Fratelli d’Italia chiede l'uscita dell'Emilia Romagna dalla Rete RE.A.DY
Le destre hanno reso l'omofobia la loro ossessione, seconda solo al nazionalismo xenofobo. Intenzionati a promettere un mondo in cui gli adolescenti gay abbiano paura di esistere perché sgraditi alle lobby integraliste, è il consigliere regionale Tommaso Foti (Fdi-An) ad aver presentato una risoluzione per impegnare le Giunta regionale dell'Emilia Romagna ad abbandonare la Rete RE.A.DY, una rete di amministrazioni che condivide iniziative di prevenzione della violenza omotransofobica. E nonostante la rete non comporti alcun costo, Foti dichiara: «La rete di Amministrazioni gay friendly cui l'Emilia-Romagna aderisce dal 2014, comporta costi inutili e progetti scolastici di educazione sessuale non rispettosi dell'autonomia di scelta e dell'indirizzo genitoriale».
L'iniziativa pare argomentata dalla sfida per la supremazia omofoba tra il partito della Meloni (appoggiato da Massimo Gandolfini) e quella Lega Nord che patrocina i convegni dell'avvocato che si proclama "generale". Motivi che probabilmente li hanno spinti a rilanciare un attacco alle persone gay all'indomani dell'uscita dalla medesima rete da parte del Comune di Piacenza su suggerimento della Lega Nord e dell'assessore Massimo Polledri.
«La partecipazione della Regione alla rete nazionale RE.A.DY -sostiene Foti- pur non comportando il versamento di quote associative, comporta costi diretti e indiretti per la Regione e prevede anche di attivare strette collaborazioni e iniziative su tematiche in parte non condivisibili, in particolare nel settore educativo/scolastico minorile dove sono stati proposti progetti di educazione sessuale non rispettosi dell'autonomia di scelta e dell'indirizzo genitoriale. Con queste premesse, alla luce anche della decisione assunta da alcune Amministrazioni comunali di recente nomina, tra le quali il Comune Piacenza, di recedere da tale organismo il consigliere impegna chiede all'Assemblea regionale di impegnare la Giunta a recedere dalla rete RE.A.DY».