L'integralismo chiede alla magistratura di sancire che Gesù è bianco, europeo ed eterosessuale


Il bello delle provocazione è che gli integralisti non sanno trattenersi e mettono in piazza tutta la loro ipocrisia. Ed è così che se un bar di Salerno pubblicizza una sua serata con una rappresentazione in chiave gay dell'ultima cena, ecco che a dare in escandescenza sono quelle stesse persone che difendono l'omofobia sostenendo che si tratti una "libertà di espressione".
Ebbene sì, la loro teoria è che chi sta fermo con un libro in mano a rimuginare ed ostentare odio verso il prossimo debba poterlo fare, chi raffigura Gesù in una chiave vicino alla propria realtà non deve poterlo fare perché loro hanno deciso che a Gesù debbano piacere le donne in virtù di quanto a loro piaccia sostenere che i loro pruriti sessuali siano motivo per sostenere l'esistenza di un gruppo che per presunto diritto di nascita dovrebbe valere più degli altri. Gli serve un Dio eterosessuale perché solo così lo possono stuprare a proprio uso e consumo.

Ed è così che troviamo un Francesco Vota che è già accorso a comunicare alla stampa che sporgerà denuncia perché ritiene che «la pubblicità è un fatto che configura ipotesi di reato contro il sentimento religioso, ai sensi e per gli effetti degli articolo 403 e 404 del codice penale, per cui La Nostra Libertà chiede formalmente l’intervento della magistratura, e con il nostro capogruppo l’avvocato Antonio Cammarota che vi sia un intervento deciso del Sindaco di Salerno». Ebbene sì, perché un Gesù che è di tutti lede il suo sentimento religioso vuole un Dio ariano, ovviamente raffigurato di pelle bianca e tratti europei dato che probabilmente gli fa schifo l'idea che potesse essere extracomunitario e di colore come qualunque uomo nato a Nazareth sarebbe stato. Ma ovviamente la sua strumentalizzazione deve essere ritenuta lecita, solo la citazione da parte delle sue vittime deve essere perseguitata.
Al solito, a vincere la gara dello sciacallaggio è il patito di Mario Adinolfi, con il suo rappresentante locale che ha calpestato la memoria delle vittime di un attentato pur di sostenere: «Mentre è ancora caldo il sangue dei Cristiani massacrati in Egitto per mano assassina, Salerno si prepara a fare strage di rispetto e buongusto. Qualche blasfemo animatore della vita notturna giovanile ha pensato bene di organizzare un evento “L’ultima cena” per strumentalizzare le immagini e le ricorrenze sacre».
L'organizzatore della serata ha rispedito le accuse al mittente, sottolineando che «innanzitutto il locale non è responsabile della comunicazione che, invece, è stata curata da noi. Per quanto riguarda la locandina non è stata assolutamente pensata in un’ottica di offesa. Io sono cresciuto con questa religione e sono praticante. Mai mi sognerei di offendere i valori cristiani nei quali credo. Non tollero, però, che altre persone, semmai per una visibilità politica, utilizzino questa situazione. Forse Adinolfi ha bisogno di avere visibilità politica per il futuro e quindi sta strumentalizzando questo recente episodio. Determinate persone pensassero a fare la politica in modo serio e non scomodassero i recenti e tragici massacri in Egitto. Mi ferisce e colpisce questo atteggiamento».

Quindi ricapitoliamo: dire che san Giuseppe andava in giro armato con un'ascia ad ammazzare la gente come ama fare Silvana De Mari non è offesa al sentimento religioso. Dire che Gesù dia i gay non è offesa al sentimento religioso. Osservare come i Vangeli parlino dell'uomo che Gesù amava è offesa al sentimento religioso perché inutile alla propaganda neofascista. Ovvio, no?
Ma, soprattutto, pare ovvia una considerazione che probabilmente sfuggirà ai proseliti dell'omofobo Adinolfi, ossia che è solo l'apatia e la noncuranza ciò che creerebbe quella fantomatica divisione che loro stanno cercando di creare a tavolino. Perché a creare desolazione e divisione è come Adinolfi e i suoi facciano finta di non sentire le notizie che arrivano dalla Cecenia e che mostrano dove può arrivare l'odio che la loro gente sta promuovendo, non certo il ribellarsi con messaggi provocatori a chi vorrebbe appropriarsi dei simboli sacri per tramutarli in un qualcosa da sottrarre al bene comune sulla base della propria convenienza. Magari si può dibattere delle modalità, ma è un dato di fatto che se se si toccano determinati temi è perché non si è indifferenti ad essi... ed è l'indifferenza ad uccidere, non certo la rivendicazione.
E magari qualcuno informi Adinolfi pure sul fatto che Gesù era extracomunitario esattamente come quella gente a cui lui vorrebbe negare accoglienza o che è nato da una maternità surrogata come quei bambini a cui lui vorrebbe togliere ogni diritto. E magari gli si dica pure che appropriarsi della croce di Gesù per tramutarla in un organo di propaganda d'odio è un atto assai più blasfemo che invitare Gesù al party di Pasqua.
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