Contro Macron la Miriano tira in ballo una presunta «indissolubilità» del matrimonio, ma i suoi Putin, Salvini, Berlusconi ed Adinolfi sono tutti divorziati


Costanza Miriano avrebbe preferito la vittoria politica della destra estremista di Le Pen. Ce lo fa capire con un chiaro articolo di indottrinamento ideologico volto a screditare Macron. La donna dice che la sua sia propaganda subdola e che quella gentaglia lavorerebbe per rovinare la democrazia.
Intenzionata ad avviare quella solita macchina del fango che la fa sentire così tanto "cristiana" nel rinnegare Gesù attraverso le sue condanne morale, afferma: «Banchiere, economista, consigliere di Mitterand e Sarkozy, ha una mano o anche due in tutte le istituzioni finanziarie europee che contano e che, senza scomodare immagini di nuovi ordini mondiali, hanno oggettivamente dichiarato guerra alla ragionevolezza della famiglia».
Pare evidente come la parola «famiglia» venga sempre tirata in ballo da chi non vuole il riconoscimento delle famiglie altrui e da chi vede in quel termine la nuova versione di quella famiglia "ariana" che venne teorizzata da Hitler. Ma il discorso diventa tragicomico quando la signora Miriano cita Adinolfi per sentenziare: «l’indissolubilità della famiglia monogamica verrà denunciata come un anacronismo e un lascito della società feudale, ci si prenderà gioco della fedeltà come di un’impostura, di una convenzione artificiale quasi barbara e il divorzio non verrà più vissuto come un fallimento».
Esatto, si parla di matrimonio stabile dinnanzi al suo amico Adinolfi che è divorziato e risposato. Il suo idolo Trump ha collezionato mogli come se fossero figurine, così come Salvini alterna mogli a figli avuto al di fuori del matrimonio. Putin è divorziato e su Berlusconi la decenza ci impone di non infierire sul suo rapporto con le donne.
Pare dunque che l'ideologia della Miriano non vada a braccetto con i leader che lei propone, in quelle generalizzazioni in cui spera che basti screditare l'altro per aver ragione. E sarebbe anche da osservare che se lei non vuole divorziare, nessuno la obbliga a farlo mentre lei sostiene che quella possibilità dovrebbe essere negata agli altri in un totalitarismo che la porti ad imporre le sue idee all'altro. Tu non puoi scegliere perché io ho già scelto per te senza manco conoscerti, pare sussurrare.
E forse la differenza tra i suoi modelli e le persone da lei criticate è che quest'ultime sono per la libertà di scelta di tutti, i suoi pretendono di imporre le loro regole agli altri mentre si reputano indenni dal loro rispetto.
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