Aversa. Donna transessuale ripudiata dalla famiglia dopo anni di violenze


«È davvero triste la situazione che ci ha raccontato Laura», spiega Bernardo Diana, presidente Rain Arcigay Caserta onlus. «Venerdì 22 settembre ci ha contattati chiedendoci disperatamente aiuto: viveva per strada, aveva passato la notte tra giovedì 21 e venerdì 22 all'aperto, al freddo autunnale. Era spaventata, soprattutto perché aveva il terrore di chiedere aiuto: essendo una donna transessuale, era sempre stata maltrattata dal prossimo, e stava perdendo la fiducia negli altri.
Infatti Laura non ha iniziato a subire violenza da ieri, ma quindici anni fa, quando a soli 14 anni la sua famiglia la obbligò a lasciare la scuola per assistere un familiare malato: ma, anziché esserne riconoscenti per questo enorme sacrificio, iniziarono ad insultarla non appena scoprirono che, pur avendo un corpo maschile dalla nascita, si sentiva femmina. Dopo gli insulti, le violenze, sempre da parte della famiglia. Infine, il ripudio: la famiglia la caccia di casa, augurandole di morire, ma soprattutto facendo pressioni su tutta la popolazione di Trentola Ducenta perché la isolasse. Era inevitabile che in una tale situazione, Laura finisse oggetto di uomini violenti, come tante donne che scambiano il possesso per amore».
Il Presidente Diana sottolinea anche come l'aspetto peggiore della situazione sia la totale senza dello Stato: «Laura in questi anni è quasi sempre stata disoccupata, è povera e vittima di violenze: perché non ci sono, sul nostro Territorio, Istituzioni che possano prendersi cura di lei e delle persone come lei?»
Ora Laura è ospitata in una struttura privata grazie a Rain Arcigay Caserta onlus, ma ha assoluto bisogno di un lavoro stabile e di un alloggio sicuro. Per queste ragioni, Rain Arcigay Caserta onlus ha deciso di iniziare una raccolta fondi per il caso di Laura, ma anche una "chiamata a raccolta" di chiunque, anche in misura piccola, possa dare una mano a questa ragazza. Tutte le indicazioni al riguardo sono presenti sul sito dell'associazione.
«Ci tengo a dire -conclude Diana- che nella tragedia, abbiamo trovato una nostra forza: il nostro sistema di gestione di queste emergenze è entrato in funzione in più occasioni, perciò se in futuro qualcuno si dovesse trovare nella situazione di Laura, non esiti a chiamarci».
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