Amministrative. L'integralismo cattolico auspica che le destre possano «ripulire» l'Italia dai gay


Paura e populismo sono risultati determinanti in una crescita delle destre alle amministrative. In terre in cui l'odio e l'intolleranza paiono in costante crescita, a far gola agli elettori non era tanto un qualche progetto politico che potesse garantire la crescita della propria comunità, ma la promessa di politiche che potesse far star peggio gli altri: dalla promessa di negare ogni forma di accoglienza a chi scappa dalla guerra, alla negazione della cittadinanza per chi nasce in Italia, dalla discriminazione verso qualunque professione religiosa non sia il cristianesimo, al mancato rispetto delle leggi che riguardano i diritti delle minoranze. Insomma, poco importa se nulla cambierà nella vita degli elettori, quello che a loro importa è che altri siano messi nella condizione di vivere peggio di loro.
Dinnanzi a tutto ciò, l'integralismo cattolico ha immediatamente cercato di salire sul carro del vincitore con il suo sostenere che la loro strenua promozione di politiche omofobe e intolleranti debba essere considerata determinante in una crescita di quei partiti che sono stati da loro promossi nel nome della misoginia e dell'intolleranza. Non a caso personaggi come Simone Pillon o Toni Brandi hanno calcato i palchi dei comizi di Salvini, l'ex direttore di Tempi si è candidato in Forza Italia e Afdinolfi ha tentato la sua fallimentare fuga con Amato nell'ambizione di una poltrona. Di fatto il "family day" è stato un grimaldello per garantirsi un ingresso nella politica sulla pelle delle minoranze.

In queste ore ci si può imbattere anche in preoccupanti messaggi in cui si parla di «pulizia» con toni che paiono rievocare la pulizia etnica nazista. Ne è un esempio il messaggio pubblicato su Facebook dal gruppo d'odio forzanovista "No alla legge Cirinnà":

Un vento di destra per pulire l'italia.
Sono sempre meno i comuni in cui la lobby Lgbt potrà infastidire i bambini. Un vento di destra sta spazzando via gender e Cirinna dalle nostre città. È un cappotto, con risultati eclatanti nelle roccaforti rosse della Liguria, Emilia, Toscana. Unico dolore la sconfitta di misura del grandissimo Massimo
Bitonci a Padova. Un uomo che Salvini dovrà subito schierare sul fronte nazionale. Cancelliamoli.

Se l'uso politico dell'omofobia viene ormai ostentata, forse sono le stesse destre che dovrebbero porsi qualche domanda dinnanzi a chi le indica come la soluzione ad ogni più perverso odio, sottolineando un'arretratezza culturale che le distanzia anni luce da tutte quelle destre occidentali che hanno ormai abbandonato i fanatismi (tant'è che la propaganda Brandi celebra le destre ungheresi o russe, non certo quelle di Paesi democratici in cui i diritti civili non vengono più calpestati come merce di scambio).
In un uso ricorrente ed ossessivo dell'insulto come mezzo di promozione all'odio, il gruppo neofascista non tralascia neppure di sostenere che i gay infastidirebbero i bambini, anche se poi è quella stessa pagina a promuovere vere e proprio violenze psicologiche sui minori gay con effetti che potrebbero condurre alla loro prematura morte. E grave è anche come quella stessa gente si lamenti se alle minoranze viene ancora consentito di poter ricorre alla giustizia ordinaria per poter denunciare gli attacchi subiti. Ad esempio li troviamo pronti a scrivere:

È ancora totalitarismo lgbt. Mentre il gaypride sfila per Latina, un imprenditore appende un cartello ironico fuori dalla finestra della sua abitazione. Immediato l'arrivo delle forze dell'ordine che, evidentemente, quando c'è da obbedire al potere arcobaleno non hanno mai carenze di organico, I gendarmi agli ordini della potente lobby fanno immediatamente rimuovere lo striscione. Se non è una dittatura questa...

