Gianfranco Amato come Taormina: «Un gay non lo assumerei»


«Scopo sì, ma procreare con mia moglie che ha la mia stessa età è un po' difficile». È quanto affermato da Gianfranco Amato ai microfono de La Zanzara su Radio 24.
Pare dunque questa l'etica del leader integralista, basata sul definire «scopata» ciò che spergiura debba avere rilevanza civile e sociale per presunto volere di Dio. Ed interessante è anche come i dogmi sembrino avere valenze altalenanti in relazione quale sia il suo interesse al riguardo. Ad esempio è inflessibile nel dichiarare che «la sodomia è uno dei quattro peccati che gridano vendetta agli occhi di Dio» ma poi pare meno convinto quando gli chiedono lumi sulla masturbazione: «In linea di principio la masturbazione è un peccato -dice- ma poi bisogna anche vedere il grado di cultura per chi lo fa e per chi non lo fa».
Riguardo ai rapporti anali, non manca di sostenere che «ha ragione La De Mari: quelli non sono atti sessuali perché l'atto sessuale lo puoi fare solo con organi sessuali». Quindi, stando alla sua teoria, ogni brava parrocchiana dovrebbe essere informata che tutto ciò che si può fare con una bocca e un singolo organo sessuale non conterebbero come atto sessuale e quindi non è peccato.

Giuseppe Cruciani e David Parenzo si erano rivolti a Gianfranco Amato per chiedere il suo commento sulla grave discriminazione subita da due ragazzi gay rifiutati da una struttura che diceva di non accettare «gay e animali». erano certi che l'integralista avrebbe difeso il proprietario, e così è stato.
Amato ha iniziato a dire che: «Mi è parso di capire che quella non fosse un B&B ma una casa privata e la casa privata la affitti a chi cazzo vuoi tu». «Non c'è dubbio che uno abbia il diritto di rifiutare la casa a qualcuno perché gay».
E se il solo fatto di essere presente su Booking parrebbe un motivo sufficiente a sostenere che non si sta parlando di un qualche tizio che affitta privatamente casa sua, Amato non ha mancato neppure di sostenere che lui difenderebbe volentieri l'autore di quella discriminazione. Ha raccontato pure che «il problema non è che non affiatava, è che ha detto che lui è per la famiglia tradizionale. ha detto che per lui due omosessuali sono due depravati dal punto di vista morale e lui ai depravati non dava la sua casa».

Alla domanda se lui avrebbe mai assunto un gay nel suo studio, Amato ha iniziato a dire: «Volete venire a sindacare la mia libertà di scelta?». «Io, in linea di principio, un gay non lo assumerei». E vantandosi della sua omofobia, quale cavaliere dell'Ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme con diritto di passo in ogni chiesa cattolica, ha asserito: «Io ho il coraggio di dire quello che pensa il 90% degli italiani, ma loro non hanno il coraggio di dirlo perché oggi viviamo in una dittatura del pensiero unico».
La dichiarazione fatta da amato pare in palese violazione del D.Lgs. 216/2003, la legge che portò alla condanna dell'avvocato Tarmoina dopo che nel medesimo programma radiofonico disse che lui non avrebbe mai assunto un gay.
La motivazione addotta da Amato è che lui non li assumerebbe mai un gay perché «ho una mia idea dell'omosessualità» e il suo dirsi «cattolico» lo obbligherebbe a sostenere che l'omosessualità sia «una grave depravazione morale, atti intrinsecamente disordinati e contrari alla legge naturale». Ridendo compiaciuto come un avvocato che ha appena trovato un cavillo che possa consentirgli si far assolvere uno stupratore seriale, Gianfranco Amato borbotta che lui può dirlo perché lo dice il catechismo della Chiesa Cattolica e quindi, fintanto pronuncerà il nome di Dio invano, il suo odio verrà legittimato nel nome del Papa.
Ma non è finita qui, dato che lo troviamo pronto anche a sostenere che chiunque non gli consenta di discriminare sarebbe «un illiberale» e che lui sia convinto che l'omosessualità sia «una questione puramente psicologica».

Le dichiarazioni proseguono con il suo asserire che lui non vorrebbe mai un figlio gay (anche se forse è sarebbe quel figlio a non volerlo mai come padre) o nel ribadire: «Preferirei un eterosessuale ad un omosessuale perché io nel mio studio faccio quel cazzo che voglio. Se poi anche voi volete mettermi in prigione o dirmi che questa cosa qui è omofobia...».
Il riferimento alla prigione è perché durante i comizi di incitamento all'odio omofobico, il leader integralista è solito spergiurare che se la Legge Reale Mancino che oggi lo protegge in base al uso autoproclamarsi "cristiano" dovesse essere esteso anche ai gay, lui rischierebbe la prigione dato che la norma stabilisce un'aggravante a determinati reati (peccato che per non finire in galera gli basterebbe non gettare i gay dai tetti come fanno alcuni suoi colleghi integralisti).
Spergiura poi che sia «matematicamente impossibile che i miei figli siano omosessuali perché una è sposata e due sono fidanzati», anche se tale asserzione pare negare l'evidenza id come chiunque possa tranquillamente fingersi etero (soprattutto con un padre integralista che collabora con chi organizza torture psicologiche sui gay).

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