era stato contrastato dalle autorità ecclesiastiche, sia all’interno del suo ordine di suore (Suore scolastiche di Nostra Signora), sia dalla Congregazione per la dottrina della Fede, allora presieduta da Ratzinger, che aveva vietato a suor Gramick e padre Nugent di proseguire il proprio “lavoro pastorale” con gli omosessuali, avendo mancato di esporre il pensiero e la dottrina della Chiesa circa l’omosessualità. Questo divieto restò inascoltato e i due continuarono – e come si vede continuano – la loro attività, senza aver subito sanzioni.

Parlando della religione con termini sempre più offensivi (arrivando tranquillamente ad apostrofarla nei termini di «questa indefinibile personaggia che comunque di suora non ha nulla»), Riscossa Cristiana passa all'aspetto più politico delle sue rivendicazioni quando la accusa di aver osato esprimere perplessità sulla persona Donald Trump al pari del Papa, così come lo stesso pontefice pare non essere stato lasciato esente dalle loro feroci critiche:

In seguito all’elezione di Bergoglio, avvenuta nel 2013, in diverse occasioni suor Jeannine ha auspicato che ciò che in America viene chiamato “the Pope Francis effect”, “possa tradursi in una concreta e duratura accettazione degli omosessuali nella Chiesa e nella società”.

Insomma, ancora una volta emerge come l'integralismo preferisca Trump al Papa e quanto vorrebbero avere quei sacerdoti ortodossi che non battono ciglio nel benedire le bombe sganciate sugli islamici. L'odio non è il fine, è il mezzo per riportare in vita un nuovo nazismo. Ed immancabile è anche il ricorso all'isteria con una chiusura tragicomica:

L’attività di questa “suora” non è da sottovalutare e se anche i risultati paiono essere lenti rispetto ai tempi da cui lei ha iniziato questa rivoluzione omosessuale da portare avanti in seno alla Chiesa, va detto che ha l’appoggio di tanti cattolici, di tanto potere mediatico ma soprattutto di tanti porporati che per ora tacciono.
Questa “eroina” senz’abito gira il mondo cercando di portare la parola omosessuale a tutte le genti, e intanto incassa i risultati di un’azione costante e martellante. Ciò che è accaduto in Polonia è solo l’inizio dei grandi trionfi conquistabili in una neo-chiesa che appare essere sempre più propensa ad incanalare il pensiero LGBT come pietra fondante, relegando la Dottrina e ringalluzzendo tutto il marasma di omosessuali che, una volta scoperchiato il Vaso di Pandora, si paleserà senza timori: partendo dai Charamsa e dai Ricca, già arruolati, e passando per altrettante importanti figure ecclesiastiche.
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