Lucio Malan attacca il Papa: «La sua agenda coincide con quella di Obama. Potrebbe esserci una relazione tra le adozioni gay e la morte di Dj Fabo»
L'evento più significativo della carriera politica di Lucio Malan è probabilmente il suo sostenere che il povero Berlusconi credeva realmente che Ruby fosse maggiorenne e fosse la nipote di Mubarak, o il suo sostenere che non ci sia nulla di male a votare per contro degli assenti in Senato.
Eppure i giornali integralisti paiono non perdere mai occasione di intervistarlo in virtù di come sappiano che le sue risposte saranno sempre conformi alla loro propaganda. Dalle pagine de La Fede Quotidiana, il senatore di Forza Italia si è scagliato contro chiunque osi credere che l'autodeterminazione sia un diritto e che nessuno debba poter scegliere della vita altrui. Parlando della vicenda di dj Fabo, dichiara:
Davanti alla morte sicuramente ci vuole rispetto. Però qui siamo arrivati alla vergogna con la glorificazione del suicidio assistito di stato in tv e penso al Tg1, ma vale lo stesso per tanti altri media. Insomma, ho notato un incredibile sinergia convergente [...] Sia alcuni media, che gruppi di potere lobbistici hanno cercato e ancora cercano di sfruttare a loro vantaggio la tragedia di Fabo per ottenere molto di più di quello che oggi possono avere. Dimenticano che con il disegno di legge sul fine vita che verrà discusso alla Camera, non è previsto il suicidio assistito e tanto meno la eutanasia anche se tanto potrebbe dirsi. Dunque anche se fosse stata in vigore quella legge, la sorte di Fabo non sarebbe cambiata di una virgola. Ho la sensazione che si voglia sfruttare la emozione del momento per avere di più, per aprire al suicidio assistito di stato o alla eutanasia legalizzata e questo non è accettabile”.
Presumibilmente soddisfatto dalla risposta, l'intervistatore chiede un parere sulla sentenza con cui la Corte di Appello di Trento ha ordinato la trascrizione nello stato civile di un bimbo con sue padri nato negli Usa. E pronta arriva la solita condanna del senatore:
Una sentenza che fa parte della offensiva avviata contro i valori non negoziabili dalle lobby di cui parlavo prima. La ritengo, quella sentenza, una mostruosità e soprattutto un male fatto al bimbo. Per crescere sana una creatura ha bisogno della piena genitorialità assicurata da un padre uomo e mamma donna. Con quella sentenza i giudici, che si sono sostituiti alla legge, premiano chi ha commesso all’estero un reato. Non dimentichiamoci che qui in Italia l’utero in affitto va contro legge.
Spiegato che lui reputa necessario punire e privare di tutele giuridiche quei bambini che sono nati secondo le leggi di altri stati, l'intervistatore si lancia nel comandare se l'uomo crede che «tra vicenda Fabo e sentenza vi sia una sospetta coincidenza di tempi». E Malan risponde:
Difficile da accertare, ma non è da escludere. In ogni caso, è sicuro che viviamo in periodo storico nel quale la influenza di lobby e gruppi di pressione è chiara e notevole. Penso anche al discutibile bando del San Camillo a Roma.
Precisato che chiunque osi avere opinione diversi da lui meriti di assere accusato di rappresentare una fantomatica "lobby", il senatore non risparmia critiche neppure contro Papa Francesco per Papa Francesco che l'intervistatore indica come un pretuncolo che rompe le scatole per invitare all'accoglienza dei migranti senza esercitare ingerenze contro i diritti individuali e le tutele dei minori sgraditi alle lobby di estrema destra. Dice Malan:
Io non ho la pretesa di insegnare il mestiere al Papa e ciascuno alla fine si assume le sue responsabilità per quello che fa o non fa. Vale in politica, vale nel campo spirituale. Certamente colpisce che l’agenda del Papa coincida con quella dei grandi media e di Obama. Cosa che nei papati precedenti non è avvenuta.
E perché mai l'agenda di un Papa non dovrebbe coincidere con chi crede nei diritti umani è un fatto poco chiaro, anche se pare evidente che Malan preferirebbe un qualche patroiarca russo che benedice le bombe da sganciare sugli islamici mentre sponsorizza leggic he tolgano qualunque libertà personale alla popolazione.