Si sostiene dunque che la loro "difesa" dei bambini passi dal mettere grossi striscioni in cui si inneggia alla «fica», così come si ammette che l'atto sia illegale ma si auspica che la polizia possa dirsi troppo occupata per occuparsene. Ed ancora, si spergiura che la denuncia sia stata sporta dalla comunità lgbt pur citando come fonte un articolo che non sostiene quella tesi (e nessuno può dirci se a chiamare i carabinieri non sia stata madre che non ha gradito ritrovarsi con quella volgarità esibita dinnanzi alla finestra della camera dei suoi figli) e si bolla come "totalitarismo" ciò che prevede un rispetto della legalità.
Sarà che loro auspicano un mondo in cui ai bambini si dica che «la fica» è un volere divino e che cristianamente sia necessario scoparsi una qualche donna sottomessa per produrre figli che possano essere immolati sull'altare di una guerra di religione contro l'infedele e contro chiunque osi metter in discussione la loro strenua convinzione di essere parte di una nuova razza Ariana. sarò che a loro piace quella Silvana De Mari che va in giro a dure che sarebbe san Giuseppe ad indicarci la necessità di prendere in mano un'ascia per massacrare il prossimo, ma è inquietante come tutto ciò venga promosso senza che gli ideologi di una simile ideologia non abbiano il coraggio di affermare chiaramente quali sino ai loro veri obiettivi.

Fa anche sorridere il loro spergiurare che la polizia sarebbe controllata dai gay, dato che la riprova dell'esatto contrario pare giungerci dalla loro stessa esistenza. Dinnanzi ad una pagina di promozione all'odio che pubblica ossessivamente e sistematicamente dei messaggi diffamatori contro un gruppo sociale, in qualunque democrazia matura ci sarebbe qualcuno che andrebbe a citofonare alla loro porta per chiedere conto di ciò che affermano (non certo con una crociata, ma semplicemente pretendendo che si sia in grado di argomentare ciò che si afferma per non incappare nel reato di diffamazione). Eppure in Italia questi gruppi operano impuniti, magari appoggiati pure da quei politici che sperano di poter trarre profitto personale dalla persecuzione delle minoranze.

Ma nel mondo parallelo dell'integralismo cattolico ogni legge della natura viene puntualmente annullata e capovolta. Ad esempio è dinnanzi all'udienza preliminare per le frasi diffamatorie che Pillon avrebbe riservato ad Omphalos Perugia, i suoi seguaci si dicono certi che verrà appurata la falsità di quelle parole e che sicuramente giungerà una sentenza di condanna. Insomma, sono loro stessi a dirsi certi della sua colpevolezza mentre contemporaneamente spiegano come la loro concezione di «verità» non si basi tanto nel raccontare i fatti, quando nel proclamare ciò che possa creare maggior danno al prossimo. Ed è così che troviamo messaggi come:

Sono convintamente e coraggiosamente accanto all'amico e gladiatore della verità Simone Pillon che oggi, unico tra i milioni di combattenti del Family day, sta rischiando in prima persona per tutti noi per affermare null'altro che la verità. Sappi Simone che io sono orgogliosamente al tuo fianco e sono disposto - e lo affermo pubblicamente lasciando traccia a futura memoria - ad essere lapidato insieme a te. "Ci alzeremo in piedi ogni volta che...".

Si parla di guerra, lapidazioni e gladiatori in quell'uso delle parole che pare aver ormai perso ogni legame con la realtà. Si sguazza nella menzogna sostenendo ad oltranza che alla manifestazione integralista di Roma ci sarebbero state «milioni» di persone, così come si nega che siano proprio gli integralisti quelli che si dimostrano pronti a lapidare il prossimo dinnanzi alla loro strenua convinzione di essere senza peccato dinnanzi chi vorrebbero fosse messo a morte per la gravissima "colpa" di amare qualcuno.
L'amore va limitato, la "famiglia " deve essere tramutata in un concetto ideologico che deve essere codificato sulla base di estinguo ed esclusioni sociali, il bambino deve essere indottrinato al pensiero unico e la tolleranza è la più grande minaccia per chi esige di essere ritenuto superiore agli altri. Pare ormai che per troppi sedicenti cattolici, un Gesù extracomunitario che predicava amore e accoglienza risulti come un fastidio dinnanzi a chi li ammalia con una nuova religione basata sull'adorazione di una croce che appare sempre più uncinata.
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