Adinolfi insiste nell'irresponsabile invito non usare il preservativo (e spaccia notizie false per «incontestabili»)


Pare proprio che Mario Adinolfi ci stia prendendo gusto nell'ottenere visibilità con i proclami in cui invita i giovani a non usare mai il preservativo per difendersi dalle malattie sessualmente trasmissibili. Fregandosene altamente di quanto siano irresponsabili le sue prese di posizione e spergiurando che qualunque stupidaggine esca dalla sua bocca debba essere ritenuta una verità di Dio, in occasione della Giornata mondiale contro l'HIV lo troviamo pronto a pubblicare secondo proclamo dal pretestuoso titolo "HIV, alcuni dati (come sempre incontestabili)".
E se era facilmente contestabile la falsità del primo proclamo in cui lo trovavamo pronto a sostenere che l'aumento delle infezioni debba essere interpretato come una conseguenza dell'uso del preservativo e non una conseguenza di chi non usa protezioni, questa volta cade ancora più in basso nell'affermare:

La giornata mondiale per la lotta all'Aids vi dirà che per battere l'HIV bisogna prendere atto della crescente promiscuità sessuale in particolare tra i giovani e distribuire arnesi in lattice a pioggia. Questa la strategia degli ultimi tre decenni. Risultati? 25 milioni di morti e 60 milioni di contagiati. Chi pensa che la malattia sia sconfitta si ricreda, anche nell'ultimo anno in Italia ci sono stati migliaia di nuovi casi, per la precisione 3.451 e se il morbo è in calo questo calo è minore tra i giovani. Il 38% dei casi di infezione riguarda gli omosessuali, a seguire lo scambio di siringhe infette. La stragrande maggioranza delle infezioni dunque indica come comportamento a rischio la sodomia e la tossicodipendenza.

Trovato il modo di strizzare l'occhio all'omofobia in quella sua costante guerriglia a danno di interi gruppi sociali, immancabile è il suo sostenere che l'irresponsabilità nel sesso sarebbe un volere di Dio. Scrive infatti:

Papa Benedetto XVI nel corso del suo viaggio in Camerun e Angola del 2009 disse chiaramente che puntare tutti questi soldi sulla diffusione dei preservativi rischiava di aggravare il problema anziché limitarlo. Gli saltarono addosso come dopo Ratisbona, ma poi ad Harvard il professore Edward Green si accorse che i dati di Ratzinger erano esatti e scrisse un celebre editoriale per il Washington Post intitolato semplicemente: "Il Papa ha ragione". Poi Green insieme ad un altro collega scienziato, Norman Hearst, scrissero a Lancet, la più autorevole rivista medico-scientifica del mondo, per ribadire il concetto. Lo abbiamo spiegato nella puntata di Stampa&Vangelo: pensare che indossare un giubbotto antiproiettile e un elmetto da guerra permetta di esporsi al fuoco di mille proiettili senza rischiare di prendere uno in faccia è da dementi. La soluzione è solo il cessate il fuoco. Basta guerra. Ai giovani proponiamo un'idea diversa fatta di rispetto di sé stessi, del loro corpo, del dono di sé all'altro, di sessualità come coronamento responsabile di un percorso solido d'amore, di rifiuto del disordine e lanciamo l'allarme sull'ideologia gender (sul tema oggi alle 23.15 su Telenorba, con Adinolfi e Amato per la prima volta in tv insieme a Il Graffio, da non perdere).

È dunque un surreale invito all'obbligo di castità quello proposto nel nome di Mario Adinolfi e di quel Gianfranco Amato che auspica l'uccisione di qualunque prete non offrirà l'altare alla promozione del suo partito. Peccato che nel suo stesso esempio ci troviamo dinnanzi ad un integralista che si lancia nel sostenere che se il giubbetto antiproiettile non protegge dai colpi di una mitragliatrice, allora è meglio non indossarlo anche quando avrebbe potuto salvare la vita dinnanzi a qualche semplice colpo. In altre parole, il suo invito appare configurarsi in una istigazione al suicidio.

Interessante anche come tra gli «incontestabili dati» pubblicati da Mario Adinolfi ci sia la falsificazione del pensiero scientifico. Nel trattato di Green, Hearst ed Lancet del 2009, i sooservava che «The root of the problem is that people do not use condoms consistently, no matter how they are promoted. A little bit of condom use might be like a little bit of antibiotic use—not ultimately helpful». In altre parole, il professpore citato dal leader integralista denunciava come l'uso incostante e troppi circoscritto dei preservativi in Africa ne limitasse l'efficacia. Da qui a sostenere abbia detto che i preservativi non servino, siamo dinnanzi ad una mistificazione pericolosa e grave.

Il tutto avviene nel corso della Giornata mondiale per la lotta all'HIV, con l'immancabile intervento a gamba tesa di un uomo che insudicia e calpesta qualunque cosa pur di cercare di elemosinare un po'di visibilità. Qualcuno morirà a seguito delle sue parole? Chissenefrega, l'importante è che lo guardiate in tv mentre racconta frottole su inesistenti "ideologie gender" nel tenativo di accaparrarsi quella poltrona che agonia sin da quando girava in camper per promuovere la candidatura di Renzi alle primarie.
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