La NuovaBQ lancia una nuova offensiva per usare l'omofobia come mezzo di promozione del ramo politico più integralista della Chiesa


È dalle pagine de la Nuova Bussola Quotidiana che il vaticanista Marco Tosatti è tornato ancora una volta a sostenere che l'omosessualità debba essere ritenuta "un peccato grave" e che i gay debbano essere costretti alla più totale e innaturale castità al fine di compiacere l'attività sessuale sua e dei suoi colleghi integralisti.
Promuovendo l'alta più intransigente e intollerante di quella Chiesa che ha fatto dell'odio omofobico l'unica ragione di vita di alcuni suoi prelati, racconta:

Il cardinale Robert Sarah, prefetto della Congregazione per il Culto Divino, prende posizione in maniera molto netta sul tema della castità, dell’omosessualità e della fede. Lo fa con un articolo di opinione scritto per il Wall Street Journal; e si riferisce in particolare al libro del gesuita James Martin, strenuo propagandista dei “diritti” delle persone omosessuali all’interno della Chiesa. Martin, che è anche direttore della rivista progressista dei gesuiti “America” è stato nominato nell’aprile scorso consulente del Segretariato Vaticano per le Comunicazioni, di cui è a capo mons. Dario Viganò, che evidentemente condivide la sensibilità di Martin a queste problematiche.

Messo tra violette il termine "diritti" quasi come se i gay non meritassero di essere considerato esseri umani, il fondamentalista aggiunge:

Il titolo dell’editoriale del card. Sarah è indicativo: “Come i cattolici possono dare il benvenuto ai credenti LGBT”. E la risposta è che l’accoglienza è possibile sono alla luce dell’insegnamento morale della Chiesa. “Come una madre, la Chiesa cerca di proteggere i suoi figli dal danno del peccato, come espressione della sua carità pastorale”, ricorda il porporato. L’attrazione verso persone dello stesso sesso non è necessariamente peccaminosa, scrive Sarah, anche se “è in disaccordo con la natura umana”; ma le relazioni omosessuali invece “sono gravemente peccaminose e danneggiano il benessere di quanti vi prendono parte”.

Insomma, se tu vuoi essere accettato, tu devi essere come me perché io, Marco Tosatti, sono l'immagine a cui Dio si è ispirato e chiunque non sia come me è sbagliato. Sarà, ma basterebbe leggere la quiarta di copertina dei vangeli per avere qualche dubbio su una simile visione del cristianesimo.
E se a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca, interessante sarebbe il domandarsi perché mai in un articolo dedicato a Robert Sarah non ci sia alcuna fotografia di Robert Sarah. Non sarà che un vescovo di colore non farebbe abbastanza presa sull'elettorato a cui l'articolo si rivolge?

A corredo del proclamo firmato da Tosatti, il sito omofobo diretto da Riccardo Cascioli si lancia nell'elogiare l'ipotesi di conversare con le altre religioni basandosi sull'omofobia come unico dogma di fede. Ed è così che in un articolo firmato da Ermes Dovico leggiamo:

Riguardo all’omosessualità, la Dichiarazione di Nashville contiene principi simili al Catechismo della Chiesa cattolica, come la distinzione tra gli atti e l’inclinazione della persona, a cui si indica la via della castità. “Le persone che sperimentano attrazione sessuale per lo stesso sesso possono vivere una vita ricca e fruttuosa, piacendo a Dio attraverso la fede in Gesù Cristo, quando loro, come tutti i cristiani, camminano nella castità di vita”.
E subito dopo si collega il peccato alla traduzione di desideri sessuali in condotte immorali fuori dal matrimonio, definite “una distorsione che include sia l’immoralità eterosessuale che omosessuale”. Di fronte all’annacquamento attuale della verità per fini falsamente misericordiosi, gli estensori della Dichiarazione affermano “il nostro dovere di dire la verità nella carità” e dedicano tutti gli ultimi tre articoli per ricordare che la grazia divina si manifesta tanto nel perdono di chi si pente quanto nell’autentica trasformazione di chi si impegna a seguire Cristo, che rende capaci di abbandonare le condotte e i pensieri peccaminosi. “Affermiamo che Gesù Cristo è venuto nel mondo per salvare i peccatori e che attraverso la morte e resurrezione di Cristo il perdono dei peccati e la vita eterna sono disponibili per ogni persona che si pente del peccato e si affida a Cristo unico Salvatore, Signore, e tesoro supremo”.
Nel giro di pochi giorni si è perciò realizzata un'altra piacevole convergenza tra cattolici ed evangelici su questioni fondamentali della morale cristiana, anche se è chiaro che con i tempi che corrono molti non avranno gradito. Di certo non ha gradito il gesuita James Martin, tra i più attivi nel contribuire allo sdoganamento dell’omoeresia e da aprile consultore vaticano del Segretariato per le comunicazioni, che ha risposto subito sia al cardinale Sarah che agli evangelici, strumentalizzando a suo modo il principio del “non giudicare”, sempre più evocato quando si vuole mettere a tacere chi ricorda la verità sull’esistenza di un qualche peccato, specie se di natura sessuale.
Come probabilmente non hanno gradito gli inventori dell’espressione “ecumenismo dell’odio”, ossia padre Antonio Spadaro e il suo alter ego presbiteriano Marcelo Figueroa, autori a luglio di un articolo da far cadere le braccia, in cui bollavano di fatto come “odio” l’affermazione dei principi non negoziabili in tema di aborto e unioni omosessuali, su cui diversi cattolici ed evangelici statunitensi stanno facendo da tempo fronte comune per contrastare il relativismo dominante. Come dire: dateci tutti i tipi possibili di ecumenismo, tranne quello fondato sulla verità. Già il profeta Isaia era stato chiaro: “Guai a coloro che chiamano bene il male e male il bene”.

Ed ovviamente a decidere che cosa sia il bene e che cosa sia il male dovrebbero essere Roiccardo Casioli e marco Tosatti.
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