Mangia tutto, altrimenti arriva il gender


Viviamo in un'epoca difficile, in cui la mole di informazioni false che circolano in rete è talmente elevata da rendere pressoché impossibile riuscire a contrastarla efficacemente. Si pensi anche solo a quanti integralisti siano davvero convinti che l'ONU abbia davvero emanato precise direttive e circolari volte ad imporre l'insegnamento della la masturbazione ai bambini di quattro anni.
L'inganno non è stato difficile. Ad esempio Gianfranco Amato ha estrapolato alcune tabelle riassuntive contenute in documenti ricolti ai professionisti e le ha date in pasto ad un pubblico incapace di poter attribuire il giusto senso alle parole, persuadendoli che quai termini dovessero essere intesi con accezioni inesatte. Da avvocato, l'uomo si tutela dietro ad un'immagine che viene proiettata sul muro mentre invita i presenti a giudicare. Lui non dice nulla, ma quando gli astanti vedranno scritta la parola "masturbazione" saranno portati a ritenere si stia parlando di quello che loro fanno in bagno.
Basterebbe leggere l'intero documento o conoscere i termini medici che vengono utilizzati tra gli addetti ai lavori a cui quel documento era rivolto per sapere che la masturbazione infantile indica semplicemente la propensione dei neonati a scoprire il proprio corpo anche mediante l'esperienza tattile sui genitali. Ma è il messaggio distorto ad interessare l'integralismo, perché è nel nome della menzogna che riusciranno ad arruolare persone che si presenteranno dinnanzi al Miur a protestare con loro, spesso ignari di come non siano lì ad impedire un qualcosa che nessuno ha proposto, ma per chiedere che nessuno dica ai propri figli come proteggersi dalle malattie sessualmente trasmissibili.
L'immediata conseguenza è che assisteremo a madri che strillano istericamente che non vogliono che qualcuno insegni ai loro figli a masturbarsi, e poco interessa che nessuno voglia insegnarglielo (anche perché, su questi temi, adolescenti risultino particolarmente bravi nell'autoapprendimento). Quello verrà messo in discussione è altro, in un gioco al massacro in cui la disinformazione mira ad eliminare qualunque dibattito serio possa esistere sui temi creando a tavolino delle vere e crociate contro tesi che non esistono.

Lo stesso "gender" è una vera e proprie truffa culturale ben architettata. L'integralismo lo ha creato, lo ha propagandato e lo ha declinato. Eppure nessuna persona al mondo può sapere che cosa si intenda con quel termine dato che nessuno al mondo l'ha mai codificato o teorizzato.
Se parlasse di identità di genere o di orientamento sessuale, tutti noi avremmo dati documenti da mettere sul tavolo per un serio dibattito, ma dinnanzi al "gender" la ragione viene spodestata dall'isteria e il reale viene soffocato dalla superstizione. Si parla del nulla e si dibatte di termini a cui vengono attribuite molteplici accezioni non compatibili tra di loro, di fatto impedendo ogni seria discussione.
Il "gender" è una parola inventata a tavolino esattamente come a tavolino furono ideate parole come "ariano" o "padano". Sono tutti concetti creati al preciso scopo di manipolare le menti e per tenere sotto ostaggio un libero pensiero, sfruttando sino all'estremo ogni forma di ignoranza e di paura.
E la paura cresce perché c'è chi dice che un concetto non esiste mentre altri spregiano che tutti i bambini siano in pericolo di vita a causa di quella cosa lì. Non la spiegano, ma spergiurano nel nome di Dio e della madonna che sia pericolosissima. E se poi i giornali parlano di "sportelli anti gender", allora aveva ragione chi diceva che c'era una minaccia. Aveva ragione Lucio Malan a dichiarare pubblicamente che chi nega il "gender" è come un mafioso che nega l'esistenza della mafia!
Quante persone hanno i mezzi e la capacità necessarie a comprendere che gli sportelli "anti gender" sono stati creati da quella Cristina Cappellini e da quella candidata di Adinolfi che fanno parte dei quei gruppi integralisti che hanno coniato quella parola? Quanti conoscono la realtà dei fatti a sufficienza da poter comprendere che ad utilizzare quel termine sono sempre e solo i soggetti che traggono profitto dall'isteria che quella parola crea? Probabilmente troppo pochi.

Siamo dunque in ostaggio di gruppi organizzati che promuovono la disinformazione per impedire il pensiero, sfruttando la paura esattamente come fecero tutti i regimi totalitari della storia. E come tutti i regimi totalitari della storia, anche loro accusano le loro vittime delle violenze che sono loro stessi ad infliggere, motivo per cui c'è poco da stupirsi nel vedere come i sequestratori del libero dialogo siano gli stessi che parlano di "dittatura del pensiero unico" o di "limitazione della libertà d'espressione".
Commenti