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Perugia abolisce la liberà religiosa. Il sindaco decreta che la madonna può essere raffigurata solo dagli omofobi

La Costituzione italiana garantisce a tutti gli individui la piena libertà di avere le proprie opinioni in materia religiosa e di professare una religione. È un diritto che dovrebbe essere inviolabile, ma che nel silenzio generale è stato di fatto abolito dal Comune di Perugia.
Il ritiro del patrocinio al pride da parte del Comune e il suo sostenere che tale ignobile atto sarebbe stato motivato dalle lamentele avanzate da quei gruppi omofoni che sostengono di avere diritto di prelazione sull'uso politico delle immagini sacre è una violazione dei diritti umani. Significa accettare che ai gay debba essere vietato poter professare la loro fede in Dio perché gli integralisti sono violenti nel loro sbraitare che quella Madonna gli serve come gadget per assicurarsi ingenti guadagni dal loro traffico di odio.
E non sta in piedi neppure la "giustificazione" di chi sostiene che sarebbe offensivo raffigurare la Madonna come una drag queen, soprattutto quando a dirlo sono proprio quei gruppi che per duemila anni hanno raffigurato Gesù come un uomo dagli occhi azzurri, dalla pelle bianca e dai tratti europei. Perché mai loro dovrebbero poter adattare quell'icona al loro vissuto mentre agli altri dovrebbe essere vietato di poter fare lo stesso? Sappiamo tutti che Gesù avrà sicuramente avuto tratti arabici e pelle olivastra, eppure in nessuna chiesa italiana lo troveremo mai raffigurato così dato che si è preferito ridisegnarlo a propria immagine e somiglianza, esattamente così accaduto anche a quel Giuseppe e quella Maria che sicuramente non saranno stati come li vediamo raffigurati in Italia.
Con che diritto un ente pubblico può stabilire che la bugia di Adinolfi sia preferibile alla bugia di una drag queen? Davvero dovremmo ritenere che il sui biascicare anatemi lo renda proprietario di una religione al punto da poterla negare al prossimo? Oppure siamo davvero caduti così in basso con politici che basano il proprio operato sul principio del "chi vusa püsé la vaca l'è sua"?
Di fatto un diritto costituzionale è stato negato e sarebbe d'uopo che il prefetto intervenga per ristabilire al legalità o per commissionare chi si è reso responsabile di un atto simile.

Se il sindaco Romnizi è convinto che la Madonna trasudi odio, il sindaco dovrebbe quantomeno farci il favore di dirlo quando è a casa sua e non mentre siede in una una sede istituzionale. E non è certo nel nostro nome che il signor Romnizi può permettersi di dire che l'abolizione della libertà religiosa e la consacrazione di una Madonna dell'odio possa essere un atto compiuto perché «Lo dobbiamo alla città».
Che cosa deve alla città? Un'offesa al sentimento religioso di chi crede in un Dio dell'amore e in chi crede che la Madonna non sia un proprietà privata di chi la fa sfilare al fianco di svastiche ed altri simboli neofascisti?
Non è accettabile un sindaco che gioca a fare il monarca mentre si lancia in eteriche asserzioni volte a sancire che Dio è bianco, eterosessuale ed omofobo. Non nel nome dello stato italiano e non in una evidente violazione della libertà religiosa di chi nel Vangelo trova un messaggio d'amore e non una legittimazione di ogni più perversa forma di odio.


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