Il gran giurì assolve Savarese: riparte il tour per guardare nelle mutande dei bambini


Filippo Savarese ha un pisello e gli piace raccontare ai suoi figli quanto gli piaccia infilarlo dentro la vagina di mamma. Anche Jacopo Coghe ha un pisello ed anche lui va in giro per le strade a fermare i passanti per raccontare loro quanto gli piaccia infilare il suo pene nell'accogliente vagina di una qualche femmina. Fa eccezione Maria Rachele Ruiu, una vagino-munita che secondo la Silvana De mari non deve assolutamente poter fare il pompiere dato che quello è un lavoro "da maschi". Anche lei ama raccontare ai quattro venti che, in virtù della fessura che ha tra le gambe, è per onorare la Madonna che divaricherebbe le sue gambe dinnanzi a un pene eretto intenzionato a penetrarla.
Se il buongusto e la decenza ci inviterebbero a ritenere che le loro fantasie sessuali dovrebbero essere un fatto privato, i tre dipendenti di Arsuaga hanno persino organizzato un vistoso autobus arancione con cui ostentare per le strade la loro attività sessuale. Il tutto sostenendo che la divisione per generi sarebbe inadeguata dato che l'unica divisione accettata dalla loro lobby è quella basata sul pene e sulla vagina. Chi ha il pene deve essere fatto in un certo modo, deve avere certi interessi e deve portarsi a letto certe persone. Lo stesso vale per chi, in virtù della sua patatina, dovrà ambire a cose differenti così come sottolineato dai colori azzurro e rosa con cui gli oggetti vengono classificati nei loro manifesti. Ed è sempre in quei vergognosi manifesti che il trio di dipendenti di Arsuaga sostengono pure che la violenza di genere non sarebbe il sessismo o la misoginia, ma il rispetto delle diversità.
L'evidente tentativo è quello di promuovere una truffa culturale in cui i bambini possano essere strumentalizzati per sostenere che non sarebbero loro a sentirsi come dichiarano, ma sarebbero vittima di genitori che non li redarguiscano qualora il maschio non voglia fare il calciatore o la femmina non voglia fare la velina.

Se l'autority aveva finalmente messo fine a quella pagliacciata, difendendo i bambini da chi tenta ostentatamente di fomentare odio contro chiunque non si uniformi di loro diktat e alla loro omologazione dell'umanità, Jacopo Coghe annuncia tutto tronfio che il gran giurì avrebbe accettato la nota difensiva presentata dagli avvocati pagati da Arsuaga. L'immediata conseguenza è che l'autobus che promuove la transofobia potrà tornare nelle strade italiane ad annunciare che Savarese tornerà a guardare nelle mutande dei bambini per decidere come dovranno essere, quali passioni dovranno avere e con chi dovranno poter far sesso.
Insomma, da oggi i bambini saranno nuovamente in pericolo a causa dell'azione di un gruppo di integralisti che attaccherà la loro dignità e minaccerà la loro vita solo perché vogliono essere ritenuti superiori agli altri per presunto diritto di nascita. E a farne le spese saranno quei giovanissimi che non hanno ancora sviluppato gli anticorpi necessari a difendersi dal virus della transofobia, magari minacciati anche da famiglie bigotte che danno retta a quell'Adinolfi che va nelle piazze a sostenere che l'omosessualità possa essere "curata" o che i transessuali siano "malati di mente" che non devono assolutamente incontrare l'appoggio delle proprie famiglie. Tutte tesi che, statistiche alla mano, aumentano a dismisura la possibilità che le persone sgradite all'integralismo siano spinte verso il suicidio o verso l'abuso di sostanze stupefacenti.
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