Il Foglio incolpa chi non tace dinnanzi all'omofobia per la morte di August Ames


La propaganda di estrema destra sta cercando di tramutare il suicidio della pornostar August Ames in una legittimizzazione dell'omofobia. L'attrice era stata criticata perché diceva di non voler recitare in coppia con un uomo che in passato aveva preso parte a film gay.
Dopo l'articolo di Fratelli d'Italia in cui si sostiene che una donna etero debba avere il pieno diritto di sostenere che chi è stato con un gay abbia l'Aids, anche Il Foglio non ha perso tempo per strumentalizzare quella morte con fini prettamente politici. Sfoderando i più squallidi slogan dell'integralismo cattolico, Antonio Gurrado sostiene che una fantomatica «polizia virtuale del pensiero unico l'aveva accusata di omofobia, fraintendendo il significato di libertà sessuale». Nel suo articolo scrive:

Non so, non ricordo se ho mai guardato video della pornostar August Ames; so però che da oggi non potrò più guardarne perché altrimenti penserò al suo corpo appeso al soffitto dopo un tweet in cui sfanculava tutti i suoi detrattori più aggressivi. È accaduto che avesse ricusato di girare una scena con un attore che in passato aveva interpretato film gay e, giubilata dalla produzione, avesse inviato un appello alle colleghe a non sostituirla nella parte.

In pratica si sostiene che se un'omofoba non vuole lavorare con qualcuno, allora bisogna lasciare a casa l'altro attore e non certo chiedere a lei di rifiutare il ruolo. Una pretesa assurda ed ingiustificata che il quotidiano tenta di argomentare dicendo:

Ovvia è partita l'accusa di omofobia, che sui social network è diventata un tam tam selvaggio, del tutto dimentico della differenza fra una pornostar e una prostituta. Il motivo per cui un'attrice porno può essere ritenuta un simbolo di libertà sessuale è che da contratto può sempre decidere insindacabilmente con quale partner rifiutare di farsi riprendere senza ricadute lavorative. Altrimenti è sfruttamento. La polizia virtuale del pensiero unico, attivissima quando si tratta di difendere cause astratte, nell'additarla come omofoba ha dimenticato di rispettare questo dettaglio della sua vita personale e professionale. Assieme al suo corpo, dallo stesso soffitto penzola questa responsabilità. Aveva ventitré anni, se ancora vi sentite nel giusto.

Ed infatti la ragazza avrebbe potuto tranquillamente rifiutare la parte, ma lei ha ritenuto di dover insultare e denigrare un collega perché bisessuale. L'idea di "libertà" proposta si basa dunque sul riterete che la libertà di scelta della loro attrice dovesse avere diritto di priorità sulla libertà di scelta dell'attore, di fatto colpito con ricadute lavorative per aver lavorato con un altro uomo.
Eppure quando a morire è un gay perseguitato dagli omofobi, caso vuole che Il Foglio sia in prima linea nel sostenere che l'odio non abbia responsabilità per quelle vite spezzate.
Con una totale assenza di etica rd una ferocia inumana che Il Foglio sentenzia che bisognerebbe tacere dinnanzi all'omofobia dato che loro non si fanno problemi a strumentalizzare la morte di una ragazza. Ma nei fatti sarebbe come se si volessero incolpare gli ebrei per quei nazisti che si sono suicidati dopo la fine della guerra.

Se poi qualcuno volesse sostenere che alcune critiche siano state troppo forti, non è di quello che parla l'articolo de Il Foglio: loro puntano il fito contro chi denuncia l'omofobia, non contro i toni di singoli messaggi.
Commenti