La "onlus" che percepisce il 5‰ per diffamare le vite sgradite al loro presidente


Toni Brandi appare come il simbolo della decadenza di una società votata all'odio, un uomo che sottrae risorse al bene comune per chiedere che lo stato finanzi la sua metistofelica opera di diffamazione seriale di chiunque si opponga al suo progetto politico per l'imposizione di una sorta di "sharia cattolica" che, rigorosamente nel nome di Dio, possa portate ad un nuovo nazismo.
C'è dunque da augurarsi che Emma Bonino possa optare per una doverosa denuncia contro l'inqualificabile articolo apparso sul sito della sua "onlus", nata sotto l'ala di Forza Nuova e vicina agli oligarchi russi che finanziano chiunque contribuisca a creare instabilità a danno dell'Europa.

Chissà se questa gente si crede ormai intoccabile dopo anni di menzogne vomitate contro la comunità lgbt nella più totale impunità, ma di certo nulla legittimerebbe la ferocia inumana manifestata da tal Camillo Langone. Scrive la "onlus" di Brandi:

Se la Emma Bonino è la “zia d'Italia” allora è proprio vero il detto “parenti serpenti”… Lasciamo la parola a Camillo Langone, su Il Foglio, che riflette a proposito della pertinenza della definizione di “zia” per la nota esponente radicale, paladina della cultura della morte da decenni.
Gli amici si scelgono, i parenti si subiscono. Noi italiani oltre ai parenti di sangue dobbiamo sopportare zia Emma, quell'Emma Bonino che si è autodefinita “zia d'Italia”.
Tutti avremmo voluto uno zio d'America, colui che finalmente ci avrebbe arricchito. E invece ci tocca la zia di Bra, che ci ha impoverito (patrona del divorzio e dell'aborto è corresponsabile del crollo demografico che ha moltiplicato la spesa pensionistica e sanitaria e dunque le tasse).
Non paga, adesso vuole appropriarsi di un titolo che non le spetta.
Un'ipotesi etimologica fa derivare “zia” dalla radice sanscrita che significa “allattare”.
Difficile immaginare Emma Bonino dare il latte a un bimbo, più facile immaginarla mentre gli dà la morte, anche perché rispunta ovunque la foto anni Settanta in cui introduce una pompa di biciclettazia nel ventre di una donna incinta.
Alla creatura che quel giorno finì nei rifiuti non venne concesso il tempo di dire né zia né mamma. Un capezzolo non lo succhiò mai.
Emma Bonino la prossima volta si autodefinisca onestamente, lasci in pace il latte, le tette, i parenti e utilizzi una qualsivoglia parola il cui etimo racchiuda il significato di “uccidere”: una vecchia militante del partito radicale, avanguardia dell'estinzione, non avrà difficoltà a trovarla.

Pare dunque che zio Brandi (subito a danno della società) vorrebbe imporre alle donne di dover stare con mariti che magari le picchiano pure, incatenate per produrre figli che possano garantirgli la pensione. E tutto questo mentre le sue attività imprenditoriali vanno a vantaggio dell'Ucraina e non certo di quell'Italia da cui pretende di essere pagato.
Riguardo alla presunta "cultura della morte", chissà non possa spiegarci come ci senta a promuovere le screditate teorie di Nicolosi che hanno mietuto numerose vittime tra adolescenti a cui lui pare voler stroncare la vita se non conformi ai suoi dogmi. Insomma, siamo dinnanzi ai rantoli di un uomo che fattura sulla morte ma poi inveisce contro una libertà che potrebbe minacciare il suo traffico a danno di intere vite umane.
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