Il Mattino giustifica i suoi titoli omofobi dicendo che i gay «ostentano» mentre loro esigono «pudore»


La modalità con cui Il Mattino di Napoli ha etichettato il delitto di Vincenzo Ruggiero come un «delitto gay» rievoca i tempi in cui nazisti e fascisti etichettavano come «negozio ebreo» ogni esercizio commerciale fosse gestito da persone accomunate da un comune sentimento religioso a loro sgradito. La persona veniva ridotta ad uno stereotipo esattamente come sta facendo in questi giorni il quotidiano campano.
Ma dato che alla vergogna non c'è mai fine, è in risposta ad una doverosa lettera di protesta firmata da Franco Grillini che il direttore Alessandro Barbano ha difeso i suoi pregiudizi contro i gay.
L'uomo ha dapprima ammesso l'errore, parlando di «un involontario lapsus linguistico suggerito dalle stesse rapide modalità della titolazione, uno stereotipo figlio di una cultura che tutti vogliamo e dobbiamo mettere alle spalle». ma poi affrettato a sostenere che le sue mancanze sarebbero una colpa delle sue vittime. Sostiene che «l'eccesso, visibile in alcune manifestazioni dell’orgoglio gay e non solo. Dalle sfilate del Gay pride alle provocazioni urlate, quasi che la dimensione del dare scandalo fosse la sola modalità per dichiarare la propria esistenza, queste esibizioni reiterate finiscono per proporre una trasgressione che troppo somiglia a uno stereotipo». Ed ancora: «Superare le discriminazioni contro gli omosessuali e contro chiunque è ciò che vogliamo, sì, ma in questo senso potrà aiutare anche un’idea di normalità che reintroduca nella dimensione e nella vita quotidiana valori come l’intimità e il pudore».
Insomma, i gay dovrebbero tornare a nascondersi come negli anni Settanta solo perché la sua idea di "normalità" si baserebbe sul fatto che a lui piace vedere ragazzi che limonano ragazze per strada, capi di governo che organizzano "cene eleganti" con prostitute e gruppi neofascisti che si travestono da prete per pregare contro i gay.
Preoccupante è anche come l'uomo paia racconta i Pride sulla base di meri pregiudizi, lasciandoci chiaramente intendere che evidentemente non ne ha mai visto uno (non a caso non parla di «parata» ma opta per il termine «sfilata» in uso soprattutto negli ambienti di estrema destra). E non meno grave è il suo volersi trincerare dietro la scusa che lui si sente «provocato», dato che quello è esattamente ciò che dicono anche i preti pedofili quando sostengono che sarebbero stati i bambini a «provocarli» o quando gli stupratori si difendono dicendo che sia stata la gonna troppo corta a «provocarli».
1 commento