Il Natale d'odio di Provita: «I gay hanno la pretesa di essere considerati normali»


È profanando l'amore del Natale che l'organizzazione di estrema destra Provita Onlus pare incapace di trattenersi dal vomitare il suo odio contro interi gruppi sociali. La nascita del bambin Gesù diventa così l'occasione per raccontare che il buon cristiano deve odiare i gay e gli extracomunitari, inneggiando alla supremazia di Toni Brandi su chi è nato nella stessa terra in cui nacque quel Gesù.
In un clima di costante guerriglia in cui un gay non può più starnutire senza che l'integralismo cattolico lo importuni con articoli traboccanti d'odio che sfruttino l'occasione per sostenere che quello sternuto sia l'inequivocabile sintomo di una evidente malattia che minaccia la salute pubblica dei poveri omofobi, anche i festeggiamenti per Natale diventano l'occasione per insultare e denigrare il prossimo. Il tutto, peraltro, in una evidente falsificazione e mistificazione dei fatti.

La nuova aggressione è firmata da Angelo Mandelli, già esponente di quel gruppo integralista denominato "Ora et labora" che organizza messe contro i gay, comizi omofobi con Silvana De Mari e volantinaggi volti a sostenere che i gay debbano essere ritenuti contagiosi e pericolosi per la salute altrui. Nell'articolo pubblicato da Toni Brandi, il fondamentalista racconta che:

Con il sostegno del Municipio 3, l’Arcigay a Milano ha tinteggiato con i colori LGBTQIA(…) dell’arcobaleno anche il Natale. Circola ancora la favola secondo cui scopo delle associazioni LGBT sia di combattere le discriminazioni. Niente di più falso: sono proprio loro a volerle creare, mantenere ed esasperare.
Dalle sfilate di orgoglio gay, al cinema gay, al teatro omosessuale, ai locali di intrattenimento riservati alle persone con certe tendenze, al turismo lgbt, fino ai congressi della “polizia arcobaleno”, in questi anni è tutto un succedersi di iniziative per creare un vero proprio “mondo separato” per il “popolo LGBT”. E questa ghettizzazione è voluta proprio da loro.
L’ ultimo e più delirante esempio di questo atteggiamento viene da Milano.
Sabato 16 dicembre è in una zona del centro si è celebrato addirittura il “Natale Arcobaleno”, promosso dal “Milano Pride”, una sigla che raccoglie la galassia delle associazioni LGBTQIA(…), Arcigay in testa, e con il sostegno del Consiglio di zona 3.

Tanto basterebbe per scoppiare ridere a crepapelle. A firmare quell'ammasso di fesserie è infatti quello stesso sedicente gruppo "cristiano" che organizza incontri cosiddetti "cristiani" per sostenere che si debbano leggere libri "cristiani", guardare film "cristiani" e che sia importantissimo un presidio "cristiano" in Parlamento al fine di poter sostenere una visione "cristiana" della vita che possa essere opposta alla laicità di chi osa avere idee diverse dalla loro. Alla faccia di quelli che poi dice che sarebbero i gay a voler creare divisone!

L'aggressione pare però non tener conto dei fatti, dato che il riferimento è al Mercatino di Natale organizzato dal Cig di Milano a Porta Venezia cquale momento di incontro con la cittadinanza. Ma è proprio nel tentativo di negare questa evidenza che il fondamentalista inizia a raccontare ai suoi proseliti che non devono tener conto di ciò che i gay dicono, ma solo di cui che che loro mettono a forza nelle loro bocche:

Non è questa precisamente questa la discriminazione che loro dicono di voler combattere? Di questa contraddizione si sono benissimo resi conto gli organizzatori del convegno, che nel loro comunicato affermavano che “la festa vuole rivolgersi a tutti, senza distinzione legate alla provenienza, alla cultura e all’orientamento sessuale.”
Se avessero voluto veramente fare cosa aperta e non discriminatoria, avrebbero potuto semplicemente festeggiare il Natale “normale”, quello di tutti (anche loro!).

Ed è così che ancora una volta l'organizzazione di Toni Brandi tenta di usare la parola "normale" in contraddizione con i gay, raccontando ai loro lettori che si debba pensare esista un "noi" e un "loro" in quella insensata opposizione che la loro organizzazione tenta con ogni mezzo di creare. Ed immancabili sono anche gli insulti:

Tutti si chiedono per quale motivo il Natale non possa essere Natale e basta. Perché non ci possono essere le bancarelle e basta, e i cori natalizi e basta. Ma ci devono essere le bancarelle arcobaleno e i cori gay. Già, sembra incredibile, ma nella kermesse natalizia promossa dall’ Arcigay a Milano c’è stata pure l’ esibizione di un coro che si chiama “Checcoro”.

Denigrato un coro inclusivo perché non discrimina i gay così come Brandi sostiene che ogni organizzazione cattolica debba poter fare in una palese negazione dei Vangeli, emerge tutta la violenza di quel gruppo che nel Natale vede un'occasione per creare odio e divisioni. È quella stessa gente che vede come una loro priorità l'ingresso nelle scuole per attaccare la laicità dello stato ed usare i presepi come strumenti di offesa per chi ha diverse convinzioni religiose, magari raccontando pure che i cristiani sarebbero perseguitati laddove non sono una maggioranza e vengono trattati così come loro amano trattare gli altri quando possono fare branco.

Le offese e la insinuazioni del gruppo d'odio guidato dall'integralista Toni Brandi proseguono:

Ma questo ovviamente non andava bene alle esigenze di propaganda di questi gruppi, per cui hanno dovuto inventare la messinscena del Natale LGBT, per poi far finta di smentirlo e dire che era una cosa aperta a tutti, tirando in ballo anche gli extracomunitari e il multiculturalismo.
In realtà la strumentalizzazione politica ed ideologica si vede benissimo dal documento emesso dagli organizzatori e il tentativo (mai riuscito, tanto che deve essere reiterato continuamente) di far passare la condizione omosessuale come “normale”.
Peccato (o per fortuna) che ci sia sempre la realtà a cozzare contro questa pretesa.
E non solo perché le unioni gay sono strutturalmente sterili, ma anche perché mettono a particolare rischio la salute della gente: si dà il caso che, anche durante il “Natale Arcobaleno” c’era un servizio di test per l’ HIV, e altre malattie sessualmente trasmissibili.

Insomma, il Natale secondo Brandi è l'occasione per lanciare proclami d'odio volti a sostenere che la realtà non sarebbe determinata dall'oggettività, ma un qualcosa che i fondamentalisti dovrebbero poter decidere a proprio piacimento sulla base del loro odio e dei loro pregiudizi. Ed è così che se Brandi odia i gay, allora i gay devono poter essere additati come anormali e malati. E i gay devono subire mentre Brandi fa cassa, guadagna soldi e non paga tasse perché lo stato riconosce come "Onlus" un gruppo d'odio capace di firmare simili articoli
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