E Nina Moric rivendica il suo "diritto" al razzismo nel nome di August Ames


I gay devono subire quotidianamente la persecuzioni delle lobby integraliste, con personaggi alla Mario Adinolfi o alla Toni Brandi che sostengono ossessivamente che l'odio debba essere ritenuto una lecita «opinione» anche quando miete vittime tra gli adolescenti a loro sgraditi. Ma se una pornostar omofoba si suicida dopo le critiche per gli insulti da lei rivolti ad un collega che aveva lavorato anche in un film gay, ecco che l'integralismo cattolico si mette in fila per strumentalizzare quella morte.
Lo scorso 3 dicembre l’attrice dichiarò di non aver voluto girare una scena insieme a un attore che sosteneva potesse avere l’HIV perché aveva lavorato in un film gay: «Non metto in pericolo il mio corpo. Non so cosa fanno nella loro vita privata», scrisse.

Nella corsa alla strumentalizzazione troviamo una Nina Moric che su Twitter scrive:

August Ames l'avete uccisa voi politicamente corretti, gli stessi che qui venite tutti i giorni a darmi della tr*ia, della razzista, dell'ignorante. August Ames ve la portate tutti voi sulla coscienza. Riposa in pace che l'inferno sarà solo per questi coglioni.

Interessante è la logica per cui Nina Moric sostiene che lei debba poter denigrare e insultare gli stranieri o debba poter fomentare odio contro interi gruppi sociali in virtù di come pretenda che alle sua vittime venga impedito di replicare.
Se la notizia della morte di una 23enne è sempre una tragedia, disgustoso è come qualcuno voglia usare quella vita spezzata per sostenere che qualcuno debba poter denigrare senza poter essere denigrato. Ed è difficile non notare come l'ultra dedtra non punti mai il dito sui toni, ma aggredisca chi osa mettere in discussione il "diritto" all'omofobia e alla discriminazione da parte degli eterosessuali.
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