La pornostar si suicida. Per Fratelli d'Italia è colpa dei gay che non si sono lasciati discriminare in silenzio


Pare proprio che alla corte di Giorgia Meloni ogni pretesto sia buono per fomentare odio contro i gay. Capita così che l'organo ufficiale del suo partito si metta a raccontare la storia della povera omofoba che sarebbe stata spinta al suicidio da quei gay cattivi che non si sono lasciati discriminare in silenzio. Detto da un giornale che nega gli effetti mortali dell'omofobia, l'impressione è quella di essere dinnanzi ad un'inaccettabile dose di ipocrisia.
L'attacco è contenuto in un articolo di tal Robert Perdicchi, dal titolo "Pornostar suicida: era accusata dalla lobby gay di non fare film con omosessuali".
Se pare strano che «un omosessuale» possa fare film pornografici con una donna, pare evidente la dose di pressapochismo di un articolo che pare non fare differenza tra gay e bisessuali.
Premurandosi di scrivere alcune parole tra virgolette, quasi si volesse lasciar intendere siano da intendersi come improprie, scrivono:

“Omofobia”: questa l'accusa che era stata rivolta nelle ultime settimane alla pornostar canadese August Ames, al secolo Mercedes Grabowski, trovata morta nella sua casa di Camarillo, in California. A quanto pare si sarebbe suicidata: da tempo era depressa e aveva difficoltà a causa del suo rifiuto a girare film porno con attori omosessuali. Da qui l'accusa di omofobia.

Oltre alla già citata incongruenza sull'orientamento sessuale di attori che recitano film per adulti in coppia con donne, grave è quello che appare come la strumentazione di una donna suicida per promuovere le politiche omofobe di Giorgia Meloni. Da notare è come parlino di accuse giunte nelle «ultime settimane» anche se poi raccontano che il messaggio incriminato sarebbe stato scritto solamente una sola settimana fa (il che renderebbe pura menzogna l'uso del plurale):

La 23enne canadese, protagonista di 270 pellicole a luci rosse, la settimana scorsa aveva scritto un post su Twitter in cui dichiarava di essersi rifiutata di partecipare a delle riprese dopo aver appreso che il suo partner di scena in passato aveva girato film omosessuali. Temeva, forse, di poter contrarre l'Aids e per questo motivo la “lobby gay”, che negli States condiziona le produzione cinematografiche, anche quelle hard, l'aveva di fatto processata. «Non metto in pericolo il mio corpo. Non so cosa fanno nella loro vita privata». Da lì una valanga di insulti, minacce e note di sdegno.

Difesa strenuamente chi discrimina i gay sulla base del pregiudizio e sostenuto che chi fa sesso con un uomo possa essere doverosamente ritenuto portatore di malattie, si arriva a sposare la tesi di quella De Lellis che non voleva bere dal bicchiere di un gay. Curiosa è anche la loro tesi sul fatto che la pornografia etero sarebbe nelle mani dei gay.

Dopo aver sostenuto che l'odio omofobico sia un diritto e che le vere vittime siano quei poveri omofobi che non possono manco discriminare gli altri senza essere esentati di critiche, si arriva alla santificazione della ragazza:

Oggi che è morta suicida la star del porno australiano Madison Missina commenta: «Il bullismo all'interno dell'industria si è portato via un'altra vita».
Agli Oscar del porno del 2015, gli AVN Awards, era stata nominata come “Miglior nuova starlet”, mentre negli anni seguenti aveva sempre ricevuto nomination per “Performer femminile dell'anno”. Categoria per la quale era in corsa anche nell'edizione 2018, che si terrà a gennaio.

Curioso. Ad ogni attore gay morto suicida, l'estrema destra se n'è sempre uscita dicendo che la loro prematura scomparsa fosse imputabile al mondo della pornografia e ad una vita non uniforme ai loro dogmi morali. Ma se l'attrice è eterosessuale e pure omofoba, allora ecco che le loro regole vengono cambiate e l'attrice porno viene esaltata per il numero di pellicole a cui ha preso parte. E non meno grave è come cerchino di ridefinire le parole con il loro parlare di «bullismo» a fronte di leciti critiche per l'ingiusta discriminazione di un attore forse bisessuale.
Interessante è come l'intero articolo non si preoccupi mai dell'attore che è stato machiato a fuoco dalla loro pornostar. Si lamentano se la loro beniamina rischiava di perdere nuovi ingaggi per le sue parole, ma non paiono preoccuparsi dell'attore che lei chiedeva fosse licenziato perché non le piaceva il suo passato.
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