Imposto il crocifisso nell'aula consiliare de L'Aquila


L'Italia ha un evidente e grave problema con il principio di laicità, sempre più in preda a chi sostiene che una maggioranza che si definisce "cristiana" abbia il pieno diritto di imporre i suoi simboli a chiunque osi avere credenze religiose diverse dalle loro.
Capita così che all'Aquila si assista ad un consigliere di Forza Italia che ha cercato di farsi pubblicità promettendo l'affissione un crocefisso nell'aula consiliare. Roberto Tinari andò anche davanti alle chiese per raccogliere le firme di 800 cittadini (su 69.000) pronti a sottoscrivere il suo progetto. Questo accaddedopo il fallimento della mozione con cui, nella scorsa legislatura, venne bocciata l'ipotesi di introdurre simboli confessionali in un luogo che avrebbe dovuto rappresentare tutti.
L'incredibile ha avuto luogo durante la seduta di insediamento del nuovo consiglio comunale, dove un vistoso crocefisso ha fatto la sua misteriosa apparizione sulla testa dei presenti. Un nostalgico rigurgito delle leggi fasciste che ne imponevano l'esposizione in ogni locale pubblico, dato che il sostenere che Dio venisse prima della Patria era assai utile utile per poter evitare inutili spiegazioni alle politiche nazionali quando sarebbe bastato citare Dio per ottenere il plauso dei sedicenti "cattolici" dinnanzi a qualunque legge promuovesse odio razziale, omofobia o xenofobia.
La presa in giro è proseguita come l'omertà dei consiglieri di destra, tronfi nell'essere riusciti ad usare quel simbolo cristiano come strumento di offesa alle altre confessioni religiose ma pronti a spergiurare che nessuno sappia da dove sia arrivato. La presa in giro più scandalosa è quella di un sindaco che ha dichiarato: "Chi ha riappeso il crocifisso? È stata la città".
L'atto risulta comunque illecito. Qualora la nuova giunta di destra avesse voluto imporre un crocefisso, la prassi avrebbe richiesto la presentazione di una mozione, un voto e la possibilità per i cittadini di poter sapere chi ritiene che Gesù sia un giocatolo utile per farsi propaganda o chi si è espresso a sostegno del principio costituzionale della laicità dello stato. Intrufolarsi di notte come ladri per attaccare crocefissi di soppiatto nella convinzione che l'illegalità sia la strada più comoda per imporre il proprio volere non è contemplato dai regolamenti comunali.
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