Grugliasco. Il consigliere leghista sfodera un crocefisso contro la collega mussulmana e pretende la sua sottomissione a quel simbolo


Sempre più spesso la cronaca ci racconta di sedicenti cristiani che usano il crocefisso contro qualcuno. Il gruppo integralista Ora et labora brandisce grasse croci contro i diritti delle donne, Gianfranco Amato lo esibisce mentre prega contro i gay e Mario Adinolfi l'ha addirittura tramutato in un giornale che promuove ogni più bieca forma di intolleranza sociale contro svariate minoranze.
A questa lista si è ora aggiunto il neo-consigliere comunale della Lega Nord di Grugliasco, Claudio Broglio, il quale ha pensato bene di ostentare un grosso crocefisso contro una collega musulmana durante il consiglio comunale. In un teatrino evidentemente preparato a casa, l'uomo ha estratto un enorme crocefisso bianco e l'ha indossato in maniera provocatoria mentre si è messo a dire alla sua collega: «Alla neo consigliera che con quel foulard blu in testa espone la sua religione ricordo che se può fare questa cosa qui dentro e in questo Paese lo deve al fatto che esiste una tradizione cristiana. Lei deve ringraziare questo simbolo».
Il gesto non è piaciuto a molti cittadini, tant'è che molte sono state le proteste che si sono levate dal pubblico dinnanzi ad un rappresentante di un'ente laico che pareva voler giocare a dire che il suo Dio dovesse essere ritenuto superiore a quello altrui solo perché era il Dio di sua nonna.
La carnevalata, peraltro, non ha nemmeno sortito gli effetti sperati dal leghista dato che la donna aggredita con quel simbolo si è limitata ad osservare che: «Ha creduto di potermi offendere con una sceneggiata da Hollywood, ma non sa perché è ignorante che se lui avesse portato oltre al crocefisso la Stella di David o il Buddha a me non avrebbe fatto comunque né caldo né freddo. Potrà portare il crocefisso tutte le volte, a me non crea nessun dispiacere... ognuno è libero di fare ciò che vuole, basta che ci sia il rispetto reciproco».
Un rispetto che troppo smesso viene fatto mancare proprio da chi crede che basti esibire una qualche croce per sentirsi legittimati a perseguitare minoranze, magari senza rendersi conto di come quello sia lo stesso simbolo che venne usato anche da chi condusse le crociate, massacrò le donne sui roghi o cercò di perseguitare quei mancini che usavano «la mano del demonio». Checché ne dica il leghista, la vera tradizione cristiana non è certo quella di chi brandisce oggetti sacri come se si trattasse di armi di offesa. Fosse per gente come questa, probabilmente la Santa Inquisizione sarebbe tutt'oggi all'opera.
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