La donna Rom: «Tra noi non possono esistere gay perché noi siamo figli di Dio»


Lo scorso 19 dicembre le Iene hanno mandato in un servizio di Luigi Pelazza che ha documentato come vive il popolo rom fuori dall'Italia, tra persone che vivono in condizioni di inammissibile povertà e chi ostenta le proprie ricchezze. Mentre ci si occupava dei matrimoni concordati tra figli che vengono "barattati" in cambio di regali, Pelazza ha domandato cosa accadesse nel caso di figli gay. Pronta la risposta di una madre:

No, nella nostra comunità non ci sono gli omosessuali. Non può succedere una cosa simile, è una cosa che si tramanda dai figli ai genitori. Nel nostro sangue non può esistere una cosa simile, né lesbiche né omosessuali. Noi siamo figli di Dio, non può esistere una cosa simile. E se ci sono stati non fanno più parte della nostra comunità. Viene cancellato dalla comunità Rom.

Insomma, prima di sostiene che i gay non esisterebbero perché Dio non li vuole, poi si racconta che i gay sono stati tutti epurati e perseguitati, rinnegando quella volontà che attribuiscono a Dio ma che si materializza in una persecuzione omofobia degna del peggior Adinolfi.
Eppure ancora una volta le testimonianze ci mostrano la discriminazione e la persecuzione di intere vite sia costantemente giustificato e compiuto nel nome di Dio, sottolineando le responsabilità morali (e non solo) da parte un Vaticano che pare disposto a legittimare tutto questo pur di non ammettere che qualcuno ha sbagliato nel ritenere che i progetti di Dio non potessero includere anche chi non ha un paio di mogli come i leader integralisti.
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