Le verità alternative di Costanza Miriano


L'integralismo cattolico rappresenta una tra le più serie minacce a quella «libertà d'opinione» con cui amano riempirsi la bocca. Non solo abbiamo le censure di libri richieste dal partito di Adinolfi, ma assistiamo anche ad un più subdolo tentativo di orientare l'opinione attraverso una disinformazione ideologica. E vien da sé che non possa esserci alcuna libertà nell'opinione se qualcuno impedisce l'accesso alle informazioni necessarie a formulare una sulla base di dati oggettivi.

Un qualunque organo di informazione serio vi racconterà che i medici inglesi siano interessati alle dimensioni del cranio di Charlie Gard perché il mancato aumento della circonferenza nel corso degli ultimi tre mesi ne indicherebbe la morte celebrale. Eppure Costanza Miriano, giornalista Rai pagata con soldi pubblici, racconta una storia un po' diversa nello scrivere:

Questa cosa della misurazione della testa per vedere se un bambino di dieci mesi è normale e quindi ha diritto di vivere o no è davvero molto sinistra. Senza contare che, allora, tante teste inutilmente spaziose andrebbero soppresse.

Il messaggio rientra in una speculazione assai più ampia che vede i forzanuovisti di Provita pronti a parlare di «un bambino che soffre di una grave disabilità» o di un «handicappato». Si vuole negare tutta la specificità del caso per tentare di suscitare un'opinione che si basi sull'idea di un bambino malato e non su quella un neonato tenuto artificialmente in vita da macchine che gli stanno prolungano l'agonia mentre una malattia incurabile gli sta consumando il sistema nervoso. E lo stesso fa la Miriano quando dice che l'esame del cranio servirebbe a comprendere se un bambino «è normale», anche se quel termine non pare compatibile con un esame orientati a determinarne una regolare attività celebrale. E non meno falso è il suo parlare di un «soppressione» in riferimento ad una sospensione di un inutile e doloroso accanimento terapeutico.

Abbiamo capito da tempo che la Miriano ritiene che quel bambino debba essere obbligato a soffrire, che lei reputi che un minore non abbia diritti civili se i suoi genitori prendono decisioni contrarie al suo bene o quanto lei sia favirevole ad esperimenti su cavie umane attuate negli ospedali vaticani. Si tratta di posizioni opinabili ma lecite. Meno lecito è che si racconti una verità alternativa che serva a raccogliere proseliti pronti ad avvalorare tesi che forse non hanno manco compreso.

Come sempre, a spiegarci gli effetti di quelle decontestualizzazioni sono i commenti lasciati dai seguaci della donna. Qualcuno tira in ballo Lombroso, qualcun altro attacca i tribunali che osano emettere sentenze basate sul supremo interesse del minore e scrive: «Misuriamo il cranio del giudice. Se non cresce, va soppresso anche lui».
Ed ancora: «Non sanno più cosa dire per spiegare che per il bene del bambino e dei suoi genitori è meglio che muore ucciso». «Non me ne parlare. Sto discutendo da mezz'ora su Charlie con persone che dovrebbero avere un cervello funzionante, ma ho il dubbio che qualche serio danno cerebrale ce l'abbiano loro». «Si infatti come se da una misura si potesse capitare qualcosa in più... si stanno arrampicando sui vetri perché ci stiamo fregando!». «Non erano i nazisti che misuravano il cranio?». «Non ricordo in quale campo di sterminio all'arrivo facevano passare i bambini sotto una asta di un metro. Se non ci riuscivano venivano avviati al lavoro se passavano venivano inviati alle camere a gas».
C'è pure chi non si fa problemi a scherzare sulla vita del piccolo e scrive: «La miglior battuta di sempre! Ma non so era detto che la misura non era importante?».
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