Nella videopropaganda di Amato, la fuga di cervelli è colpa dei migranti e delle unioni civili


Gran parte della propaganda di Gianfranco Amato è basata sul vittimismo, con l'integralista che si lamenta fra i suoi miliziani di come gente cattiva non gli permetterebbe di poter raccontare che la verità unica e ultima di Dio è la sua ideologia contro i gay, contro la libertà personale e contro chiunque non lor riconosca quale leader supremo (a suo dire, nominato «generale» da una Madonna che gli sarebbe apparsa su un convoglio di Trenitalia).
In un costante uso di termini bellici che lo portano a sostenere sarebbe in atto una «battaglia» o che Mario Adinolfi sarebbe un «condottiero», cerca di reclutare proseliti asserendo che la sua ideologia sia ovvia e non tolleri contestazioni. Dire che una donna non deve poter fare il pompiere perché quello è un lavoro da uomini sarebbe come dire che 2+2 fa 4. E se qualcuno osa dissentire, ecco che lui frigna che vogliano censurare la sua verità, ossia l'unica verità in quanto ogni sua parola deve essere reputata parola di Dio (recentemente lo urlò chiaramente dall'altare della chiesa parrocchiale di bagheria).

Dalla sua pagina Facebook, l'integralista è solito rilanciare pillole di videopropaganda non dissimili da quelle realizzate dall'Isis, presumibilmente orientate anch'esse al reclutamento e all'indottrinamento di miliziani. In quello trasmesso il 17 novembre scorso, l'uomo non solo si definisce «paladino antigender» che si batte contro «la dittatura del pensiero unico», ma spergiura pure che una dirigente scolastica che nega l'auditorium ai suoi comizi sarebbe pure «un rischio per l'ordine pubblico» in virtù di come il convegno avesse già ottenuto il patrocinio del Comune e dunque dovesse essere ritenuto lecito nella sua ferocia contro la dignità di interi gruppi sociali. La sua obiezione alla parità di genere va infatti a braccetto con la sua ferocia antigay, in virtù di come una famiglia in cui ruoli possono essere suddivisi senza che qualcuno si imponga sulla donna in virtù del pene che ha fra le gambe è una vera e propria minaccia alla sua visione sessista della famiglia. Non a caso durante i suoi convegni ama spiegare che la sua idea di famiglia sia composta da figli e moglie che «ubbidiscono» all'uomo.

Per rendersi conto di quale tenore abbia la propaganda, doveroso sarebbe osservare con i propri occhi con quali toni e con quali modalità l'integralista confezioni quei prodotti:


Nel video, palesemente amatoriale e quasi ridicolo nella sua struttura, lo troviamo pronto a cercare di fomentare paure con il suo sostenere che la polizia debba difenderlo da quella gente cattiva che osa obiettare alla sua ideologia. Ma non solo. Rivolgendosi direttamente al «condottiero» Adinolfi, spiega chiaramente l'obiettivo della sua propaganda: «Speriamo di riuscire a condizionare il futuro governo», dice.
Pare dunque che il piagnisteo sulla mancata connessione di una scuola ad una propaganda orientata a «condizionare» il voto sia un controsenso, così come al limite del patetico è come il «generale» dica che suo figlio Iacopo sia il più meritevole tra i meritevoli e che forse dovrà lavorare all'estero perché «qui in Italia non ci sono possibilità per chi ha una capacità e una professionalità eccessiva». Il tutto, ovviamente, condendo i suoi proclami con le sue solite strumentalizzati di dichiarazioni riviste e corrette al fine di orientare politicamente i suoi miliziani.
Strizzando l'occhio alle politiche xenofobe della Lega, Amato spergiura pure che i giovani cervelli sarebbero stati mandati all'estero per essere «per essere sostituiti con gli immigrati». Ovviamente non dice che gli immigrati non hanno certo posti nei direttivi delle aziende e che chi cerca lavoro all'estero non era certo molto interessato a fare manodopera nei campi o di asfaltare le autostrade (tutti lavori che, in assenza di migranti, nessuno farebbe).

Nel proseguo del suo discorso, Amato inizia a raccontare che la validazione delle firme del partito di Adinolfi da parte di un notaio sarebbe un problema ma sarebbe da intendersi come «un miracolo della Madonna» che il Rosatellum permetterà la validazione da parte degli avvocati e quindi i suoi Giuristi per la vita potranno validare la firma per la sua candidatura. In quel suo solito abuso del sentimento religioso, spergiura pure che si sarebbe dinnanzi ad «un segno del cielo» che dovrebbe invitare tutti a votarlo.
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