Il caporedattore de La Croce e i consigli «casti e pudici per la cattolica che deve rifarsi il guardaroba estivo»


Tra un attacco ai gay e un insulto gratuito rivolto alle persone omosessuali, Giovanni Marco Tullio (caporedattore de "La Croce" nonché collaboratore fisso di "Aleteia") si è lanciato nel condividere con i suoi proseliti alcuni suggerimenti su come la donna cristiana debba vestirsi d'estate per none essere di turbamento all'uomo. Pur mancando un esplicito riferimento al burqa, resta sottinteso il principio fondamentale per cui l'homo deve poter andarsene in spiaggia in slip mentre la donna deve coprirsi quasi come se il suo corpo fosse un motivo di vergogna.
I suggerimenti di moda alle seguaci adonolfiniane è contenuto in un articolo dal titolo "Suggerimenti casti, etici e pudici per la cattolica che deve rifarsi il guardaroba estivo". Un titolo che parrebbe ironico ma che in realtà è preso sul serio dall'autrice del testo.

L'articolo esordisce dicendo che «se una donna ha deciso, come me, di aderire in maniera rigida ai tradizionali criteri di modestia cristiana, l’estate può essere un periodo difficile. D’inverno, è facile coprirsi in maniera adeguata; ma d’estate, quando le vetrine dei negozi si riempiono di manichini seminudi, può realmente essere difficile trovare qualcosa di adatto».
Si passa così a definire dei dogmi sul vestiario, codificate in regole numerate. La prima regola è che «un vestitino semplice, dalla linea basic, non dà mai troppo nell’occhio». La sua teoria è che l'abito debba essere «basic, monocolore, dal taglio semplice, senza pretese».
La seconda regola è che «se una donna che si aggira in una località turistica, in piena estate, avvolta in un mesto abitino nero, corre davvero il rischio di sembrare un’orfanella in lutto, le mega-stampe floreali che vanno tanto di moda quest’estate sono sicuramente un grosso aiuto per non sembrare troppo barbose». Il tutto con l'obiettivo primario di «sembrare donne cool all’ultima moda senza per questo costringervi a scoprirvi troppo».
La terza regola è quella di ispirarsi agli anni 70, sostenendo che la brava cristiana potrebbe sentirsi intrigata all'idea di «imitare il look delle vostre mamme quando avevano la vostra età». La regola numero 4 impone poi che «le stampe giocose (di animaletti, frutta, oggettini…) siano accettabili solo fino a una certa età, e solo a dosi omeopatiche: il rischio è sembrar vestite come scolarette delle elementari (…che è comunque sempre meglio del sembrar vestite come bigotte tristone in lutto). Se vi piace lo stile e ve lo potete ancora permettere senza sembrar ridicole, anche questa è una soluzione di sicuro impatto».
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