Il Timone: «La tolleranza verso i gay è più sovversiva di una guerra mondiale»
Odio, insulti e bestemmie contro il creato. Sono questi gli ingredienti con cui "Il Timone" di Riccardo Cascioli ama violentare il cristianesimo per tramutarlo in una mortale arma di promozione dell'estrema destra. Con una ferocia che non sembra umana, scrivono:
Il Primo Ministro del Lussemburgo è venuto in visita in Italia con suo “marito”. Il fatto è che è pure lui un uomo. Nonostante ciò, nelle varie visite ufficiali e ricevimenti, ha portato con sé un altro uomo presentandolo appunto come “marito” (il che lascia supporre che lui sia la “moglie”). [...] Questi due signori sono stati ufficialmente ricevuti dal Presidente della Repubblica e dalla alte cariche dello Stato, come se niente fosse. Non solo. Sono stati ricevuti in Vaticano… come se niente fosse. Sorge la domanda: li hanno ricevuti come due amiconi in gita o veramente come “marito e moglie”?
Utilizzati insulti e offese gratuite per cercare di indottrinare i lettori all'idea che il cristianesimo si basi solo sull'omofobia e su una presunta legittimazione all'odio, è con toni sempre più isterici che aggiungono:
Solo qualche anno fa sarebbe stato del tutto inconcepibile e non solo in Vaticano. Sono sempre esistiti ovviamente politici e anche capi di Stato omosessuali: ma nella loro vita privata. Poi si è passati alla denuncia pubblica. Poi al “matrimonio”. Ora all’ufficializzazione internazionale del “matrimonio”. Perfino in Vaticano.
Si è dunque aggiunto un altro tassello: i gay esistono e sono sempre esistiti, ma si devono nascondere perché la gente di Cascioli li odia e non tollera possano vivere liberamente la loro vita. Ed è sostenendo che il passato debba rappresentare un freno al futuro, aggiungono:
Non è necessario risalire al passato più lontano per rendere idea del livello di sovversione raggiunto. Non è necessario nominare qualche sovrano medievale o moderno. Nemmeno dell’anteguerra. È sufficiente rimanere nel nostro mondo postbellico, quello delle repubbliche democratiche in cui tutti viviamo felicemente: ve lo immaginate Amintore Fanfani che riceve i due piccioncini “sposati”?
Non è necessario andare ai papi medievali, a Pio IX, a san Pio X e nemmeno a Pio XII. È sufficiente rimanere nell’ambito nuova chiesa conciliare: ve l’immaginate Paolo VI o Giovanni Paolo II ricevere i due piccioncini?
Si arriva così ad un attacco del papato, da tempo al centro ci continui attacchi dal fronte di quelle lobby internazionali che preferirebbero l'integralismo ortodosso in modo da poter avere preti pronti a benedire le bombe sganciate sugli islamici:
E allora ti sorge una domanda nel cuore: cosa combattiamo a fare le nostre battaglie in difesa del matrimonio sacramentale o comunque naturale, della famiglia vera, soprattutto dei bambini?“Ma sono obbligati dall’etichetta diplomatica!”, sento già la risposta. Risposta falsa. Sia perché in passato, e in un passato ancora recentissimo, come appena detto, l’etichetta l’imponeva la Chiesa e non la diplomazia laica, sia perché nessuno può obbligare un qualsiasi Capo di Stato – laico o ecclesiastico – a fare qualcosa. L’unico obbligo di statisti veri è servire il Bene della società. L’unico obbligo degli uomini di Chiesa è servire la Verità nella Carità. Nel momento in cui è caduta perfino questa barriera, non potranno allora più rifiutare tra qualche tempo di ricevere le “famiglie” con i bambini comprati al mercato, stile Vendola, altrimenti saranno accusati di razzismo e omofobia. E così saranno sempre più complici della dissoluzione.
Offese le famiglie altrui e insultati quei prelati che non aderiscono alla loro ideologia politica di estrema destra, si arriva a sostenere che l'omosessualità debba necessariamente essere indicata come una forma di "anormalità":
Chiudo però con la vera considerazione che volevo fare e riguarda l’insegnamento da trarre da questa non abbastanza approfondita pagina di follia contemporanea. Ovvero, che – come sanno perfettamente le forze della Rivoluzione dissolutiva – noi… ci abituiamo a tutto. Ma proprio a tutto. Tutto, con il passar del tempo, diviene possibile. E, di conseguenza, normale. Normale! Ecco la responsabilità di chi li ha accolti e di tutti noi che tacciamo o addirittura giustifichiamo tale “normalizzazione” di ciò che solo venti anni fa era impossibile. La verità… è che fare resistenza alla corrente del fiume, essere scomodi all’opinione pubblica, non conviene. Dà fastidio. Richiede sforzo e coraggio, ma soprattutto capacità di sofferenza. Ancor più: richiede amore per Dio. Un amore immenso per la Verità e immensa carità per i veri deboli di questa società, che non sono gli immigrati che ci mandano per invaderci.
Ed è così che tra le righe si adora quella propaganda populista di Salvini che vede negli immigrati persone che qualcuno «manderebbe» per «invadere» l'italica patria. Ed immancabile è anche l'invito alla battaglia attraverso i soliti scenari apocalittici:
Vedendo queste cose, ti viene la voglia di appendere la spada e mandare tutti a quel paese. Invece, oggi più che mai, tocca a noi laici cattolici ancora legati – nemmeno alla Tradizione, ma – al solo Bene comune, fosse anche solo quello dei nostri bambini, combattere la battaglia più importante di tutta la storia umana.
Questa visita è più sovversiva di una guerra mondiale. E tutti fanno finta di non capire.